Locorotondo, quanto sei bella!

Cittadina pugliese, incastonata nella Valle d’Itria

Non si contano foto e selfie fra strade e panorami mozzafiato, stradine fiorite, chiese e antichi palazzi. Fra i trulli, pareti imbiancate, in provincia di Bari, confina con Ostuni (Brindisi) e Martina Franca (Taranto). Qui hanno girato film Rubini, Salemme, Aldo, Giovanni e Giacomo. E poi, Dodi Battaglia, fra amici e fan dei Pooh

 

Puglia, Italia. Non c’è stagione che possa convincere un turista, chiunque si attrezzi per compiere lunghe camminate, in gruppo, o in coppia, per visitare “la regione più bella del mondo” dal suo interno. Bene, una delle nostre ultime mete, della quale abbiamo spesso scritto insieme ad altre bellissime, affascinanti cittadine, è Locorotondo.

Ci abbiamo girato intorno, scritto di bellezze mozzafiato, perfino approfondito sulla costruzione dei trulli, una volta considerati dai contadini come vano per custodire attrezzi, oppure abitazione povera, costruita su pietra bianca per evitare di pagare tasse salate fossero stati considerati abitazioni. Parliamo di duecento anni fa. Buttare giù e ricostruire un trullo, alla faccia degli esattori che prevedevano la demolizione del manufatto in caso di mancato pagamento delle gabelle richieste, non richiedeva molto tempo. Una volta buttato giù, andato via l’esattore che aveva fatto eseguire l’abbattimento, il contadino insieme a un mastro trullaro, in quattro e quattr’otto rimetteva in piedi casa.

 

 

CITTA’ BIANCA…

Dunque, Locorotondo, una delle città bianche più affascinanti della Puglia. Fra balconcini e vialetti imbiancati, questa cittadina è immersa nella Valle d’Itria, nota ai turisti, non solo italiani, come Terra dei Trulli.

Tranquillo borgo dalle tipiche case basse imbiancate a calce, Locorotondo sorge in cima a una collina che domina la Valle d’Itria. Bella, Locorotondo, a forma circolare e le stradine disposte in modo concentrico, come se lanciassimo un sasso nello stagno. Ecco spiegato l’origine del nome. Fra i borghi più belli d’Italia, questa cittadina fa parte di  quel gruppo di città bianche pugliesi delle quali fanno parte, fra le altre, Ostuni, Cisternino e Martina Franca.

Borgo in provincia di Bari è stato eletto il Regno dei balconcini fioriti. Suggestivo il modo in cui, questi, sbucano  da architetture barocche e dalla pietra locale, ma anche la città delle cummerse, abitazioni rettangolari con tetti spioventi realizzati in chiancarelle (“cum vertice” per la conformazione del tetto).

 

Dodi Battaglia a Locorotondo (foto Mario Maggi)

 

SET CINEMATOGRAFICO

Non solo borgo da visitare e nel quale fermarsi, Locorotondo è stato anche scelto come set cinematografico di film che hanno fatto la fortuna di produttori e attori: “Mio cognato” con Sergio Rubini, “Così è la vita” con Aldo, Giovanni e Giacomo e “Baciami piccina” con Vincenzo Salemme. E poi, big della musica legati al territorio. Un habitué è Dodi Battaglia, chitarrista dei Pooh. Legato da sempre alla Puglia, non perde occasione di fare un salto, quando può, proprio a Locorotondo. Qui, fra amici e fan, trascorre giornate serene staccando la spina da un enorme tour de force con la formazione più amata d’Italia. Con Roby Facchinetti e Red Canzian, estate da “tutto esaurito”.

Anche il centro storico di Locorotondo è un percorso fatto di stradine bianche che nascondono chiese antiche, palazzi barocchi e botteghe artigiane. Un borgo, per intenderci, dove il tempo sembra si sia fermato, tanto che i turisti colgono subito l’aspetto di una cittadina che con i suoi abitanti, vive ancora di antiche tradizioni.

Ogni angolo è una forte suggestione. Piazza Vittorio Emanuele, elegante salotto della Città vecchia. Oppure la terrazza panoramica da cui si apre una veduta straordinaria sulla Valle d’Itria, sullo sfondo Martina Franca e Cisternino. Non è caso che chiunque visiti Locorotondo, si faccia immortalare in foto del panorama, oppure risolvendo il desiderio di immortalarsi in un giorno così speciale con un bel selfie.

 

 

MONUMENTI E CHIESE…

La chiesa dedicata a San Giorgio, patrono della città, è la chiesa madre di Locorotondo. Costruita nel 1825, sorge dove in passato erano state erette altre due chiese dedicate allo stesso santo (la prima nel 1200, l’altra nel 1600). Al suo interno, scene bibliche su quarantadue riquadri, recuperati dalla precedente cappella cinquecentesca, e l’Ultima cena del pittore napoletano Gennaro Maldarelli. Altro dipinto imperdibile: la Madonna del Rosario, incorniciato da 15 ovali raffiguranti i misteri, firmato da Francesco De Mauro. Fra le altre chiese, San Nicola e quelle della Madonna della Greca e della Madonna della Catena.

Da ammirare, infine, Palazzo Morelli, un esempio dell’architettura barocca di Locorotondo. Un portale d’ingresso, contornato da un’arcata in pietra, arricchita da volute e foglie di acanto mentre al centro spicca una maschera benaugurale con lo stemma nobiliare della famiglia Morelli.

Infine, ma non ultima suggestione: la Torre dell’Orologio. Risale al XVIII. Anticamente adibita a sede universitaria, oggi la Torre ospita l’Archivio Storico della città e il Centro di Documentazione Archeologica sull’Insediamento Neolitico Grofoleo (l’orologio un tempo adornava il campanile della Chiesa Madre di San Giorgio).

«A tavola, si mangia!»

Lampedusa, gli isolani improvvisano spaghettate per i migranti sbarcati

Appena arrivati dopo quattro giorni di viaggio. Affamati, disorientati, disperati, hanno chiesto cibo. Così i lampedusani hanno compiuto una gara di solidarietà: invitati i ragazzi a sedersi e rifocillarsi. Orgoglio per il Sud.

 

Di Antonello, quel vigile del fuoco che ha rinunciato a una cena con amici e ha chiesto a sua madre di improvvisare una generosa spaghettata con emigranti arrivati a Lampedusa dal Burkina Faso, ne abbiamo già scritto. Non a caso abbiamo titolato «Bravo, Antonello!». In quanto uomo e gesto, il suo, da prendere come esempio e mostrarlo non solo nelle scuole, quello no, i ragazzi, sanno più dei grandi che chi è in difficoltà, va sempre e comunque aiutato. Bisognerebbe, forse, mostrare video, far leggere storie, come quella che stiamo per raccontarvi e raccolta dall’Ansa, storica e autorevole agenzia giornalistica italiana, a quei politici che si sono spesi negli anni scorsi, spinti perfino, sulle spiagge della Sicilia, per respingere migranti disperati in cerca di un aiuto, come se il male per il nostro paese scaturisse proprio dall’“invasione” di extracomunitari.

