Quanti vip da spiaggia!

Conte, Del Piero e Morandi i primi piombati in vacanza

Da Monopoli a Savelletri, circolano le stelle del calcio e della canzone. Antonio per riabbracciare un vecchio amico, Alex per partecipare a un torneo di golf, Gianni per godersi il mix, unico in Italia, fra spiaggia e mare. Con buona pace dei fans, tantissimi, a caccia di selfie e autografi

 

Che la Puglia sia la culla degli juventini lo dice la storia. Qui esistono numerosi club che organizzano trasferte da mille chilometri per portare sostegno alla squadra bianconera nell’Allianz Stadium. Ma lo dicono anche le stelle salentine passate dalla maglia giallorossa a quella a strisce verticali della squadra con sede a Torino: Causio, Brio, Conte.  Calciatori dei quali la Madama del calcio italiano si è sempre fidata ciecamente. Antonio Conte, poi, nella duplice veste di calciatore e allenatore (oggi è il tecnico del Napoli appena laureatosi campione d’Italia), ha vinto tutto, dalla Coppa Campioni agli scudetti di fila. Dunque, di Antonio Conte, l’altro juventino è Alex Del Piero.

Il primo, allenatore del Napoli campione d’Italia è stato avvistato a Monopoli, a lide Le Macchie, dove ha passato una giornata al mare, ospite Francesco Schiavone, imprenditore balneare fasanese e suo vecchio amico. L’allenatore leccese lo scorso anno e quest’anno è risultato il più corteggiato dai club italiani e internazionali (lo ha inseguito la “sua” Juventus, ma anche il Milan), da giorni è in Puglia. Prima di recarsi a lido Le macchie, pare sia stato notato al Tabù di Porto Cesareo. Insieme con lui, i fratelli Gianluca e Daniele.

 

 

DA CONTE A DEL PIERO…

Una scelta in qualche modo obbligatoria, invece, per Alex Del Piero, opinionista di Sky, che non ha proseguito la sua carriera nel calcio attivo, come il suo amico Antonio Conte, ma che nel tempo è diventato un grande appassionato di golf. Praticato, ovviamente. Obbligatoria perché da queste parti ci sono campi da golf e poi era stato organizzato e promosso un torneo al quale Del Piero si è iscritto. Alex ha soggiornato a Savelletri di Fasano per prendere parte al “San Domenico Golf alla Summer Pro-Am”, un torneo di grande richiamo per gli amanti del golf che si sfidano in una gara a squadre mista, nella quale si misurano, insieme, professionisti e dilettanti.

Trovandosi in Puglia, Alex ha realizzato in qualche modo ha coronato anche il desiderio di don Biagio Convertini, cinquantuno anni, cappellano dell’ospedale “S. Giacomo” di Monopoli, e grande tifoso bianconero. Prima una foto-ricordo, poi una dedica  sulla maglia storica indossata dalla Juventus nella storica finale di Champions del 1996 giocata a Roma e vinta contro l’Aiax. La maglia autografata da Del Piero è celebrativa, e gli amici del cappellano gliene avevano fatto omaggio lo scorso anno, in occasione del copleanno del parroco monopolitano.

 

 

PASSANDO PER MORANDI

Un habitué delle spiagge pugliesi è, invece, Gianni Morandi, icona della canzone italiana e internazionale, ha avuto anche un incarico di grande prestigio, quello di presidente onorario della squadra per cui ha sempre tifato: il Bologna. Un ruolo ricoperto dal 2010 al 2014 con grande impegno. Fra le mete preferite di Morandi, le spiagge salentine. L’artista emiliano, felicissimo di avere assistito alla finale di Coppa Italia vinta dal suo Bologna in una appassionata sfida contro il Milan, da trent’anni trascorre un periodo di vacanza sulle spiagge salentine dove non si sottrae all’abbraccio dei fan. Appassionato dei social in genere, ha pubblicato le sue prime foto fatte con i fans sul suo profilo Facebook, con un suo commento e via via quelli dei suoi fans.

Fra le mete di lusso, preferite dai vip, Polignano a Mare, con Borgobianco Resort & Spa e il Covo dei Saraceni; Ostuni, con La Sommità Relais & Chateaux e Masseria Torre Maizza; Gallipoli con l’hotel Palazzo del Corso e la masseria L’Antico Frantoio; Lecce, Risorgimento Resort e Patria Palace; Santa Maria di Leuca, con villa La Meridiana e il Messapia Hotel & Resort.

«Sono nera, sono Pamela!»

Campionessa dentro e fuori dal ring

Pamela Malvina Noutcho Sawa, racconta. Dal fallimento del referendum, al lavoro in corsia, ai titoli italiano ed europeo. «Lavoro nel pubblico, ma in banca mi negarono il mutuo per la casa; ho fatto campagna referendaria con tutti i miei amici, molti non sapevano nemmeno che si votasse…», spiega. Cittadina italiana dal 2022, si batte per i titoli sportivi e per chiunque voglia sentirsi italiano

 

«Lavoro nel pubblico, ma in banca mi negarono il mutuo per la casa; ho fatto campagna referendaria con tutti i miei amici, molti non sapevano nemmeno che si votasse: cittadina, dopo venti anni, sognavo il “Sì” alle urne, per non essere esclusa». Pamela Malvina Noutcho Sawa, pugile, un titolo europeo dei leggeri donne, dopo aver battuto lo scorso anno la serba Nina Pavlovic, conseguì il terzo titolo nel pugilato femminile dopo quelli di Veronica Tosi e Silvia Bignami. «La mia vittoria è tutta per la città di Bologna», aggiunse dopo il match europeo per fare una dedica alla città in cui vive e dove lavora come infermiera all’Ospedale Maggiore.

Sognava un esito diverso per i referendum, ma in Italia, se non cambiassero le regole, con l’aria che tira e la sola metà degli italiani che si recano alle urne, sarà sempre più difficile abrogare una legge nonostante la maggioranza dei “Sì” sia schiacciante. Il referendum a cui Pamela si riferiva riguardava, ovviamente, il diritto di cittadinanza. Fosse stata abrogata la legge, sarebbero stati sufficienti cinque anni di lavoro consecutivi, e non dieci, per ottenere la cittadinanza italiana.

 

 

«SONO ITALIANA NERA!»

«Sono una donna, sono nera, sono Pamela!», aveva dichiarato, fiera, al Resto del Carlino, il quotidiano con sede proprio nella Città dotta. L’orgoglio non era di circostanza. Lei, Pam, lo aveva ripetuto e continuerà a ripeterlo fino alla nausea. «Mi sento italiana e spero che un giorno ci sarà anche un pezzo di carta che me lo dirà!». Camerunese, Pamela vive in Italia dall’età di otto anni, lavora come infermiera dell’ospedale Maggiore ma, si diceva, non ha ancora ottenuto la cittadinanza italiana.

