Campionessa dentro e fuori dal ring

Pamela Malvina Noutcho Sawa, racconta. Dal fallimento del referendum, al lavoro in corsia, ai titoli italiano ed europeo. «Lavoro nel pubblico, ma in banca mi negarono il mutuo per la casa; ho fatto campagna referendaria con tutti i miei amici, molti non sapevano nemmeno che si votasse…», spiega. Cittadina italiana dal 2022, si batte per i titoli sportivi e per chiunque voglia sentirsi italiano

 

«Lavoro nel pubblico, ma in banca mi negarono il mutuo per la casa; ho fatto campagna referendaria con tutti i miei amici, molti non sapevano nemmeno che si votasse: cittadina, dopo venti anni, sognavo il “Sì” alle urne, per non essere esclusa». Pamela Malvina Noutcho Sawa, pugile, un titolo europeo dei leggeri donne, dopo aver battuto lo scorso anno la serba Nina Pavlovic, conseguì il terzo titolo nel pugilato femminile dopo quelli di Veronica Tosi e Silvia Bignami. «La mia vittoria è tutta per la città di Bologna», aggiunse dopo il match europeo per fare una dedica alla città in cui vive e dove lavora come infermiera all’Ospedale Maggiore.

Sognava un esito diverso per i referendum, ma in Italia, se non cambiassero le regole, con l’aria che tira e la sola metà degli italiani che si recano alle urne, sarà sempre più difficile abrogare una legge nonostante la maggioranza dei “Sì” sia schiacciante. Il referendum a cui Pamela si riferiva riguardava, ovviamente, il diritto di cittadinanza. Fosse stata abrogata la legge, sarebbero stati sufficienti cinque anni di lavoro consecutivi, e non dieci, per ottenere la cittadinanza italiana.

 

 

«SONO ITALIANA NERA!»

«Sono una donna, sono nera, sono Pamela!», aveva dichiarato, fiera, al Resto del Carlino, il quotidiano con sede proprio nella Città dotta. L’orgoglio non era di circostanza. Lei, Pam, lo aveva ripetuto e continuerà a ripeterlo fino alla nausea. «Mi sento italiana e spero che un giorno ci sarà anche un pezzo di carta che me lo dirà!». Camerunese, Pamela vive in Italia dall’età di otto anni, lavora come infermiera dell’ospedale Maggiore ma, si diceva, non ha ancora ottenuto la cittadinanza italiana.

Il video nel quale parla di questi e altri temi, è stato pubblicato sulla pagina della palestra “Bolognina Boxe”, che riporta testuale: «La cittadinanza non è un privilegio e neanche un’arma di propaganda politica da sbandierare ai quattro venti quando elettoralmente conviene». La riflessione la solidarietà della palestra, non solo a parole, ma con i fatti. «Come Asd Bolognina Boxe supportiamo la battaglia di Pamela e di tutte e tutti coloro i quali subiscono sulla propria pelle un razzismo istituzionalizzato che li rende di fatto cittadini di serie B, utili quando devono produrre manovalanza a basso costo ma non quando devono ricevere diritti».

 

 

CAMERUN, ITALIA, PERUGIA

Giunta a Perugia per riabbracciare il padre, ha vissuto l’adolescenza nella provincia umbra per poi trasferirsi a Bologna, dove ha iniziato l’università nella quale avrebbe conseguito una laurea in Scienze Infermieristiche. Ed è proprio nel capoluogo emiliano, durante un tirocinio in un centro di accoglienza per senza fissa dimora, che fa il suo primo incontro con il pugilato. Un amore a prima vista, Pamela impara in fretta e mostra subito grandi potenzialità con due allenatori come Alessandro Dané e Franco Palmieri.

«Sul ring della Bolognina Boxe, una palestra popolare che offre il pugilato nudo e crudo – riporta Il Resto del Carlino – quello intriso di valori sociali, che accoglie chi non può pagarsi gli allenamenti e che si radica nel quartiere di cui porta il nome per stare vicino alla gente».

 

 

E, FINALMENTE, BOLOGNA

Pamela comincia a lavorare all’Ospedale Maggiore e tra le corsie non mancano i contrattempi, anche molto sgradevoli. Esistono ancora pregiudizi, nonostante Bologna sia una città accogliente, aperta sotto questo punto di vista: più di qualcuno non la considera l’infermiera di turno, e questo alla futura campionessa europea di pugilato, fa male, molto più male dei colpi incassati sul ring.

Nel 2021 fa suo il titolo italiano, poi passa al professionismo. Dopo oltre venti anni in Italia attende una cittadinanza che sembra un miraggio. Una cittadinanza che, finalmente, arriva nel 2022 mentre a fine 2023 diventa campionessa italiana dei pesi leggeri.

Pamela Malvina continua a vincere, con il successo più bello che arriva proprio il 5 aprile nella sua Bologna, davanti agli oltre 2.500 del Paladozza che urlano il suo nome. Titolo europeo EBU Silver, sette incontri, zero sconfitte. «Sono grata a questa città, è un sogno», dice tra le lacrime sul ring di Piazza Azzarita. Dai quartieri popolari all’ombra delle Due Torri, tutti esultano per un successo che sa di riscatto.