E allora, l’agenzia giornalistica Ansa, ci ha raccontato in queste ore di decine di migranti, con sacchetti di plastica o con la busta data loro negli hotspot, si aggiravano a Lampedusa lungo il corso principale del paese.

Ragazzi con la disperazione negli occhi, fra loro diversi minorenni, che avevano pensato di allontanarsi dal primo centro di accoglienza per fare due passi per Lampedusa. Non come turisti, ma come esseri umani che intanto avevano scampato la morte dopo una lunga traversata durata dai tre ai quattro giorni, senza toccare cibo.

 

 

TENSIONE SUPERATA

Primi momenti di tensione si sono registrati durante la distribuzione dei pasti. Vediamo quanti di voi, a stomaco vuoto da quattro giorni, senza cibo e acqua avrebbero mantenuto un certo contegno. La disperazione è una e una sola, e non ha colore. Magari questi ragazzi hanno la soglia di resistenza superiore alla nostra, ma non è un buon motivo non aspettarsi una reazione a momenti in controllabile esplosa solo a causa di una sola parola: fame!

Migranti in giro per Lampedusa. Fra questi, molti tenevano stretta fra le braccia una bottiglia d’acqua minerale. Nessun fastidio provocato ai lampedusani, nessun problema di ordine pubblico. Questi ragazzi cercavano solo qualcosa da mangiare in mezzo ai tanti turisti in vacanza sull’isola. Con una certa difficoltà (non parlavano italiano), hanno prima cercato di informarsi sul costo di una pizza o un panino, spesso desistendo perché quei prezzi non erano alla portata di quel denaro stretto in una mano (guai a perderlo, per loro sarebbe la fine…). Stupore sul fatto che una bottiglietta di mezzo litro di acqua minerale costasse 2 euro. Croce Rossa italiana e la polizia, intanto, per tutta la notte, avevano passato al setaccio tutta Lampedusa per convincere molti di questi ragazzi a rientrare all’hotspot (contrada Imbriacola).

Molti degli isolani, non è la prima volta che accade, hanno improvvisato grandi spaghettate, invitando molti di questi ragazzi a sedersi a tavola mangiare, possibilmente, con calma per evitare di farsi del male piuttosto che trarre del bene dal cibo fortunatamente generoso disposto sulla tavola.

 

 

«SPAGHETTI PER TUTTI!»

Di Antonello ne abbiamo scritto due giorni fa in “Storie”: lui, il vigile del fuoco, senza pensarci troppo aveva deciso di condividere la sua cena con un gruppo di migranti. Stava per uscire e andare a cena con amici, quando di colpo si è ritrovato davanti casa una decina di giovani del Burkina Faso, che chiedevano da mangiare. «Stremati, privi di forza – aveva detto il vigile del fuoco – ma soprattutto affamati: uno di loro si è messo perfino in ginocchio chiedendo da mangiare! Ma vi rendete conto? Come facevo a ignorare quei ragazzi e andare a mangiare con i miei amici? Ma non scherziamo…». Così, Antonello si è rivolto alla mamma e le ha chiesto di improvvisare una spaghettata. Detto, fatto: una bella tavola apparecchiata, grandi sorrisi, una mangiatona di spaghetti al pomodoro. «Li ho fatti accomodare nella veranda di casa mia e ho cenato con loro: avevano una fame pazzesca. Una corsa alla generosità che stanno facendo tutti i lampedusani. Tutti abbiamo il compito di dare loro una mano».

Tantissimi i commenti sui social. Molti hanno commentato con affetto, vicinanza e “applausi” i due protagonisti di storie come questa, simbolo dell’accoglienza che caratterizza il popolo siciliano. Molte le persone che li hanno ringraziati a nome di quell’umanità spesso dimenticata. Sempre sui social, sui quali nessuno si risparmia, ha dimostrato memoria colpevolmente corta anche davanti a esempi positivi, come questi, scrivendo frasi che non meritano nemmeno un solo commento. Siamo orgogliosi di essere italiani, siciliani, gente del Sud, che quando c’è da dare, offrire anche quel poco che abbiamo, non ci pensano due volte.

Trullo, mon amour…

Quelle costruzioni “a cono” che tanto piacciono agli stranieri

Da investimento per le vacanze a business immobiliare. Come è cambiata la prospettiva di quella costruzione contadina. Da ripostiglio per le attrezzature ad abitazioni per evitare tasse esagerate. Non vi fidate di chi non è “mastro trullaro”. Giovani artigiani crescono…

 

L’estate sta finendo. Pare ci sia ancora un colpo di coda, non di quelli con punte di caldo insopportabili come nello scorso luglio, princìpi d’agosto, per fortuna. Dunque, ancora nessun titolo di coda e turisti ancora lì, infilati in un trullo, comprato in tempi in cui ancora si potevano investire cifre ragionevoli, oppure preso in affitto per un mese, forse due.

Il trullo, per chi ama la serenità, che poi è tutto. Se si vuole staccare dal “logorio della vita moderna”, assicurarsi una vacanza in Valle d’Itria è uno degli investimenti più intelligenti. Così, fanno bene quei siti a suggerire a quanti sono alla ricerca di un’esperienza autentica, che metta in contatto con l’anima più antica della Puglia, suggerisca il trullo. Che poi non è un solo vano. Nel tempo, da immobile piccolo, nel quale i contadini riponevano le attrezzature di campagne, si è passato a una vera e propria costruzione che fosse più accogliente, come una “seconda casa”. Poi è intervenuto l’Unesco, che ne ha salvaguardato la bellezza e l’importanza culturale, così il trullo è diventato storia. E accoglienza.

 

 

ECCO IL SUCCESSO!

Nel tempo, queste costruzioni sono state apprezzate nelle vacanze, anche per il lusso e il comfort, tanto da essere stati indicati come la casa dei vostri sogni, almeno durante le vacanze.

L’origine dei trulli, si diceva, è legata ad un passato agricolo, fino a diventare proprietà ambìte fra i turisti che vedono in quelle costruzioni “pugliesi” non solo case per le vacanze, ma anche da acquistare, come fosse un normale investimento immobiliare.

Secondo alcuni studiosi, i trulli sarebbero stati presenti già nel Millequattrocento, anche se è nel Millecinquecento che questi hanno la loro massima espansione, grazie a un editto del Regno di Napoli che imponeva tributi a ogni nuovo insediamento urbano. L’ingegno popolare, a quel punto, spinse quanti non potevano permettersi case costose a rimediare con costruzioni che si potessero abbattere con estrema facilità. Quando il delegato del re, si racconta, stava per arrivare a riscuotere le tasse, era sufficiente togliere la chiave di volta ed ecco che le case, come d’incanto, si trasformavano in ammassi di pietre.