Il video nel quale parla di questi e altri temi, è stato pubblicato sulla pagina della palestra “Bolognina Boxe”, che riporta testuale: «La cittadinanza non è un privilegio e neanche un’arma di propaganda politica da sbandierare ai quattro venti quando elettoralmente conviene». La riflessione la solidarietà della palestra, non solo a parole, ma con i fatti. «Come Asd Bolognina Boxe supportiamo la battaglia di Pamela e di tutte e tutti coloro i quali subiscono sulla propria pelle un razzismo istituzionalizzato che li rende di fatto cittadini di serie B, utili quando devono produrre manovalanza a basso costo ma non quando devono ricevere diritti».

 

 

CAMERUN, ITALIA, PERUGIA

Giunta a Perugia per riabbracciare il padre, ha vissuto l’adolescenza nella provincia umbra per poi trasferirsi a Bologna, dove ha iniziato l’università nella quale avrebbe conseguito una laurea in Scienze Infermieristiche. Ed è proprio nel capoluogo emiliano, durante un tirocinio in un centro di accoglienza per senza fissa dimora, che fa il suo primo incontro con il pugilato. Un amore a prima vista, Pamela impara in fretta e mostra subito grandi potenzialità con due allenatori come Alessandro Dané e Franco Palmieri.

«Sul ring della Bolognina Boxe, una palestra popolare che offre il pugilato nudo e crudo – riporta Il Resto del Carlino – quello intriso di valori sociali, che accoglie chi non può pagarsi gli allenamenti e che si radica nel quartiere di cui porta il nome per stare vicino alla gente».

 

 

E, FINALMENTE, BOLOGNA

Pamela comincia a lavorare all’Ospedale Maggiore e tra le corsie non mancano i contrattempi, anche molto sgradevoli. Esistono ancora pregiudizi, nonostante Bologna sia una città accogliente, aperta sotto questo punto di vista: più di qualcuno non la considera l’infermiera di turno, e questo alla futura campionessa europea di pugilato, fa male, molto più male dei colpi incassati sul ring.

Nel 2021 fa suo il titolo italiano, poi passa al professionismo. Dopo oltre venti anni in Italia attende una cittadinanza che sembra un miraggio. Una cittadinanza che, finalmente, arriva nel 2022 mentre a fine 2023 diventa campionessa italiana dei pesi leggeri.

Pamela Malvina continua a vincere, con il successo più bello che arriva proprio il 5 aprile nella sua Bologna, davanti agli oltre 2.500 del Paladozza che urlano il suo nome. Titolo europeo EBU Silver, sette incontri, zero sconfitte. «Sono grata a questa città, è un sogno», dice tra le lacrime sul ring di Piazza Azzarita. Dai quartieri popolari all’ombra delle Due Torri, tutti esultano per un successo che sa di riscatto. 

Taranto, Bitetti nuovo sindaco

Amministrative, vince il centrosinistra

Ricompattata, la coalizione di centrodestra resta distante del 10%. Il nuovo “primo cittadino” ha incassato l’appoggio esterno dei Cinquestelle, che restano all’opposizione, la scorsa settimana. E’ dal ’93 che la Città dei Due mari ha ragione sulla parte avversa.«Ora lavoriamo per il bene comune, la prossima Amministrazione cittadina partirà da una nuova grammatica, privilegiando il “noi”, anziché l’“io”», ha dichiarato ieri il nuovo inquilino di Palazzo di Città

 

Taranto ha un nuovo sindaco: è Piero Bitetti, espressione della coalizione di centrosinistra. Ha battuto con circa il 10% di distacco, Francesco Tacente, candidato del centrodestra, che dopo il ballottaggio aveva incassato pieno sostegno da parte dell’altro candidato del centrodestra, Luca Lazzàro, terzo nella prima convocazione alle urne per eleggere l’Amministrazione cittadina. Meno convinto, tanto che resterà all’opposizione, l’appoggio del Movimento Cinquestelle che per voce di Anna Grazia Angolano, candidata-sindaca, solo metà settimana scorsa si è avvicinato al neosindaco della Città dei Due mari.

Da voci che circolavano, sembrava che il ballottaggio potesse essere più combattuto, invece Bitetti, in termini di percentuale, ha mantenuto la stessa distanza da Tacente, il suo antagonista. Non che la matematica, in politica, faccia giurisprudenza, ma patto con lo schieramento di Lazzàro al quale va riconosciuto un importante lavoro alla vigilia della prima consultazione, con una risalita non indifferente rispetto ai primi sondaggi.

 

 

INSIEME PER IL BENE COMUNE

«Ora lavoriamo per il bene comune, la prossima Amministrazione cittadina partirà da una nuova grammatica, privilegiando il “noi”, anziché l’“io”», così martedì, tardo pomeriggio, Piero Bitetti neosindaco di Taranto, rilasciando le prime dichiarazioni dal suo comitato elettorale di via Di Palma, angolo con via Duca degli Abruzzi. Lì, un’ora prima, in ordine sparso, erano arrivati per complimentarsi con lui, il presidente della Regione, Michele Emiliano; l’europarlamentare, ex sindaco di Bari, Antonio Decaro; il neopresidente della Provincia, Gianfranco Palmisano.

E’ stata una campagna elettorale senza esclusione di colpi, ma sempre giocata nella massima lealtà, tanto che il nuovo sindaco si è detto convinto che con l’opposizione si possa dialogare per il bene della città.  

 

 

DAL ’93, SEMPRE CENTROSINISTRA

Taranto, in buona sostanza, ha privilegiato la continuità, confermando per la nona volta, dal 1993 a oggi, un’Amministrazione di centrosinistra. Bitetti, esponente di “Con”, ex assessore, ex presidente del Consiglio comunale, ha ottenuto oltre il 54% delle preferenze (37,39% al primo turno) ed è riuscito a costruire attorno alla sua candidatura un’area di consenso ampia, sostenuta da otto liste (Pd, Azione, Avs, Demos, Unire Taranto e civiche).

Importante, privo di formalizzazione, si diceva, è stato l’appoggio esterno del Movimento 5 Stelle, che nella prima sessione di voto, domenica 25 e lunedì 26 maggio, aveva raccolto circa l’11% con la candidata Annagrazia Angolano («Bitetti, per fermare l’avanzata della destra»).

