Affetta da focomelia è diventata una influencer di successo
«Dove potremmo piazzarti?» è la frase che le ha cambiato la vita. Invece di incupirsi, ha reagito. Diplomata, pensava che il suo calvario fosse finito e, invece, una frase che non t’aspetti. «Tutto, però, comincia da quel pugno allo stomaco ed ecco la riscossa social…», dice la trentenne siciliana. Grazie per averci impartito una preziosa lezione di vita
Nadia, la rivincita. Una trentenne che mostra i muscoli della mente, ragiona, stende sul piano del ragionamento i suoi interlocutori. Come se una disabilità fosse anche mentale. Come se la protagonista della storia in questione non fosse elemento pensante in grado di svolgere normali attività lavorative. Non tutte, sia chiaro, ma sicuramente buona parte.
Quando poi si ha a che fare con gente che, evidentemente, solo sulla carta è normodotata, tanto da non pensare minimamente che una qualsiasi frase possa essere offensiva e provocare autentici choc a chi quella locuzione la subisce. Nadia, la protagonista della nostra storia, per fortuna ha le spalle robuste, secondo noi per la forza d’animo che ha potrebbe perfino respingere un Tir in corsa.
UN SITO RIPRENDE LA SUA STORIA…
Bene ha fatto il sito orizzontescuola.it, che mostra tutto il suo impegno a chi purtroppo vive un disagio. Non solo nella scuola, ma anche intorno, nel sociale, nella vita di tutti i giorni. L’articolo, puntuale, a firma di Lilia Ricca riassume quanto accaduto alla protagonista dell’episodio che va segnalato. Magari l’autore della frase infelice, pronunciata – ce lo auguriamo – con una certa leggerezza, si sarà anche pentito. Resta, però, la leggerezza con cui sono in molti ad esercitare uno straccio di potere, tanto da sentirsi autorizzati ad offendere
Nadia, siciliana, trent’anni, nonostante sia affetta da focomelia (grave malformazione in seguito alla quale gli arti superiori o inferiori non sono sviluppati in parte o in totale), ha letteralmente ribaltato la sua vita grazie ai social che, ormai, usa con grande padronanza e intelligenza.
Malformazione congenita, la focomelia causa lo sviluppo degli arti come appendici del tronco. Originaria di Racalmuto, paese siciliano che dette i natali al grande Leonardo Sciascia – come ricorda orizzontescuola.it – Nadia ha affrontato molte sfide legate alla sua condizione fin da piccola.
NOI CONDIVIDIAMO L’ESPERIENZA
Dopo aver conseguito il diploma in Servizi Sociali – spiega Lilia Ricca – Nadia ha cercato un’occupazione che le permettesse di sfruttare le categorie protette riservate alle persone con disabilità. Tuttavia, ha incontrato molte difficoltà nel trovare un lavoro adeguato. Questo periodo di incertezza l’ha portata a considerare altre strade per realizzare i suoi sogni.
«Il giorno in cui presi il mio diploma – spiega – andai davanti una commissione per iscrivermi nella fascia delle categorie protette; pensavo che avrei trovato un lavoro che mi avrebbe appagata come tutte le mie coetanee. Mi fu risposto, invece: “Nella tua condizione dove potremmo piazzarti?”. Fu letteralmente un pugno allo stomaco – ricorda Nadia – per molto tempo ho creduto che non ci fosse posto nel mondo adatto a me, invece a distanza di anni quel posto nel mondo me lo sono creata con molta fatica e tanta buona volontà; oggi sono ufficialmente iscritta alla Camera di commercio: sono diventata una piccola imprenditrice e soprattutto grazie a quanti hanno creduto in me. Non fatevi mai fermare da quelle persone che non hanno le capacità di guardare oltre, di mettersi in gioco per trovare una soluzione adatta e adeguata ad ognuno di noi».
Certo, più facile dirlo, scriverlo, consigliarlo. Bella scoperta, non sei Nadia! Ecco perché Nadia, trentenne siciliana, la sentiamo come una di noi, anzi molto meglio. Perché quella frasaccia, quel “Dove ti piazziamo?” lo ha pronunciato uno che, in teoria, sarebbe considerato normodotato. Come detto, l’uomo poco dopo si sarà anche pentito ma è proprio dal “mea culpa” che dovremo ripartire. Da una, dieci, cento, mille Nadia, donna di carattere che si è letteralmente inventata un lavoro. Grazie Nadia, per averci impartito una grande lezione di vita.