Ma, attenzione, un trullo può subire interventi solo da un buon mastro trullaro, antico mestiere trasmesso di padre in figlio. Oggi non è molto semplice trovare un buon mastro, anche se molti giovani volenterosi stanno riscoprendo gli antichi mestieri artigiani.

 

 

“TRULLO, DOVE SEI?”

Molto ricercati da turisti provenienti da tutto il mondo in quanto proprietà dallo stile unico, oggi i trulli sono visti tanto come casa per le vacanze e tanto come investimento, il più delle volte ricercati da acquirenti esteri, che desiderano capitalizzare la crescente domanda nel turismo nella regione Puglia.

I trulli rappresentano una scelta ideale per chi desidera trascorrere le proprie vacanze in Puglia. Migliaia sono i turisti che ogni anno scelgono di vivere le proprie vacanze in una di queste case a forma di cono. Vivere un trullo è un po’ come immergersi nella storia e nelle tradizioni dei secoli passati, a stretto contatto con la natura tranquilla della campagna pugliese, ammirando il contrasto della terra rossa con gli uliveti e il cielo di un colore azzurro profondo. Diteci voi, se non è un quadro nel quale valga la pena di finire.

I trulli vengono restaurati come fossero case-vacanza di lusso: interni eleganti e moderni, circondati da lussureggianti giardini mediterranei, rilassanti piscine private e aree di intrattenimento all’aperto. Ecco gli elementi che fanno di una comune vacanza, un’esperienza unica. 

«Puglia, da toglierti il fiato!»

Janet Jackson, altro giro altra vip: stregata dal Salento

La cantante americana, sorella dell’indimenticato Michael, ha soggiornato nell’hotel “Negroamaro” di Sannicola. Foto e sorrisi su Instagram. E poi, non solo Kim Basinger, sono molti i vip che hanno comprato casa qui: Francis Ford Coppola, Helen Mirren, Raoul Bova, Jacopo (figlio dello stilista Etro), Serena Dandini e tanti altri

 

«Abbiamo concluso le nostre vacanze estive in modo mozzafiato». Non è il post di uno dei tanti turisti che hanno trascorso le loro vacanze estive in Puglia. Tanti, infatti, sono stati ragazzi, ragazze, famiglie, che hanno scelto il Tacco d’Italia come meta del loro spicchio d’estate nel quale rilassarsi. Entusiasti delle spiagge, del mare, della cucina pugliese. Bene, sono stati in tanti ad imbattersi anche in vip, very important person, chi del mondo del cinema o della tv, dello sport o del “tubo”.

Fra questi, e parliamo di un altro vip internazionale, a postare quella frase che racconta tutto sulla sua vacanza pugliese, è la cantante Janet Jackson. Proprio lei, la popolare “sorellina” dell’immenso Michael Jackson, è stata in questi giorni tra i vari vip che hanno popolato il Salento.

La popolare artista americana ha, infatti, soggiornato nell’hotel “Negroamaro” di Sannicola, in provincia di Lecce. È stata lei stessa, come da moda, a “geolocalizzarsi” in Puglia con un post che la ritrae nei giardini della tenuta salentina. Nella didascalia del post, oltre all’elogio all’accogliente complesso turistico struttura, un eloquente: «Abbiamo concluso le nostre vacanze estive in modo mozzafiato».

 

 

PUGLIA, ATTRAZIONE FATALE

Non solo Kim Basinger, dunque, ma anche Janet Jackson si è innamorata del Salento. Un amore incondizionato, considerando la passione che ha messo in quel messaggio stringato, ma eloquente, apparso sul suo profilo Instagram con splendide foto al in coda alla sua vacanza salentina, in compagnia di due donne dello staff della masseria in cui è stata ospite. A breve, la ripresa del suo tour americano “Together Again Tour”, che si concluderà in ottobre a Lincoln, in California.

Per chi non la conoscesse, Janet Jackson è una star americana. Una gran voce e un talento nello scrivere hit, che grazie al successo dei fratelli, i “Jackson 5” – formazione della quale fece parte anche il piccolo Michael, il più promettente di tutta la numerosa famiglia di talenti canori – ha avuto un trampolino di lancio nel mondo dello spettacolo. Janet, sorella di Michael, nel tempo, si è ritagliata uno spazio tutto suo fino a diventare una delle più grandi icone della musica americana. Una cantante che ha collezionato numeri pazzeschi in fatto di vendite e riconoscimenti grazie al suo coraggio e al suo carattere straordinario.

 

 

COMPRO CASA…

Ma non solo mordi e fuggi. Non vanno, infatti, dimenticati quei vip che nel Salento hanno comprato casa. Proviamo a farne una breve cernita. Detto di Helen Mirren, annoveriamo il regista cinematografico Francis Ford Coppola, proprietario di una masseria di Ugento; l’attore Raoul Bova a Bagnolo; l’attrice Paola Pitagora a Castiglione di Andrano; il diplomatico italo-svedese Staffan de Mistura, a suo tempo rappresentante delle Nazioni Unite, nella zona di Tricase, come il giornalista Rai, Duilio Giammaria; Jacopo, figlio dello stilista Etro, proprietario di un palazzo del Seicento a Matino; la conduttrice televisiva Serena Dandini, che ha pensato di “investire” in una vecchia dimora a Marittima di Diso, il pittore e fotografo Fabio Pellicano, che questa estate ha spostato casa e atelier da Bruxelles a Tricase, dove a fine agosto, ha tenuto la prima mostra fotografica.

Un tuffo dove l’acqua è più blu…

Taranto e le spiagge più belle della provincia

Le marine di Ginosa e Castellaneta, Pulsano e Lizzano, Campomarino e Torre Colimena. Tanto per fare dei nomi. le dune si confondono in un litorale formato da sabbia candida. Chidro e il Borraco, fiumi che rappresentano habitat eccellenti sia per la fauna che per la flora

 

«Quella foto è di un nostro lido, giù le mani: altro che Miami!». Qualche anno fa, una levata di scudi da parte di operatori del settore turistico. Non solo tarantini, ma anche colleghi dell’arco ionico-salentino, quasi a sostenersi a vicenda, per quel furto con destrezza. Una foto utilizzata allo scopo di convincere con lido, spiaggia e mare così belli, puliti e cristallini, turisti italiani a volare all’estero perché – veniva più o meno spiegato – queste emozioni le trovi solo all’estero. E, invece, gli italiani quelle “emozioni” le trovano più o meno sotto casa o comunque non molto lontano. Insomma, Taranto, Puglia, Italia.