 

 

OPPOSIZIONE COSTRUTTIVA

«Il nostro impegno sarà per tutti: governare Taranto non sarà facile, ma sarà il nostro onore e la nostra missione, un appello, questo, che rivolgo ai competitor», ha ribadito Bitetti, salendo sulla stessa sedia dalla quale aveva dato il via alla sua campagna elettorale. «I cittadini ci hanno dato un ruolo – ha dichiarato alle agenzie, ai cronisti di stampa, radio e tv – la campagna elettorale ce la lasciamo alle spalle: adesso dobbiamo lavorare tutti insieme nell’interesse e per il bene comune». Questo, invece, il commento di Tacente dal suo comitato elettorale di via Giovinazzi: «Non abbiamo raggiunto il risultato sperato, ma oggi non è solo la fine di una campagna elettorale, ma l’inizio di un progetto che porteremo avanti con determinazione e con responsabilità: la nostra sarà un’opposizione responsabile e costruttiva».

Puglia, bellezze fra cielo e mare…

Monopoli, Ceglie Messapica, Alberobello, Trani e Castel del Monte

Da visitare, di corsa, prima che arrivi il caldo canicolare. Ogni comune, il suo attrattore. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Le cattedrali, i castelli, le barche, gli angoli da scoprire. La star è Castel del Monte, nel cuore della Murgia. Non sottovaluteremmo, però, Monopoli, considerato crocevia di civiltà; Ceglie Messapica per la sua storia; Alberobello, fiaba in pietra nel cuore della Valle d’Itria; Trani, pietra bianca, mare e memoria nel cuore dell’Adriatico

 

Il calore delle Puglia, nel senso di accoglienza, ma anche come temperatura, è proverbiale. Allora, se non adesso, quando? Quando visitare questa regione incantevole in quei posti che hai sentito nominare, ma non avevi avuto il tempo di visitare, almeno con il pensiero. Con l’occhio, guardando tutto quello che internet, fra siti e Youtube, ma anche Facebook piuttosto che Instagram, ti propone non appena clicchi la parola magica: “Puglia”.

Dunque, la Puglia, il caldo, il calore. Prima che il caldo prenda il sopravvento e, allora, impedisca di visitare un luogo, una cittadina come si conviene, come un turista che fa turismo ragionato compie. E, allora, ecco svelata questa breve, ma doverosa introduzione. Il sito paesionline.it, in un ampio servizio a firma di Sonia Surico, ha compiuto una sua ricerca e ai suoi numerosissimi lettori e follower, stavolta ha suggerito una meta, anzi cinque, sulle quali fiondarsi da…ieri. Dunque, prima dell’estate, alle porte, è il caso, come suggerisce il sito dalla parte dei turisti prendere carta e penna, o affidarsi alla stampante, e scrivere: Monopoli, Ceglie Messapica, Alberobello, Trani e Castel del Monte.  

 

 

LE STELLE DA SCOPRIRE…

Monopoli, considerato crocevia di civiltà e meraviglia sul mare; Ceglie Messapica per la sua storia, come da origina del nome, da storia messapica, medioevo e barocco nel cuore della Valle d’Itria; Alberobello, ritenuta, a ragione, la fiaba in pietra nel cuore della Valle d’Itria; Trani, pietra bianca, mare e memoria nel cuore dell’Adriatico; infine, Castel del Monte, l’enigma di pietra nel cuore della Murgia.

«La Puglia – leggiamo su paesionline – è un mosaico di paesaggi sorprendenti, sapori autentici e borghi che sembrano sospesi nel tempo». Basta allontanarsi di pochi chilometri dalle città più conosciute per ritrovarsi immersi in uliveti secolari, coste selvagge o piccoli centri che custodiscono storie millenarie. «Che tu stia cercando una giornata di relax tra mare e natura, un viaggio tra le pietre bianche della tradizione o un assaggio della vera cucina pugliese, qui troverai l’ispirazione giusta». Ecco che si parte, alla scoperta di cinque gite fuori porta perfette per respirare l’anima autentica del “Tacco dello stivale”.

Monopoli, uno dei principali attrattori della Puglia. Pezzo di punta di questa cittadina che poi cittadina non è, in quanto il suo status è da città, non fosse che è troppo vicina a Bari.  Bello il porto antico, che scivola tra le mura del centro storico. I moli, le barche di pescatori. Poi il Castello di Carlo V, baluardo in pietra a difesa della città. Poi la Cattedrale, sorta in epoca medievale. Mare ed entroterra delle meraviglie, come a dire che ce n’è per tutti i gusti: calette tra le rocce, spiagge sabbiose, masserie storiche, uliveti, mandorli in fiore, frutteti e orti.

 

 

QUELLE DA RILANCIARE

Ceglie Messapica, Murgia meridionale, borgo antico della Puglia. Il centro storico si snoda fra vicoli in pietra chiara, archi e cortili che conducono fino al Castello Ducale, che nei secoli ha ospitato Normanni, Svevi e Aragonesi. A brevissima distanza, la Chiesa Collegiata del XVI, stile rinascimentale, poi la Chiesa di San Domenico, barocca, realizzata seguendo i canoni della scuola del Bernini.

Fra Bari, Brindisi e Taranto, un posto di grande suggestione, conosciuto in tutto il mondo per le sue costruzioni in pietra, calce e con un tetto a forma di cono: Alberobello.  Millecinquecento trulli, dal ’96 del secolo scorso, indiscusso Patrimonio dell’Umanità: un riconoscimento che ne celebra il valore storico e culturale. Costruiti a secco, potevano essere facilmente smontati: un escamotage studiato dalla popolazione che in questo modo riusciva ad evitare tasse previste sui nuovi insediamenti imposte dal Regno di Napoli.

 

 

CATTEDRALI, MUSEI, UN ENIGMA

Trani, una città mozzafiato. La bellezza della Cattedrale di San Nicola Pellegrino, una delle più alte espressioni del romanico pugliese. Di fronte alla cattedrale, ecco il Castello Svevo, costruito da Federico II di Svevia. Barche, pescherecci e locali affacciati sull’acqua, si possono ammirare la facciata severa di Palazzo Caccetta. Piazza Duomo, il “salotto” che accoglie la cattedrale, ospita due musei: quello della Macchina per scrivere (Palazzo Lodispoto) dedicato ad Adriano Olivetti, e il Museo Diocesano che conserva opere d’arte sacra.

A pochi chilometri da Andria, si erge uno dei monumenti più misteriosi e affascinanti d’Europa: Castel del Monte. «Con la sua forma perfetta e geometrica, questo castello del XIII secolo è molto più di un’opera architettonica medievale: è un enigma in pietra, carico di simbolismi e interrogativi ancora irrisolti», scrive Sonia Surico (paesionline). Una struttura ottagonale, rigorosa e armoniosa, otto torri, anche queste di forma ottagonale. Anche questo straordinario manufatto è legato a Federico II di Svevia, imperatore-filosofo del Sacro Romano Impero. «Castel del Monte – conclude il reportage – è un’opera unica nel panorama dell’architettura medievale europea; la sua pietra calcarea, che cambia colore con la luce del giorno, e la posizione dominante sulla valle sottostante ne fanno un luogo dal forte impatto visivo ed emotivo». 

