Capitale afghana invasa dai Talebani
La gente scappa, teme rappresaglie. Le donne, che avevano conquistato libertà e lavoro, si nascondono. Lanciano un appello: «venite a prenderci, altrimenti è la fine!». Intanto centinaia di uomini disperati corrono in aeroporto, assalgono gli aerei per fuggire in Qatar.
Per le strade di Kabul, in Afghanistan, c’è paura. Il nuovo regime prova a rassicurare il popolo che nei giorni scorsi ha subito l’invasione dei Talebani. E insieme a questi, la comunità internazionale circa l’intenzione di pacificare il Paese.
Non sono però in moltia credere all’annuncio dei Talebani circa una “amnistia generale” per tutti i funzionari delle vecchie autorità afghane, invitati a tornare a lavoro. «Un’amnistia generale per tutti», RIPORTA un comunicato, «pertanto dovrete riprendere le vostre abitudini di vita con piena fiducia». Gli Stati Uniti, intanto, stanno rafforzando il cordone di sicurezza intorno all’aeroporto di Kabul riaperto per consentire il proseguimento dei rimpatri. Sono ancora migliaia le persone che cercano di lasciare la città di Kabul dove, secondo alcuni testimoni, i Talebani starebbero setacciando casa per casa in cerca di presunti oppositori, donne e simpatizzanti della politica occidentale. Notizia dell’ultima ora riferita dal Pentagono: entro la fine della giornata a Kabul ci saranno 4.000 soldati Usa.
DONNE DISPERATE: E’ FINITA!
Ma chi, più di altri, teme per la propria incolumità, sono le donne. In Afghanistan è il tempo della paura. «Siamo nascoste in cantina, siamo sole, vi prego: portateci via», urla una ragazza di ventiquattro anni che ha studiato per trovare finalmente un lavoro che la gratificasse. Da tre giorni, la poverina, se ne sta chiusa a casa con la sorella nella speranza che i Talebani non le trovino. La loro colpa: essere donne, aver studiato e lavorare.
Ma le immagini stampate nella mente dalla gente che in queste ore sta seguendo la vicenda afghana è quella della fuga da Kabul su voli di fortuna. La gente si stipa come sardine, sembra di guardare un film già visto. Una delle immagini diffuse dai militari americani riassume il dramma dell’esodo da Kabul: seicentoquaranta afghani ammassati all’interno di un aereo da trasporto, che ha come massima capienza un quarto dei passeggeri.
UN AEREO STRACOLMO
La foto è stata scattata nel pieno della grande fuga dalla capitale appena conquistata dai Talebani. Nonostante il sovraffollamento «l’equipaggio ha deciso di partire comunque», ha riferito una fonte militare Usa a Defense One, e «circa 640 civili afghani sono sbarcati quando l’aereo è arrivato a destinazione». In precedenza, video dell’aereo superaffollato – il volo è stato denominato Reach 871 e aveva come destinazione la base dell’aviazione Usa Al Udeid in Qatar – erano già circolati sui social network. Defense One ha anche diffuso la trascrizione di una conversazione radio tra un ufficiale e un interlocutore sull’aereo. «Va bene, quante persone pensi ci siano sul tuo aereo? …Ottocento?». Segue imprecazione.
Dopo i due uomini precipitati nel vuoto dopo essersi aggrappati ad un aereo in decollo dall’aeroporto di Kabul, il Washington Post dà notizia di una nuova vittima della fuga disperata di molti civili afghani: il cadavere di un uomo è stato trovato nel vano-carrelli di un aereo da trasporto americano C-17.
Due fonti hanno detto al giornale che il corpo incastrato tra i carrelli ha temporaneamente reso inutilizzabile l’aereo. Si tratta dello stesso modello di velivolo sul quale sono saliti circa i seicentoquaranta civili afghani trasferiti in Qatar.