Ginosa e Castellaneta, Pulsano e Lizzano, Campomarino e Torre Colimena. Tanto per fare dei nomi. Sono queste alcune delle spiagge più belle del litorale tarantino. Spiagge, a decine. Spiagge spettacolari, come sottolinea Lifestyle, il canale dello stile. Spiagge che impreziosiscono il litorale pugliese con particolare interesse nella provincia di Taranto. E’ bene sottolineare che l’intera provincia si può considerare un gioiello non del tutto scoperto dal turismo di massa, nonostante possieda scenari mediterranei davvero unici. Un esempio fra gli altri: la Salina dei Monaci a Torre Colimena, tratto di costa a pochi passi da Manduria. Qui il panorama, suggestivo, è contrassegnato dalla presenza di una torre di vedetta. Un litorale con morbide dune di sabbia e una fauna composta da aironi, cigni e fenicotteri. Una bellezza da lasciare senza fiato.

 

 

SPIAGGE BELLE E INCANTEVOLI

A proposito di questo stesso versante, c’è Maruggio, o meglio, Marina di Maruggio. Una perla, fra le altre: San Pietro in Bevagna, dove le dune si confondono in un litorale formato da sabbia candida. Qui sono disponibili tutti i servizi di cui si potrebbe aver bisogno: ombrelloni, lettini e sdraio, bar, ristoranti. Chi cerca di tratti di spiaggia libera, in ogni caso, ha comunque modo di trovare spazi disponibili. Da segnalare la Foce del Chidro, corso d’acqua che percorre un’ansa molto particolare, quasi un invito a tuffarsi in acqua dolce, ma anche nelle acque del mare.

Provinciale 122. Costeggia il meraviglioso litorale di Campomarino, dove la macchia mediterranea si alterna a dune di sabbia candida, mentre le acque trasparenti del mare propongono un meraviglioso blu profondo che di tanto in tanto lascia spazio a un turchese più chiaro. Qui sfociano il Chidro e il Borraco, fiumi che rappresentano habitat eccellenti sia per la fauna che per la flora. Gli appassionati di snorkeling prendessero nota: Campomarino, dove a una profondità di sei metri circa ci si può imbattere in sarcofagi in marmo risalenti all’epoca romana. In zona, altro gioiello: Lido Piri Piri.

Torre dell’Ovo (Maruggio), regala paesaggi di grande suggestione, paesaggi a giusta ragione considerati “artistici” per la loro indiscussa bellezza. La spiaggia di sabbia dorata ha alle spalle una scogliera così da rendere il paesaggio ancora più affascinante. Numerosi tratti di spiaggia libera, fondali digradanti e sabbiosi, e un mare trasparente molto apprezzato dalle famiglie con bambini. Da non dimenticare, la spiaggia di Bagnara: bagnata da acque trasparenti e con alle spalle una macchia mediterranea dai colori e dai profumi speciali, mirto, capperi, timo e rosmarino.

 

 

GOLFO DI TARANTO, BENVENUTI…

Costa orientale del Golfo di Taranto. benvenuti nella spiaggia attrezzata di Lido Silvana(Marina di Pulsano). Spiaggia splendida formata da sabbia candida e morbida, un litorale incantevole a semicerchio con dune e macchia mediterranea. Anche nelle vicinanze, presenti diverse strutture balneari e molteplici possibilità di alloggio. Fondali bassi e sabbiosi, un invito a tuffarsi, fare il bagno e concedersi piacevoli “bracciate”.

Anche a Marina di Ginosa il fondale è basso. La spiaggia di sabbia si estende per chilometri e chilometri digradando dolcemente. Le famiglie in vacanza con i bambini al seguito non possono che prendere in considerazione questa destinazione. Marina di Ginosa vanta un tratto di costa in cui, grazie ad acque pulite e limpide, è giunto anche il riconoscimento della Bandiera Blu assegnato da Legambiente. Bandiera Blu anche per il mare di Castellaneta Marina, con gli aromi della macchia mediterranea e una pineta che regala ombra, verde e serenità.

Dall’estremità orientale a quella più occidentale, nel territorio di Castellaneta si trovano circa venti arenili che ospitano sia tratti di spiaggia libera che aree attrezzate. I lidi attrezzati permettono non solo di noleggiare lettini e ombrelloni ma offrono anche servizi come noleggio pedalò, bagni, docce e numerosi ristoranti.

A Marina di Lizzano è possibile trovare alcune delle spiagge più belle della Puglia. Il mare ai lidi di Marina di Lizzano è limpido e cristallino, caratteristica comune alle altre spiagge della zona del versante bagnato dal Mar Ionio. Marina di Lizzano si popola in estate ed è un’ambita meta turistica estiva. Qui sono presenti numerosi stabilimenti balneari e strutture ricettive tra queste hotels, Bed & Breakfast e agriturismi. Ma, in buona sostanza, tutta la costa di Taranto è bellissima: qui, solo mare cristallino e pulito.

“Frisella, amore mio!”

Bruno Barbieri, preso per la gola in Puglia

Anche lo chef italiano più celebrato matto per il Tacco. Grande ospitalità, gastronomia che non si batte. Diversi i piatti tipici sottoposti al suo giudizio, benevolo. Per due motivi: perché la nostra cucina non si batte e poi perché era qui per stare in assoluto relax, lontano da programmi di successo come “Masterchef Italia” e “4 Hotel”

 

Forse mancava solo lui all’appello. Il piccolo grande chef, Bruno Barbieri. L’artista della tavola che più di ogni altro (colleghi compresi) riesce a bucare lo schermo, a risultare perfino simpatico anche quando pronuncia il suo “No!” ad uno dei tanti allievi-concorrenti dei suoi coocking-show.

Bene, era l’ultimo che ancora non rispondeva all’appello, al richiamo di una Puglia di per sé già affascinante per le sue bellezze mozzafiato disseminate lungo tutta la sua penisola, il Tacco d’Italia. Così Barbieri è arrivato, fra comitati d’onore, applausi e ristoratori che hanno fatto a gara per ospitarlo chedendogli, magari, di essere indulgente, di manica larga nel giudicare il mix fra ospitalità e qualità dei piatti con i quali nelle nostre province si accolgono i turisti.

Dunque, in questi giorni Bruno Barbieri è stato, letteralmente, in vacanza in Puglia. Ne hanno scritto giornali e siti, fra questi Nuovo Quotidiano di Puglia e Corriere del Mezzogiorno. Dopo una prima ricognizione, i cronisti presenti, hanno subito annotato le prime sue parole da ospite e non da chef stellato che intende assegnare voti, promozioni o bocciature. Diciamo subito che è andata benissimo. Barbieri si è dichiarato matto per le cozze ripiene e per la frisella con il calamaro.

 

 

PUGLIA, TU MI TENTI…

Il popolare conduttore di programmi televisivi (“Masterchef Italia”, “4 Hotel”, fra questi), ha trascorso qualche giorno a Giovinazzo, dove è stato ospite del “Romanazzi’s Restaurant” e all’“Hostaria San Domenico”, locali molto accorsati. Circondato da uno stuolo di amici, Barbieri si è lasciato andare nell’assaggio: ai voti “insindacabili”, numerosi piatti tipici della cucina pugliese, che ha mostrato di apprezzare non poco: pettole, alici fritte, “tiella” alla barese, fave e cicorie, cozze ripiene, pisticchia, bombette e sporcamuss. A ricognizione finita, Barbieri non ha potuto fare a meno di chiedere allo chef del ristorante del quale era ospite, la ricetta di cozze ripiene, che sembra lo abbiano letteralmente “fulminato”.