Amministrative Taranto, ballottaggio

Spareggio alle urne, domenica 8 e lunedì 9 giugno

Piero Bitetti, centrosinistra (37,39%), dovrà vedersela con Francesco Tacente, centrodestra (26,14%), che potrebbe allearsi con lo schieramento di Lazzàro (19,4%). Il vincitore della prima tornata elettorale potrebbe invece trovare punti di contatto con il Movimento 5 Stelle (10,91%). Percentuali basse per Di Bello e Cito (675 voti di lista, 264 preferenze)  

 

Fine-inizio settimana fari puntati sulle Elezioni amministrative in diversi comuni pugliesi. Massima attenzione, in particolare, quella rivolta a Taranto, dove si è registrato un risultato tutto sommato atteso, anche nel punteggio. Prima del voto, soprattutto nelle due coalizioni di centrodestra, sembrava che qualcosa stesse cambiando. Gli stessi risultati all’inizio dello spoglio indicavano Piero Bitetti, candidato del centrosinistra come vincitore della prima tornata elettorale (e così è stato), ma alle sue spalle prendeva corpo un “testa a testa” fra Tacente e Lazzàro. Dopo qualche ora, con l’allargarsi del numero di sezioni scrutinate, si allargava anche la forbice fra i due candidati del centrodestra: come da previsioni, a sfidare Bitetti nel ballottaggio in uno sprint all’ultimo voto sarà Francesco Tacente. Le proiezioni avevano già suggerito un primo responso: Piero Bitetti, candidato del centrosinistra, in vantaggio e verso il secondo turno, il ballottaggio fra due settimane.

 

 

MAGGIORANZA RELATIVA

Nessun candidato, dunque, ha ottenuto la maggioranza assoluta, pertanto si procederà a un ballottaggio domenica 8 e lunedì 9 giugno tra i primi due candidati: Piero Bitetti (centrosinistra) e Francesco Tacente (centrodestra). Bitetti, sostenuto da Partito Democratico, Con Bitetti, Unire Taranto, Per Bitetti Sindaco, Demos Democrazia Solidale, Alleanza Verdi E Sinistra, Dc Democrazia Cristiana, Partito Liberal Democratico-Azione, ha totalizzato il 37,39% dei voti. Tacente, con il quale andrà al ballottaggio, con il supporto di Prima Taranto, Patto Popolare, Unione Di Centro-Evviva Taranto, Riformisti Per Taranto – Socialisti, Fortemente Liberi, Taranto Popolare, Noi Taranto, ha invece registrato il 26,14% dei voti. Terzo posto per Luca Lazzàro, sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia – Ppe, Noi Moderati, Partito Liberale Italiano, avendo totalizzato il 19,4% dei voti. Annagrazia Angolano, con il Movimento 5 Stelle e la lista Angolano Sindaca, ha ottenuto il 10,91% dei voti.

Fiasco per il resto dei candidati-sindaco e liste in appoggio alle loro candidature: Mirko Di Bello con la coalizione “Adesso” e Mario Cito, figlio dell’ex sindaco-telepredicatore Giancarlo, sostenuto da At6 – Lega d’Azione Meridionale.

Ventotto sono state le liste con un numero di poco inferiore al migliaio per quanto aspiravano a una poltrona da consigliere comunale per trentadue seggi complessivi, fra vincitori e opposizione, tema rimandato a domenica 8 e lunedì 9 giugno (stessi giorni si voterà per il referendum). Il ritorno al voto, è bene ricordarlo, si è verificato a causa della fine anticipata dell’Amministrazione Melucci (dimissioni di diciassette consiglieri lo scorso febbraio). In questa tornata elettorale sono andati alle urne 91.055 elettori (161.855 gli aventi diritto), pari al 56,60% (52,21 nel 2022 quando si votò solo la domenica).

 

 

ALLE URNE!

Ora, al ballottaggio. Il campo largo centrosinistra-M5s, sfumato al primo turno, potrebbe concretizzarsi nelle prossime ore.  La coalizione rappresentata da Tacente potrebbe trovare sponda nel centrodestra tradizionale, dove potrebbero orientarsi anche i voti espressi dalla coalizione della “civica” Di Bello (Adesso), nipote dell’ex sindaca di Forza Italia Rossana Di Bello.

«Ottimi i risultati di Taranto – ha dichiarato a caldo Elly Schlein, segretaria del PD – dove andremo al ballottaggio nettamente in vantaggio; ormai è chiaro, il centrodestra esulta per i sondaggi, noi vinciamo le elezioni».

Nel Tarantino si è votato anche a Massafra dove l’affluenza è stata sensibilmente superiore rispetto alla scorsa tornata elettorale: il 70,18% contro il 70,02%. A Triggiano, nel Barese, affluenza in calo: ha votato il 57,18% contro il 60,91%. In Puglia si è votato anche a San Ferdinando di Puglia (Bat), Orta Nova, Carapelle, Castelluccio Dei Sauri e Lesina (Foggia), Corsano e Taviano (Lecce).

Puglia, venti milioni di turisti

Cifra record prevista nel 2025, numeri da record

Da dieci anni, e più, la Puglia è diventato un brand nazionale. Un attrattore per quanti vengono in Italia. Da restarci secchi, per come si vive da queste parti: mare, collina, gastronomia, senso di accoglienza e tradizione. Dalla Taranto Magno-greca alla Lecce barocca. Castel del Monte, Trani, Polignano a mare, Alberobello. Il mare, le spiagge: Pescoluse, Torre dell’Orso, Marina di Pulsano, Marina di Lizzano. E la tavola: orecchiette, cime di rapa, olio extravergine, vino Primitivo di Manduria

 

Quest’anno, il trend, dirà qualcuno a cui piace parlare e scrivere “bene”, è sempre lo stesso: la Puglia. La Puglia nel cuore. E non solo dell’Italia, ma di tutti. Dei turisti di tutto il mondo, anche celebri, tanto che molti di loro hanno preso casuccia da queste parti.

Puglia, come fosse una passione, una di quelle che si seguono d’istinto, perché non ti fanno ragionare. Irragionabile, ecco cos’è la Puglia. Una passione per quanti amano il bello, la bellezza oggettiva e mozzafiato del mare, ma anche la campagna, le masserie, la collina, la cucina. La gastronomia è irresistibile, è il piatto forte, verrebbe da dire se non arrossissimo a una battuta ingenua, ma che comunque rende perfettamente l’idea di come sia messa la nostra regione.

