Mamadou Kanoute, musulmano, attaccante del Taranto
«La mia è una scelta di vita, la trovo una cosa fondamentale, la preghiera mi torna sottoforma di equilibrio, serenità, forza per affrontare eventuali avversità nell’arco dell’intera giornata», spiega il calciatore di origine senegalese
Tredici gol, un bottino mai totalizzato, se si pensa che nelle due precedenti stagioni ad Avellino, Mamadou Kanoute, di gol, ne aveva segnati appena sei, tre per campionato. Vicecapocannoniere della Serie C, categoria nella quale sta vestendo la maglia del Taranto, l’attaccante è riuscito a registrare un exploit sportivo e “numerico”.
L’attaccante senegalese ha trovato una seconda giovinezza a Taranto. In una bella intervista video realizzata sulla Rotonda del Lungomare di Taranto, il giornalista Emiliano Cirillo della sede Rai di Bari, riesce intanto a mettere a suo agio il ragazzone nero. Alto un metro e settantaquattro centimetri, viene invitato a parlare di temi sportivi e, poi, anche più privati, come la preghiera.
Allenato dal tecnico Ezio Capuano, e sostenuto da una Curva che in quanto a calore fa parlare l’intera Italia, Mamadou sta ribaltando qualsiasi pronostico. Dunque, partiamo, intanto, dall’aspetto che l’attaccante considera fondamentale.

LA MIA RELIGIONE
«La religione – spiega il trentunenne senegalese – sono di fede musulmana; per me essere musulmano e praticare la mia religione è una scelta di vita, la trovo una cosa fondamentale, perché la preghiera mi torna sottoforma di equilibrio, serenità, forza per affrontare eventuali avversità nell’arco dell’intera giornata».
Prega e tanto, Mamadou, lo spiega. «Per me la religione musulmana viene prima di ogni cosa: è una scelta di vita, questa mi dà la forza di affrontare le giornate, la forza di superare qualsiasi ostacolo»
Quanto prega, gli chiedono. «Anche cinque volte al giorno, dipende dal periodo, che noi osserviamo strettamente secondo la religione musulmana: prego alle cinque del mattino, poi a mezzogiorno, nel pomeriggio alle tre, le sei, le sette e mezza».
Sorride quando il giornalista domanda come faccia quando è in trasferta con la squadra. «Chiedo ai dirigenti – se possibile – una stanza singola; mi accontentano e io, una volta solo, negli orari previsti, mi raccolgo in preghiera».

PREGO CINQUE VOLTE AL GIORNO
La preghiera a Mamadou dà equilibrio, lo fa star bene tanto che al cronista confessa come questa sua esplosione sia dovuta a tanti fatto. Detto del ruolo fondamentale della preghiera, ammette che una città come Taranto ha avuto la sua importanza. «L’esplosione che ho registrato – dice l’attaccante – la devo alla maturità raggiunta nel tempo; importante risulta, poi, trovarsi nel posto giusto e avere intorno l’ambiente giusto: io, a Taranto, ho trovato tutto questo».
Quando gli viene chiesto quale sia il segreto, il ragazzo nigeriano risponde come se avesse un’esperienza esagerata. Sentite. «I risultati arrivano grazie al lavoro – conferma – al quale il nostro tecnico ci sottopone, è un vero martello, ci spiega le disposizioni in campo e come dobbiamo aiutarci per raggiungere tutti insieme il massimo risultato che una piazza come Taranto merita».
Calcio e religione, ma anche la città che lo ha eletto a beniamino. «Sono in Italia da dodici anni, quando sono stato richiesto dal Taranto, dal presidente Giove, da mister Capuano, ho avuto la sensazione di rinascere: mi sentivo parte del progetto nel quale l’allenatore fa sentire tutti importanti; lui cura i dettagli, ha rispetto per chiunque: dei calciatori, dei dirigenti, del pubblico, fino al magazziniere, i raccattapalle

«TARANTO, COME FOSSE CASA MIA»
Sono stato sempre focalizzato su me stesso, anche quando altrove non ricevevo quell’incoraggiamento di cui un calciatore ha bisogno: non mi facevo distrarre dalla piazza, da quello che diceva la gente: Taranto è come se fosse casa mia, mi trovo bene, proseguo nel lavoro e nella preghiera, quanto può aiutarti a farti stare bene, a farti sentire importante e soddisfatto di quello che fai». Mamadou Kanoute, insomma, a Taranto, ha ritrovato la felicità. In queste settimane Mamadou è arrivato in doppia cifra, cosa che non gli era mai accaduta.
non gli era mai successa: basti pensare che nelle precedenti due annate aveva realizzato soltanto sei gol in 60 apparizioni. Una certezza assoluta per Capuano: Kanoute, nella prima parte di stagione, ha anche risolto le problematiche realizzative di un Taranto che, in diverse circostanze, è andato in affanno negli ultimi 16 metri.
In serie C, Kanoute ha indossato, fra le altre, le maglie di Palermo, Catanzaro, Juve Stabia, Ischia, Benevento e Avellino. Ha totalizzato anche due presenze in serie A (Benevento) e otto in serie B (Pro Vercelli). Kanoute, ala destra molto veloce, forte nel dribbling, permette al tecnico Ezio Capuano di impiegarlo nel 3-4-3 nel tridente offensivo, nel 3-4-1-2, come seconda punta.