Foto e selfie con clienti e staff del ristorante, con la registrazione – già che c’era – di un video per il ristorante “Romanazzi”, nel quale ha elogiato ospitalità e collega del posto. Insomma, proprio Bruno Barbieri era uno dei pochi protagonisti del mondo dello spettacolo (e della politica) che ancora non era “sceso” in Puglia per trascorrere quest’estate alcuni giorni in Puglia.

Barbieri in questo suo soggiorno pugliese è rimasto stregato dalla cucina pugliese, rispolverano anche una propria ricetta che ben si coniuga con la tradizione pugliese: la frisella con il calamaro in umido. Il video della realizzazione risale a circa un anno fa, ma è stato ripostato su Instagram, dove ha raccolto centinaia di commenti e apprezzamenti.

 

 

…TRE VOLTE TANTO

Ricordiamo che in un recente passato proprio Barbieri era finito nell’occhio del ciclone di alcuni puristi della cucina pugliese: oggetto della contestazione, l’aver proposto una ricetta nella quale la frisella veniva cotta. Secondo i tradizionalisti, errore da matita blu. Ma, come ha dimostrato sportivamente lo stesso grande chef, c’è tempo per ricredersi, ricampionare le proprie idee su un tipo di cucina: detto-fatto. Così ecco i calamari in umido che hanno riscontro da parte di centinaia e centinaia di follower della cucina pugliese.

Altra tappa pugliese per Barbieri, Lido Sabbiadoro di Monopoli, dove non è mancato il pranzo a base di prodotti tipici a km 0, nel ristorante dello stabilimento balneare del Capitolo. Tra i piatti assaggiati da uno dei cuochi più noti del mondo, anche la famosa frisella gourmet, nota in tutta Italia e oggetto del dibattito ferragostano per via del suo prezzo in menù: venti euro.

Queste giornate pugliesi di autentico relax, con quel pizzico di contributo professionale (e promozionale) alla fine saranno serviti allo chef stellato anche per ricaricare le batterie, riappropriandosi dei sapori di una cucina sempre apprezzata. E, perché no, imparare nuove ricette da riproporre in uno dei suoi tanti programmi che riprenderanno in autunno.

Non solo mare, i borghi…

Puglia, bella (e possibile)

Non solo a luglio, in agosto la nostra regione è presa d’assalto dai turisti. Cisternino, Alberobello, Polignano a Mare e Manduria. Suggestioni, bellezze e accoglienze fanno del Tacco d’Italia una delle mete più visitate al mondo

 

La Puglia e quattro borghi, i più belli. Ce ne sarebbero di più, tanti di più. Ogni provincia pugliese ha la sua storia, ogni storia una sua bellezza. Non è un caso che nel mese di agosto, ma anche luglio e settembre, la Puglia venga presa in seria considerazione da parte dei turisti italiani. E non solo. Perché se la nostra regione in questi ultimi anni ha registrato uno scatto in avanti in fatto di turismo e ricettività, è anche vero che la sua popolarità è cresciuta anche molto all’estero. Non è un caso che negli Stati Uniti negli ultimi anni abbiano eletto la Puglia come la regione più bella del mondo. Una indicazione non maturata da italo-americani nostalgici, ma da riviste e quotidiani autorevoli che hanno realizzato reportage in tutto il mondo.

La Puglia è una terra antica, toccata da un mare cristallino ma con all’interno un paesaggio ricco di vegetazione, colline e paesi incantevoli. Sebbene sia molto amata soprattutto per le sue spiagge, questa regione regala anche tanti borghi magnifici da visitare con tutta la famiglia: ecco quali sono i più belli da visitare nel mese di agosto. Non è la prima volta, infatti, che viene considerata la regione più bella del mondo. La Puglia si è aggiudicata non una sola volta il premio di “Best Value Travel Destination in the world” riconosciuto da National Geographic, e riconfermato anche da Lonely Planet e New York Times.

 

 

PUGLIA, BELLA E SPECIALE

Cosa rende la nostra regione così speciale. Con ogni probabilità la sua storia e la bellezza dei suoi luoghi, il colore caraibico delle sue acque salentine. Il clima caldo della sua terra o ancora il fascino di luoghi bellissimi come Polignano a mare, di borghi suggestivi quali Alberobello e Locorotondo. Oppure siti patrimonio dell’Unesco come Castel Del Monte. In realtà, risulta essere quasi impossibile compilare una lista dei posti più belli, ma tutto questo la rende senza dubbio “la regione più bella del mondo” sia per le testate internazionali sopra citate, che per i turisti provenienti da ogni angolo dell’universo.

Come si fa a spiegare quello che si prova nel visitare la Puglia o nel viverci, per chi – come noi – ha la fortuna di godere del suo splendore giorno per giorno, ma nel caso in cui non si fosse spinto fin qui, è bene che inizi a pensare di metter in agenda la Puglia fra i prossimi luoghi da visitare.

Fra i recenti reportage, quello firmato da Giovanna Caletti, puntuale nel segnalare per il sito “Piccoli esploratori”, la segnalazione di quattro borghi. A cominciare da Cisternino. Borgo in provincia di Brindisi, Cisternino si affaccia sulla Valle d’Itria. Con il suo centro storico, ricco di splendidi palazzi come il Palazzo Vescovile, il Palazzo del Governatore e la Torre Capece, ma in particolar modo i suoi vicoli bianchi e antichi, così suggestivi da renderla famosa e simbolo dell’arte del nostro territorio. Rispetto agli altri Paesi, cittadine, grande patrimonio della regione, Cisternino con i suoi undicimila abitanti è un borgo un po’ più grande.

 

 

E DOPO CISTERNINO…

Altro borgo fra i più accoglienti e suggestivi, Alberobello. Noto e rinomato in tutto il mondo, nonché Patrimonio Unesco dal 1996, Alberobello è un borgo famoso per i suoi trulli bianchi, costruzioni di epoca feudale e ancora oggi abitate e molto amate dai turisti. In tutte le stagioni viene vissuta in pieno dai suoi abitanti. Fra le sue bellezze: il Trullo Sovrano, unico trullo a due piani dell’accogliente cittadina in provincia di Bari.

Vicino Monopoli, in provincia di Bari, c’è Polignano a Mare. Meta ambìta in estate, racchiude in una piccola conca un mare cristallino e meraviglioso. Balconi fioriti e dolci poesie “scolpite” sui muri bianchi, Polignano a Mare è di un romanticismo unico. La spiaggia incastonata tra due scogli è piccola e in estate è presa d’assalto, ma regala un panorama unico al mondo.