E, allora, c’è, per esempio, chi si domanda cosa renda questa terra così irresistibilmente affascinante; s’interroga in che modo la Puglia si differenzi dalle altre regioni italiane. Una indagine interessante sulla nostra regione, l’ha condotta, per esempio, visitaly, uno dei siti più autorevoli in fatto di turismo e di affidabilità in termini di documentazione. Nei giorni scorsi della Puglia se n’è occupata Giacinta Navarra, una collega, che come poche ha analizzato il perché “tutte le strade portino in Puglia”.

 

 

NON E’ SOLO UNA VACANZA…

Nel suo ricco reportage, infatti, si interroga su quali siano i motivi alla base dell’enorme boom turistico che interessa questa regione e perché, sempre la Puglia, risulti essere la regione preferita tra le mete vacanziere italiane.

Fra le risposte plausibili a domande che solo in apparenza possono sembrare scontate, bene, emerge subito che in questa area la vacanza non viene vissuta solo come tale, ma rappresenta una immersione totale, se si può dire, nell’emozione. Accade che l’emozione, come segnala visitaly.it, ti prenda quando attraversi i nostri paesini bianchi dipinti con la calce; quando osservi la pasta fatta a mano dalle nonne, quella pasta messa ad asciugare fuori la porta di casa, quando conosci le persone del luogo che ti accolgono come se fossi uno di famiglia. Anche questa, e perché no, soprattutto, è la Puglia.

Appena lo scorso anno la Puglia è diventata una delle mete turistiche più amate d’Italia, superando numeri da capogiro, tanto che il 2024 ha autorizzato a stimare la presenza di ben venti milioni di turisti, con un forte incremento di quelli stranieri.

 

 

LA PUGLIA E’ UN’EMOZIONE

Quali sono, allora, i punti di forza della Puglia. Cominciamo da Castel del Monte, “simbolo dell’architettura medievale europea” e Trani con la sua cattedrale romanica vicino al mare, “bellissima quando la luce accarezza il calcare bianco rosato di cui è fatta”. Proseguendo nel viaggio pugliese ideale, Navarra ci suggerisce una Polignano a Mare, “arroccata su scogliere e più a sud”, nella Valle d’Itria, dove la fanno da padrone “i famosi trulli di Alberobello, case in pietra dalla forma conica uniche al mondo”.

E il cuore del Salento? Lecce, “città del barocco, con le facciate delle chiese e dei palazzi che raccontano secoli di ricchezza decorativa”. E il mare, le spiagge: Pescoluse, Torre dell’Orso, Marina di Pulsano, Marina di Lizzano. Taranto, con la sua civiltà Magno-greca, il Museo archeologico nazionale, il Castello aragonese, la Città vecchia, il Duomo, le Colonne doriche.

 

 

TUTTI A TAVOLA, PROSIT!

La Puglia a tavola. “Altra esperienza imperdibile, semplice ma ricca di sapori, fatta di prodotti freschissimi, legati all’agricoltura e al mare pescoso”, scrive visitaly. Pasta fresca con le  orecchiette fatte a mano, simbolo della regione, spesso condite con cime di rapa; l’olio extravergine d’oliva pugliese, considerato tra i migliori d’Italia, utilizzato dalla bruschetta  al pesce alla griglia; non mancano i formaggi tipici, come il caciocavallo podolico o la burrata di Andria, e i vini locali come Primitivo di Manduria o il Nero di Troia.

Dunque, un brindisi per una regione che nel giro di pochi anni ha saputo imporsi a livello nazionale e internazionale. Prosit!

«Mar Piccolo, biodiversità in aumento»

Dalla Rai a Mediaset, tv e stampa nazionale lodano la ripresa di Taranto

«Sono state rilevate connessioni tra biodiversità e bonifiche a seguito della chiusura di 180 scarichi abusivi», ha dichiarato Vito Felice Uricchio, Commissario governativo per le Bonifiche dell’area locale, durante la “due giorni” sul progetto “Pnrr National Biodiversity Future Center – Nbfc Spoke 3” svoltasi in città il 14 e il 18 maggio. «In questi anni abbiamo lavorato per dimostrare l’importanza come questa può supportare le economie locali e favorire il miglioramento della qualità della vita delle persone», ha aggiunto Francesco Petracchini, direttore del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del Cnr

 

Ieri, sul Tg2, a ruota anche gli altri canali nazionali, dalla stessa Rai a Mediaset, le altre tv, da Sky  a La7, e via via tutto il panorama informativo, è andato in onda un ampio servizio sulla biodiversità in aumento nel Mar Piccolo. Finalmente giustizia per il nostro territorio, considerando che proprio sul nostro sito abbiamo parlato a più riprese di come si stesse riposizionando Taranto al centro del Paese, lontana dall’aspetto industriale del quale si è fatta carico con problemi di carattere ambientale negli ultimi sessant’anni: una sciagura. Bene, ora Taranto riprende a vivere, e bene, grazie all’ultima notizia ripresa da tutte le agenzie di stampa, le testate, i siti, viva il Cielo, rendendo giustizia, si diceva, a un territorio.

La notizia alla quale hanno fatto riferimento gli organi di informazione, a proposito della biodiversità in aumento, nel Mar Piccolo, scaturisce dalla “due giorni” del mini BioBlitz nell’ambito del progetto “Pnrr National Biodiversity Future Center – Nbfc Spoke 3” che, il 14 e il 18 maggio scorso ha coinvolto, a Taranto, studenti e cittadini.

 

 

SOTTO CON L’INFORMAZIONE

L’aumento in tema di biodiversità, come documentato da tv e stampa, è un dato in controtendenza rispetto a quanto in questo momento sta accadendo nel resto del mondo. Un dato incoraggiante che avrebbe una sua spiegazione, posto che si è registrata in questi anni la chiusura di numerosi scarichi abusivi.

La “due giorni” cui facciamo riferimento è stata organizzata dai ricercatori Fernando Rubino e Antonella Petrocelli del Cnr – Irsa Talassografico di Taranto con il supporto della Casa delle Tecnologie Emergenti Calliope. Grazia a questo impegno e quello di esperti ricercatori, sono stati in tanti ad aver scoperto un ecosistema unico.

«Si rilevano profonde connessioni tra biodiversità e bonifiche – ha dichiarato Vito Felice Uricchio, Commissario governativo per le Bonifiche dell’area di Taranto – testimoniate anche dall’importante incremento della biodiversità nel Mar Piccolo di Taranto a valle della chiusura di circa 180 scarichi abusivi; è questo un momento di scelte decisive per il territorio tarantino, di un serio impegno collettivo sul riconoscimento del valore della biodiversità e degli ecosistemi, su un uso responsabile delle risorse naturali, sul rafforzamento e la sostenibilità di tutte le attività produttive, oltre che di una progressiva ma inesorabile riduzione della contaminazione, al fine di assicurare un ecosistema florido e resiliente ed un Mar Piccolo fucina di biodiversità, in un contesto naturale integro e rigoglioso».

 

 

PETRACCHINI: «E’ LA STRADA GIUSTA»

Alla giornata inaugurale era presente anche il direttore del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del Cnr, Francesco Petracchini. «In questi anni – ha spiegato Petracchini – abbiamo lavorato in tutta Italia insieme ad altri enti di ricerca per studiare e dimostrare l’importanza della biodiversità e come, soprattutto nel Mediterraneo che ne è ricchissimo, questa può supportare le economie locali e favorire il miglioramento della qualità della vita delle persone».

«Comprendere l’equilibrio tra gli elementi fondamentali della natura, come il mare e un ecosistema unico come quello di Mar Piccolo – ha dichiarato il direttore scientifico di Calliope, Rodolfo Sardone – significa riconoscere il valore profondo della biodiversità come risorsa per la salute umana; il vero approccio One Health non pone l’uomo al centro, ma lo integra in un sistema complesso che va tutelato con responsabilità, innovazione e visione scientifica. Calliope lavora proprio in questa direzione, mettendo la tecnologia al servizio della sostenibilità e della vita».

 

 

UN “GRAZIE!” GRANDE COSI’

L’iniziativa rientra nella “Biodiversity Sampling Week – BSW” organizzata su scala nazionale. Promotore è il National Biodiversity Future Center (Nbfc), primo centro di ricerca nazionale dedicato alla biodiversità finanziato dal Pnrr – Next Generation EU. Tutto questo, poi, in vista della Giornata Mondiale della Biodiversità che cade il 22 maggio. Promotori: Nbfc, Irsa–Cnr, Commissario straordinario del governo per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’area di Taranto, Università degli studi di Bari Aldo Moro, Dipartimento Jonico UniBA, Arpa Puglia, Cte Calliope, Comune di Taranto. A collaborare alle attività: Asd Enjoy Your Dive, Asl Taranto, Guardia Costiera, Jonian Dolphin Conservation, Protezione Civile, Wwf.

Aiuti a Gaza a rischio 14.000 bambini

Prossime quarantotto ore decisive, serve accelerare le trattative

«Autorizzare l’ingresso di soli dieci camion con viveri è come una goccia nel mare», dicono i mediatori. «Serve con urgenza un flusso massiccio di aiuti umanitari», aggiungono con profonda amarezza. «Il negoziato tra Israele e Hamas in corso a Doha prosegue», dunque esisterebbe la possibilità di raggiungere un accordo all’ultimo momento

 

«Aiuti massicci a Gaza, dice l’Onu, l’Organizzazione delle Nazioni unite, oppure altri quattordicimila bambini moriranno». Notizia agghiacciante, l’ennesima, ripresa dalle agenzie e trattata con attenzione e dovizia di particolari da quella italiana, l’Ansa, che al suo primo “lancio” aggiunge: «…tanto che serve con urgenza un flusso massiccio di aiuti umanitari».

Questa la notizia che ancora una volta lascia di stucco e provoca impotenza per quanti vorrebbero fare qualcosa, ma gli viene impedito. Cronaca che fa il paio con un’altra delle ultime gravi “news” sempre a proposito di Gaza: funzionari sanitari palestinesi affermano che sessanta persone sono state uccise nel corso di attacchi israeliani nella “Striscia” la notte scorsa, per lo più bambini e donne, oltre a decine di feriti, in seguito ai nuovi massacri commessi dall’occupazione. E’ quanto dichiarato alla Afp il portavoce della Difesa civile, Mahmoud Bassal.

 

 

LA SITUAZIONE PRECIPITA

La situazione precipita, l’unica soluzione sarebbe il “cessate il fuoco”, un intervento deciso degli Stati che hanno una forte influenza su Israele, diversamente altri “14.000 bebè” (bimbi in tenera età) potranno morire già nelle prossime 48 ore. Lo ha dichiarato alla Bbc il diplomatico britannico Tom Fletcher, vistosamente preoccupato, che nell’Onu ricopre il ruolo di vicesegretario generale, nonché quello di coordinatore delle Missioni di soccorso di emergenza nel mondo, dopo aver definito il “via libera” dato da Israele all’ingresso di meno di 10 camion d’aiuti (dopo undici settimane di nuovo blocco totale). «Dobbiamo fare in modo che questi quattordicimila bambini siano salvati: non abbiamo molto tempo a disposizione, solo quarantotto ore», ha aggiunto il vicesegretario generale Onu.

 

 

“ALTRI”, COME A DIRE “ALTRE VITTIME”

Non che sia sfuggita ai più la sottigliezza lessicale, ma quando le agenzie, i mediatori parlano di vite umane, quelle di bambini a repentaglio, dicono, scrivono “altri”: non dobbiamo certamente spiegarlo noi, ci mancherebbe altro, ma “altri” sta per “che andrebbero a sommarsi alle decine di migliaia di vittime fino ad oggi mietute da un attacco unilaterale (non si può parlare di conflitto).

All’apertura del Qatar Economic Forum, il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, mediatore tra Israele e Hamas, insiste sul fatto che alla luce di quanto accaduto fino ad oggi e potrebbe accadere nelle prossime ore. E dichiara che l’inasprimento dell’offensiva israeliana nella “Striscia di Gaza” mette a repentaglio ogni possibilità di pace nel territorio palestinese. «Quando l’israelo-americano Edan Alexander è stato rilasciato – ha aggiunto nella sua dichiarazione ufficiale resa alla stampa – pensavamo che questo tipo di azione avrebbe in qualche modo aperto la strada alla fine di questa tragedia: la risposta, purtroppo, è stata un’ondata di attacchi ancora più violenti che hanno causato la morte di centinaia di innocenti: questo comportamento aggressivo e irresponsabile mina ogni possibilità di pace».

 

 

FORSE UNA SCHIARITA, FORSE…

«Oggi avremo una difficile discussione su Gaza; sul tavolo abbiamo la proposta olandese di revisione dell’Articolo 2 dell’accordo di associazione con Israele: ne discuteremo, non posso prevedere il risultato». Lo ha dichiarato l’alto rappresentante dell’Unione europea Kaja Kallas arrivando al consiglio Affari esteri e difesa. «Gli aiuti devono raggiungere Gaza il prima possibile – ha aggiunto – quello che passa ora non è abbastanza, è una goccia nell’oceano, ci sono migliaia di camion che aspettano».