Infine, in provincia di Taranto, Manduria. Al centro fra il capoluogo ionico, Brindisi e Lecce. Fondata dai Messapi, custodisce la Necropoli messapica, un parco archeologico con più di duemilacinquecento tombe antiche. Manduria è molto celebre anche per il Museo della Civiltà del famoso Vino Primitivo. Questo vino è fra i più famosi al mondo e viene prodotto grazie al caldo sole pugliese che fa maturare le uve, ma anche per il maestoso Duomo di Manduria. Il duomo, splendido manufatto in stile barocco, e il Calvario di Manduria, un edificio veramente unico nel suo genere nella piazza centrale, realizzato con ceramiche e cocci di vasellame. Insomma, non sono solo quattro i motivi per avvicinarsi alla Puglia. Non solo borghi, ma anche mare, un aspetto che abbiamo trattato in passato e torneremo a trattare in futuro.

Giorgia Meloni: «Puglia, I love you!»

Il presidente del governo ha scelto la Valle d’Itria per le sue vacanze estive

Durante il sopralluogo per ospitare il G7, la premier è rimasta affascinata della bellezza di questi luoghi. Ideale una masseria per trascorrere giornate in assoluto relax. Selfie fra trulli e prodotti tipici, sempre con il sorriso

 

Anche Giorgia Meloni sceglie la Puglia. Di più, si fionda nella Valle d’Itria dove, felice e sorridente si sottopone ai canonici selfie, con i trulli a fare da sfondo. Insomma, anche il premier sceglie questo angolo di Puglia. Non un’altra regione, non l’estero, dove avrebbe avuto forse un raggio d’azione più vantaggioso rispetto alla curiosità dei turisti che hanno indicato il Tacco d’Italia come meta delle proprie vacanze. Si dovrà rassegnare, ma pare lo stia già facendo con grande entusiasmo, al fatto di essere una delle meraviglie dell’estate pugliese: come i trulli, si diceva, la Valle d’Itria, il verde e la gastronomia, l’accoglienza e la proverbiale ospitalità di quanti abitano da queste parti.

Prima le vacanze in Puglia, poi la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rientrerà a lavoro prima della fine di agosto. Ad attenderla, fra gli altri temi in predicato: la legge di bilancio, il Pnrr da risolvere e un’agenda nella quale non mancheranno gli impegni internazionali. Per una pausa sacrosanta, dopo le pressioni subite (e respinte) in queste ultime settimane, ecco che “Giorgia” arriva in Valle d’Itria. Con lei, il compagno Andrea Giambruno e la piccola Ginevra, la figlia di sette anni, che la premier non perde di vista nemmeno durante le missioni internazionali.

 

 

NON E’ LA PRIMA VOLTA…

Attenzione, non è la prima volta che il Presidente del Consiglio sceglie il tacco d’Italia per trascorrere le sue vacanze estive. Già l’anno scorso aveva scelto Alezio, cittadina poco distante da Gallipoli, prima di lanciarsi nelle ultime, infuocate battute della campagna elettorale poi vinta, come da pronostici. A proposito di quella prima occasione estiva pugliese, un video postato su Tik Tok la riprendeva impegnata nella preparazione di panzerotti fatti in casa. Quest’anno invece, secondo indiscrezioni registrate dal Quotidiano di Puglia, la Meloni alloggerebbe in una masseria con piscina nei dintorni di Ceglie Messapica, nel brindisino.

Ma fra la premier e la Puglia esiste da tempo un’attrazione fatale. Un anno fa, a chiusura della campagna elettorale, in un momento di relax si era impossessata del microfono per improvvisare una inattesa prova canora misurandosi con uno dei classici della canzone italiana, “Io vagabondo” dei Nomadi.

 

 

2024, QUI ANCHE IL G7!

Già lo scorso maggio la Meloni aveva annunciato che sarebbe stata la Puglia la regione scelta come sede per l’incontro dei leader delle principali economie mondiali nel 2024. A fine giugno, quest’anno, “Giorgia” si era già concessa una breve vacanza nel Tacco, sempre con compagno e figlia al seguito. Il tutto, dopo aver svolto un sopralluogo per individuare alcune possibili location adatte per ospitare il nuovo meeting. A tale proposito, secondo quanto riportato da Vanity Fair, ad ospitare il summit potrebbe essere il lussuoso resort “Borgo Egnazia” (Savelletri, Brindisi). Una location straordinaria e frequentata da vip come Madonna e i Beckham, Justin Timberlake e Jessica Biel, che proprio al “Borgo” festeggiarono il loro matrimonio.

Come si diceva, sarà una pausa estiva non troppo estesa per la leader di centrodestra, comunicano le agenzie di stampa. Nei primi di settembre Meloni dovrebbe essere in Grecia. Poi sarà la volta di Nuova Delhi, in programma il G20. E, ancora, settembre inoltrato volerà oltreoceano, per prendere parte all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ad ottobre sarà a Granada per il consiglio informale europeo. Poi Tel Aviv, per una conferenza internazionale organizzata dal governo di Israele, infine a Bruxelles per il Consiglio europeo ordinario del 27 e 28 ottobre. Fra gli altri impegni, le missioni in Turchia e Pechino. A seguire gli Emirati Arabi, con la Coop 29 a Dubai.

Quel flash-mob contro i divieti

Una settimana fa il documento contestato dalla sindaca di Monfalcone

La prima cittadina, Anna Cisint, aveva invitato le donne musulmane a presentarsi in spiaggia in costume da bagno. Da qui la protesta di alcune associazioni, fra queste, la promotrice, l’Associazione Monfalcone Interetnica. «Ringrazio quanti hanno partecipato a questa iniziativa allegra e determinata, tanto che perfino i sindaci del Veneto hanno dichiarato che l’inclusione è importante anche per il turismo», ha sottolineato il presidente dell’associazione, Arturo Bertoli

 

Ne abbiamo scritto nei giorni scorsi, a proposito dell’uscita infelice della sindaca di Monfalcone, la leghista Anna Cisint. La risposta alle sue parole, contro sostanzialmente a quelle donne di fede musulmana che si presentavano in spiaggia vestite o con il burqa. Bene, o peggio, ci verrebbe da dire, in risposta alla vibrata protesta della prima cittadina è andato in scena un flash mob (una protesta pacifica protesta di gruppo) sulla spiaggia di Marina Julia, un passo da Monfalcone. Obiettivo, si diceva, la protesta contro il provvedimento della Cisint, che aveva considerato «inaccettabile il fatto che stranieri musulmani entrino abitualmente in acqua vestiti».