Infine, ancora l’Ansa a proposito di quanto dichiarato da fonti palestinesi. Parlare di schiarita appare un azzardo, ma questo è quanto riferisce l’agenzia palestinese Maan citando fonti informate: «Il negoziato tra Israele e Hamas in corso a Doha non è ancora concluso ma prosegue; nonostante la complessità dei colloqui e l’insistenza di entrambe le parti sulle rispettive condizioni, le fonti sostengono che esisterebbe la possibilità di raggiungere un accordo all’ultimo momento».

«Oro per il Battaglini di Taranto!»

Olimpiadi nazionali di Matematica

Medaglia per Ciro Urselli (singolarista), Menzione d’onore per Mirko Saracino. Applausi meritatissimi per Gianluca Maggi, Lorenzo Tittarelli, Carlo Albano, Daniele Calia, Ciro Urselli, Mirko Saracino e Daniele Maggi, che hanno sfiorato il podio a squadre. La cronaca e le emozioni raccontate dalla docente Giuseppina Serafica e le congratulazioni della dirigente scolastica Patrizia Arzeni agli studenti del prestigioso liceo tarantino

 

Il Liceo scientifico trionfa nella fase finale delle Olimpiadi nazionali svoltesi nei giorni scorsi a Cesenatico, conquista il podio più alto e porta a casa la Medaglia d’Oro. In particolare, si sono messi in luce: Ciro Urselli (Medaglia d’oro singolarista) della classe 4H e Mirko Saracino della 3M (Menzione d’onore).

Che il liceo scientifico “Battaglini” fosse uno dei fiori all’occhiello di Taranto, questo era risaputo. Lo dice la storia, dal Dopoguerra in poi, gli studenti che hanno conseguito la maturità liceale nella scuola con la storica sede di Corso Umberto, hanno proseguito gli studi universitari, contribuito alla crescita culturale e sociale di Taranto. Quanti, poi, per motivi di lavoro sono rimasti fuori sede o trasferiti all’estero, anche se a distanza, hanno dato lustro alla città. Così, quando sei in un’altra città, parli di Puglia, di studio, scuole, non puoi sbagliarti: mostri, fiero, il petto e dici “Battaglini”, non puoi che pensare a Taranto, ai prèsidi, ai dirigenti scolastici, ai docenti, severi – secondo qualcuno, che non sa quanto sia importante una certa intransigenza nello studio, che ancora oggi a queste latitudini viene considerata “cosa seria” – sicuramente preparatissimi. Del resto, solo un buon insegnante può fare di uno studente con delle qualità, un grande professionista.

 

 

UNA GIORNATA, UN’EMOZIONE

Una giornata pienissima in fatto di impegni, descrive il sito del “Battaglini”. Una mattinata nel corso della quale le professoresse Serafica e Iorio hanno accompagnato i due singolaristi del liceo tarantino, Mirko Saracino (3M) e Ciro Urselli (4H) nell’enorme sala della Colonia Agip, che ospitava trecento ragazzi selezionati fra milleduecento scuole e centocinquantamila studenti.

«L’aula in cui i ragazzi svolgono la prova nazionale, sembra sconfinata – confessa, emozionata, la professoressa Giuseppina Serafica – ogni volta ho quasi timore nel lasciarli lì, tanto mi sembrano troppo piccoli, per una cosa tanto grande da fare; quest’anno, poi, la sensazione è stata particolarmente forte: nessuno dei due ragazzi è maggiorenne e, come accaduto in passato, mi sono chiesta: e se non dovesse andare come i ragazzi desiderano? Alla fine sono stati proprio loro, con un risultato straordinario, a rasserenarmi a distanza, dimostrandomi quanto siano grandi come “matematici in erba”, due giganti».

La professoressa Giuseppina Serafica, oltre ad essere docente storica del “Battaglini”, ricorda il sito scolastico, è anche responsabile distrettuale delle Olimpiadi di Matematica. Anche lei, infatti, in prima persona, è stata protagonista in questa edizione. Su invito della Commissione Olimpiadi, la prof del liceo tarantino ha tenuto una conferenza agli altri responsabili sul tema “Teoria dei giochi”. L’incipit dell’incontro è stato dedicato ad alcuni problemi classici di John Nash, dal dilemma del prigioniero alle applicazioni della teoria dei giochi nei problemi olimpici e alle metodologie per affrontare problemi che sicuramente esercitano enorme fascino. Un interesse talmente elevato da aver registrato numerose richieste da parte di colleghi interessati nel ricevere il suo intervento articolato ed esaustivo.

 

 

UNA SCUOLA, UNA SQUADRA

Nel pomeriggio dei “Giochi”, la giornata è proseguita con la semifinale a squadre. Gli alunni del “Battaglini”, anche loro orgoglio del liceo tarantino, hanno partecipato alla prima delle quattro semifinali, conducendo la gara con grande capacità e sicurezza, restando sempre nelle squadre di testa della classifica per concludere la partecipazione alle Olimpiadi nel gruppo delle squadre convocate per la finale.

Finalissima a squadre che si è svolta il giorno dopo. Uniche squadre del Sud ammesse: Il “Battaglini” di Taranto e lo “Scacchi” di Bari. Una gara entusiasmante, con continui capovolgimenti di classifica con gli studenti del liceo tarantino in grande evidenza nel giocarsi le carte giuste al momento giusto, senza mai mollare il terreno della battaglia, anche quando la risoluzione di qualche problema ha rischiato di metterli all’angolo. Alla fine è arrivato un riconoscimento per la loro brillante prestazione con l’accesso alla premiazione. Questa la squadra dei giovani talenti matematici: Gianluca Maggi (Capitano), Lorenzo Tittarelli (Consegnatore), Carlo Albano, Daniele Calia, Ciro Urselli, Mirko Saracino, Daniele Maggi.

 

 

TU CHIAMALE, SE VUOI, EMOZIONI…

Il momento più emozionante, lo racconta la professoressa Gisueppina Serafica: «E’ stato con la premiazione dei singolaristi: come sempre nessuno sapeva nulla circa i ragazzi che avrebbero avuto accesso ai premi o circa i cut-off, e cioè i punteggi minimi, che avrebbero dato accesso ai vari tipi di medaglia. Quindi la cerimonia è iniziata con l’introduzione alla premiazione a cura del Presidente della Commissione Olimpiadi prof. Ludovico Pernazza. Tra il serio e il faceto, anche per stemperare gli animi dei partecipanti in trepidante attesa, Pernazza ha compiuto una disamina su come era andata globalmente la prova. Una suspence altissima: i punteggi andavano in crescendo e del nome di Ciro Urselli nemmeno l’ombra, fino a quando non è arrivata la proclamazione sullo stile “the winner is…”:  “Ciro Urselli – Liceo Battaglini di Taranto, Medaglia d’oro!”. Esplosione di gioia incontenibile, con il cuore di tutti a mille e gli occhi emozionatissimi: Oro, oro, orooo!».