Così, quando tocchi il filo scoperto della libertà individuale, può succedere che qualcuno dalle parole passi ai fatti. Promotrice della protesta ripresa dalle tv, non solo locali, agli organi di informazione e dalle agenzie di stampa, è stata l’Associazione Monfalcone Interetnica (AMI) che ha organizzato il flash-mob con tanto di bagno per quanti hanno partecipato. Partecipanti, ovviamente, rimasti vestiti come se andassero ad una festa, per tutto il tempo per assistere alla reazione di sindaca e Amministrazione comunale. La manifestazione pacifica messa in campo (e spiaggia) dall’AMI per prendere le distanze dall’Amministrazione locale e dal suo primo cittadino che vorrebbero impedire l’uso del burkini in spiaggia.

Prima di passare dalla teoria alla pratica, l’appello lanciato attraverso i social. La locandina dell’iniziativa riporta il logo dell’Associazione Monfalcone Interetnica accompagnato dallo slogan, ovviamente condiviso, “Il mare è di tutte/i e il costume è mio”.

 

 

PARTE LA CRONACA…

Per la cronaca, la provocazione – da alcuni considerata “forte”, secondo noi solo un “atto civile” – è stata condivisa su Facebook dal consigliere comunale del Pd Sani Bhuiyan, che ha voluto legittimamente sottolineare che il modo in cui le donne si vestono è solo una questione personale.

A controllare che le operazioni di “contestazione” fossero civili, senza eccessi, sono intervenuti carabinieri, poliziotti e uomini della Digos. Come ha scritto Giuseppe Pietrobelli sulle pagine de Il Fatto Quotidiano nei giorni scorsi, il “flash mob” è stato una risposta all’annuncio della sindaca, che aveva scritto in un documento inviato agli organi di informazione quanto segue: «È inaccettabile il comportamento degli stranieri musulmani che entrano abitualmente in acqua con i loro vestiti. Una pratica che crea insopportabili conseguenze dal punto di vista della salvaguardia del decoro del luogo. Chi viene da realtà diverse dalla nostra ha l’obbligo di rispettare le regole e i costumi che vigono nel contesto locale e italiano. Non possono essere accettate forme di ‘islamizzazione’ del nostro territorio, che estendono pratiche di dubbia valenza dal punto di vista del decoro e dell’igiene, generando il capovolgimento di ogni regola di convivenza sociale».

 

PROTESTA CHE VA…IN RETE!

Vestiti, in acqua, si sono fiondati in molti, fra questi alcuni amministratori locali, evidentemente di segno opposto. Tutto è proseguito nella massima correttezza, anche per non toccare la suscettibilità dei bagnanti, alcuni dei quali non sapevano neppure dell’ordinanza sindacale. Dunque, il presidente di AMI, Arturo Bertoli, ha raccomandato ai numerosi partecipanti di dividersi in gruppetti di quattro cercando di non disturbare chi, in quel momento era lì, a combattere calura e un sole che nei giorni scorsi proprio non voleva saperne di mollare la nostra Penisola.

I partecipanti all’iniziativa si erano ritrovati tutti assieme davanti ad una delle concessioni del lido, “scortati” da due vigili urbani. I bagnanti, spettatori del fuori-programma, a quel punto, hanno seguito il tutto con la massima curiosità.

«L’associazione ringrazia tutti coloro che hanno voluto partecipare a questa iniziativa – ha dichiarato Bertoli – allegra e determinata a contrastare le sparate intolleranti e fuori tempo della sindaca Cisint. Che ancora una volta si è coperta di critiche da mezza Italia; perfino i sindaci del Veneto hanno dichiarato che l’inclusione è importante anche per il turismo, mentre la prima cittadina di Monfalcone vuole sempre e solo dividere la città cavalcando e diffondendo intolleranza».

 

 

UN CORO DI DISSENSI

Di seguito la sintesi di articoli pubblicati su quotidiani regionali e nazionali sulla vicenda e, puntualmente, ripresi dal consultatissimo sito informazione.it :

«Tutti in acqua contro la crociata lanciata dalla sindaca leghista di Monfalcone, Anna Cisint, che vorrebbe impedire alle donne musulmane di andare in spiaggia vestite con i burqini, in ossequio alla loro religione e ai loro costumi. A Marina Julia, frequentatissimo punto del litorale giuliano, alcune centinaia di persone si sono date appuntamento il 23 luglio per iniziativa dell’Associazione Monfalcone Interetnica». (Il Fatto Quotidiano)

«Quando siamo stati a Monfalcone, lo scorso inverno, in occasione dell’inaugurazione della mostra su Goli Otok realizzata con l’Unione degli istriani e esposta dal Comune, abbiamo notato una cosa, passeggiando per le vie della città: le persone straniere erano molte». (ilGiornale.it)

«È un richiamo alle “regole della convivenza civile” quello che ha voluto fare il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, finita al centro delle polemiche politiche per aver definito “inaccettabile” la tradizione dei cittadini musulmani residenti nel suo Comune di fare il bagno vestiti nelle spiagge di Marina Julia e Marina Nova». (AGI – Agenzia Italia)

«Anna Maria Cisint, sindaca leghista di Monfalcone, in provincia di Gorizia, ha sollevato una questione che sta facendo discutere le spiagge di mezza Italia: “È inaccettabile – dichiara Cisint – che stranieri musulmani entrino in acqua abitualmente vestiti”». (Today.it)

«A Monfalcone circa 200 persone hanno partecipato, nella mattinata di oggi, 23 luglio al sit-in “Il mare è di tutte-i e il costume è mio” promosso dall’associazione Monfalcone interetnica contro la linea adottata dal sindaco di Monfalcone, Anna Cisint che vuole porre un freno all’immersione nel mare di Marina Julia con i vestiti». (Il Piccolo)

«La risposta è arrivata oggi, con il flash mob organizzato dall’Associazione Monfalcone interetnica. Nei giorni scorsi, il primo cittadino della città dei cantieri navali ha puntato il dito contro la pratica della comunità musulmana di fare il bagno con i vestiti addosso». (Il Friuli)

«Sindaca, qui si esagera…»

Il primo cittadino di Monfalcone dichiara “guerra” alle donne musulmane

«Il comportamento degli stranieri musulmani che entrano abitualmente in acqua con i loro vestiti è inaccettabile», scrive nel suo documento. Risponde una sociologa: «La sindaca dice addirittura che sarebbe una questione di igiene andare al mare in costume: quindi vuol dire che le donne musulmane sono sporche? Questo è razzismo. Eccoci quindi ancora allo stereotipo dello straniero cattivo, brutto e sporco» 

 

Le donne musulmane al mare, vestite con abiti tradizionali piuttosto che in costume da bagno, non sono gradite alla sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint. La “prima cittadina” del comune a breve distanza da Gorizia, pare sia intransigente. Secondo un intervento rivolto attraverso gli organi di informazione, il fatto che donne musulmane facciano il bagno nei lidi di Monfalcone non sarebbe in perfetta sintonia con “usi e costumi” locali.