Soddisfazione anche per Mirko Saracino. Pur non essendo arrivato in zona–medaglia, lo studente del liceo tarantino ha avuto una meritatissima “menzione d’onore”, avendo svolto perfettamente due quesiti molto impegnativi, tanto che la sua giovane età fa ben sperare per il suo futuro nelle Olimpiadi.

 

APPLAUSI E CONGRATULAZIONI

La professoressa Giuseppina Serafica, infine, grande docente, una insospettabile stoffa da cronista nel trasmettere grandi emozioni, ha rivolto il suo ringraziamento a tutti i ragazzi, ai loro genitori, che li hanno sostenuti in questa avventura ed alla dirigente del Battaglini, dott.ssa Patrizia Arzeni, che ha fatto del Progetto Olimpiadi, uno dei momenti di punta della Programmazione scolastica. Infine, proprio la dott.ssa Arzeni, insieme a tutta la comunità scolastica del “Battaglini”, nel congratularsi con gli studenti, ha rivolto i più fervidi auguri a quanti hanno partecipato al progetto, perché questo sia il primo passo verso un futuro ancora più radioso.

«E dieci…»

Con l’arrivo di Achille, Chiara e Matteo, pugliesi, hanno fatto “cifra tonda”

I coniugi Amico-Calsolaro di Alessano, avevano programmato l’arrivo del piccoletto. «Parenti e amici erano già al corrente che l’ultimo nostro pargoletto ci avrebbe raggiunti a maggio e così è stato…», dicono i due genitori del nascituro venuto alla luce nell’ospedale di Tricase. Come si organizzerà la famiglia: «Spesa una volta la settimana, privilegiamo le offerte e le grandi quantità; i vestiti “passano”, a scalare, dal più grande al più piccolo»

 

«Lo abbiamo chiamato Achille, il nome è importante: ha un suo significato, la mitologia lo dipinge come un guerriero forte, coraggioso, qualità che proviamo a mettere in atto ogni giorno, perché non è semplice, ma con l’amore e l’armonia, tutto è possibile». Come dar torto a Matteo Amico, quarantuno anni, che a giornalisti di stampa e tv offre, anche a nome della moglie, Chiara Calsolaro, quarant’anni, un sorriso contagioso.

Uno di quei sorrisi che non mettono in secondo piano “varie ed eventuali” della coppia di Alessano, provincia di Lecce, che ha annunciato con gioia immensa il loro decimo figlio: Achille, si diceva: un maschietto, tre chili e mezzo, bracciotte e gambotte piene di energia, dato alla luce un pomeriggio di qualche giorno fa.

«Mamma e neonato godono di ottima salute e sono pronti a tornare nella loro affollata casa», hanno fatto sapere medici e personale dell’ospedale “Cardinale Panico” di Tricase. Insomma, una famiglia a tutto Salento. Meglio di così…

 

 

«AL MIO SEGNALE…»

Non è il Massimo Decimo Meridio del “Gladiatore”, ma ci piace pensare che l’ultimo pargolo al suo arrivo abbia accettato la sfida con la frase ormai leggendaria «Al mio segnale scatenate l’inferno!». Con l’arrivo del piccolo Achille, la coppia salentina può dirsi pienamente soddisfatta nell’aver fatto ancora una volta “strike”, il progetto di una famiglia numerosa, proprio come i due coniugi l’avevano pensata, desiderata. Adesso la “figliolanza” conta sette maschi e tre femmine. Il più grande ha diciannove anni. La scoperta della decima gravidanza di Chiara, appena dopo la nascita della loro ultima figlia, Vittoria, un anno compiuto lo scorso marzo.

Una scelta in qualche modo in controtendenza, quella di Chiara e Matteo nel costruire una famiglia così numerosa, posto il continuo calo demografico che si registra al Sud.

A qualcuno scapperà un sorriso (a noi basta quello di Chiara e Matteo), ma questa è la formazione dei due genitori da guinness dei prima, altro che “Show dei record”, con tanti saluti a Gerry Scotti: Mattia (diciannove anni), seguito da Azzurra (sedici), Francesco (quattordici), Riccardo (dodici), Enea (nove), Ludovica (sette), Diego (cinque), Luigi Maria (due), Vittoria (uno). «Ogni bambino – ha ribadito in più occasione la coppia – è stata una benedizione».

 

 

«FAMIGLIA NUMEROSA»

Qualcuno, perché non mancano quanti avranno benevolmente criticato marito e moglie, si sarà lasciato scappare un «Va bene una famiglia numerosa, ma loro l’hanno presa troppo alla lettera…». «Certo, questione di organizzazione familiare – ha risposto qualcun altro in difesa di Chiara e Matteo – ma se i due si organizzano, fanno incastrare i loro impegni, che male c’è?». Del resto, e questa è un’informazione certa, dal più grande al più piccolo gli Amico’s hanno imparato a fare squadra.

La notizia della nascita di Achille è arrivata puntuale. Achille, già si sapeva fosse un maschietto, doveva nascere a maggio e maggio è stato. Una notizia bellissima e soprattutto fuori dal comune che per la Puglia, di questi tempi poi, segna un vero e proprio primato. 

«Amici e parenti – hanno rivelato Chiara e Matteo – sapevano che volevamo arrivare a una cifra tonda, così è stato: diciamo che da quando abbiamo abbracciato Achille, contestualmente abbiamo alzato anche l’asticella, e dunque, siamo qui ad impegnarci in quella che considero una sfida bellissima, che non si può descrivere…».

 

 

UNA SQUADRA, TIFIAMO!

Qualcuno fa spallucce, da queste parti succede e su questo, papà e mamma, sono ferratissimi e allenati: «E i soldi? Non ci pensate che occorrono tanti soldi per portare una famiglia che conta fra genitori e figli dodici elementi?». Secondo il nostro modesto punto di vista, papà e mamma ci avranno pensato,e nemmeno una volta. Da qualche parte si dice «So quel che faccio, so quel che posso» e crediamo che Matteo il problema, se vogliamo chiamarlo “problema”, se lo sia posto. Il programma non si sposta di una virgola: «Spesa una volta alla settimana; privilegiamo le offerte e le grandi quantità; i vestiti “passano”, a scalare, dal più grande al più piccolo».

Una scelta singolare, ma a Chiara e Matteo, vogliamo far vivere questo sogno senza che qualcuno non si lasci sfuggire paternali? E se arrivasse un bel contratto pubblicitario? Hai visto mai? Coraggio, ragazzi, fuori i muscoli, come quelli che il piccolo Achille ha già mostrato, e fate vedere che la squadra può vincere a occhi chiusi. Tifiamo per voi.