Diciamo che la signora Cisint, forse, ha un po’ esagerato. Ci mettiamo anche di mezzo il lavoro di cronisti e giornalisti che l’estate, caldo a parte, non hanno lo stesso numero di argomenti leggeri ma di interesse generale con i quali aprire un giornale o un sito.

Si sa, l’estate i giornali più sfogliati – dire “letti” sarebbe un’offesa a chi ne fa una scorta o li adocchia dal parrucchiere – sono le riviste di gossip; uno strappo ai settimanali dalla grande tradizione e poi, i cruciverba a go-go, a cominciare dalla Settimana enigmistica, fra tutti – ma non vuole essere uno spot pubblicitario – il più sano di tutti e senza un briciolo di pubblicità.

Dunque, la sindaca chiama, l’opinione pubblica risponde. La Giunta di Monfalcone sostiene la massima espressione cittadina, il resto pone l’argomento al centro del dibattito. Di più, uno dei giornali più attenti e risoluti, “Donna Moderna”, va a fondo. Tanto che una delle sue redattrici, Barbara Rachetti, in un articolo pubblicato da “Donna Moderna News”, riprende e sostiene le riflessioni Sumaya Abdel Qader, una delle fondatrici dei Giovani Musulmani d’Italia, sociologa e ricercatrice, mamma di tre figli, speaker e scrittrice (“Quello che abbiamo in testa” il suo ultimo titolo in libreria).

 

 

SINDACA “SCONCERTATA”

Nel documento a firma di Anna Maria Cisint e raccolto dalle agenzie, fra queste l’AGI, leggiamo che «il comportamento degli stranieri musulmani che entrano abitualmente in acqua con i loro vestiti sarebbe inaccettabile: una pratica che sta determinando sconcerto nei tanti bagnanti e in coloro che affollano le spiagge di Marina Julia e Marina Nova e che crea insopportabili conseguenze dal punto di vista della salvaguardia del decoro di questi luoghi, apprezzati per la cura, l’attenzione e la pulizia che li caratterizzano».

E già qui, la sindaca dovrebbe spiegarci dove risiede il decoro in quanto non esisterebbe qualcosa corrispondente al “bon ton” licenziato a suo tempo da Lina Sotis. Vanno bene i due pezzi, il pezzo singolo, i bikini per le donne, gli slip o i pantaloncini per i maschietti desiderosi di mostrare i progressi della dieta primaverile? Fosse il contrario, forse, e sottolineiamo tanto così il “forse”, potremmo essere d’accordo: in spiaggia da un po’ osserviamo costumi da bagno che non sono proprio in linea con il decoro: uomini e donne, maschietti e femminucce, nonostante il numero elevato di bambini fra ombrelloni, battigie e acqua, indossano fili interdentali. Magari, quello fa più decoro di una donna con “vestiti musulmani”. 

La Cisint promuove, e noi condividiamo, che «la spiaggia di Marina Julia in questi anni è diventata uno degli arenili più apprezzati della regione». Subito dopo la perdiamo dalle mani, scrive cose francamente indifendibili. State a sentire: «chi viene da realtà diverse dalla nostra ha l’obbligo di rispettare le regole e i costumi che vigono nel contesto italiano e locale. Non possono essere accettate forme di “islamizzazione” del nostro territorio, che estendono pratiche di dubbia valenza dal punto di vista del decoro e dell’igiene, generando il capovolgimento di ogni regola di convivenza sociale». Islamizzazione, pratiche di dubbia valenza, decoro, igiene, capovolgimento delle regole? Sindaca, nonostante il massimo impegno – ma sarà un nostro limite – non la seguiamo più.

 

 

DICASI “COSTUME DA BAGNO”

Siccome abbiamo il senso del rispetto, riportiamo anche il resto del suo intervento. Ne ha facoltà. «Per le evidenti ragioni di rispetto del decoro richiesto nei comportamenti di chi si reca in questi luoghi – conclude la sindaca – ritengo la pratica di accedere sull’arenile e in acqua con abbigliamenti diversi dai costumi da bagno debba cessare e intendo applicare questi principi con un apposito provvedimento a tutela dell’interesse generale della città e dei nostri concittadini».

Abbigliamenti diversi dai “costumi da bagno”. Ma lo sa che la definizione di costume da bagno, definito anche “vestiario acquatico”, consiste nella seguente spiegazione? Dunque, “Dicasi “costume da bagno”, un particolare capo d’abbigliamento, solitamente indossato per nuotare o per praticare degli sport acquatici: in commercio ne esistono numerosi modelli che differiscono anche in base al sesso e all’età della persona che li indossa”. Altre indicazioni, sulle dimensioni, sui centimetri o metri di stoffa da utilizzare, non sono riportati. Dunque? Riparliamone. Ma non prima di aver ospitato due battute raccolte da Barbara Rachetti, in un articolo pubblicato da “Donna Moderna News”. Si tratta, si diceva, delle  riflessioni Sumaya Abdel Qader, una delle fondatrici dei Giovani Musulmani d’Italia, sociologa e ricercatrice.

Ma davvero stare vestite al mare è una questione di decoro? «Che regola lo dice? Chi lo decide? E si può imporre alle donne di spogliarsi? Sarebbe lo stesso che imporre loro di vestirsi», l’opinione di Sumaya Abdel Qader.

 

 

SALVAGUARDIA DELLA LIBERTA’ FEMMINILE?

«La sindaca ha dichiarato – riprende la sociologa – che il suo provvedimento sarebbe a salvaguardia della libertà femminile, ma su che basi sostiene che le donne musulmane in Italia sarebbero segregate? E poi attenzione: le scollature e gli abiti cortissimi secondo l’Occidente sono espressione di libertà, ma possono esserlo come possono essere sessualizzazione e oggettificazione del corpo femminile. Quando parliamo di libertà, perché si cerca di imporre sempre la visione occidentale?».

E poi. «Nella maggior parte del mondo donne e uomini vanno al mare vestiti. In Australia si vedono sempre più maniche lunghe per proteggersi dal sole, ma anche in America molte donne scelgono di non esibirsi. In Cina nessuna usa il costume, addirittura le donne asiatiche si coprono il viso con la “facekini”, una maschera anti sole per tutelare la chiarezza della pelle. Eppure nessuno dice niente. Invece le donne musulmane darebbero fastidio».

Vestiti al mare minaccerebbe l’igiene. «La sindaca dice addirittura che sarebbe una questione di igiene andare al mare in costume: quindi vuol dire che le donne musulmane sono sporche? Questo è razzismo. Eccoci quindi ancora allo stereotipo dello straniero cattivo, brutto e sporco». 

«Oggi anche in Italia moltissime ragazze musulmane – conclude Sumaya Abdel Qader – studiano e si laureano: abbiamo chirurghe, primarie ospedaliere, ingegnere, psichiatre. E poi più dei coetanei maschi, si candidano in politica, proprio per cambiare la realtà. Molti centri e gruppi soprattutto di giovani si stanno occupando di lottare contro la segregazione femminile».