Ibrahim, la “star” costretta a partire

Da poco più di una settimana Sow Ibrahim è ospite del Cas di Modugno e già tutti gli vogliono bene. È stato un operatore del Centro a chiedermi di raccogliere la sua storia e così mi sono ritrovato di fronte il figlio dell’ex Sindaco di Conackry, capitale della Guinea. Un ragazzo di soli 19 anni che di strada ne ha fatta tanta: materialmente certo, ma anche inseguendo la sua passione per la musica.

«Dopo la morte del Presidente Touré – racconta – la situazione politica in Guinea è precipitata e nel 1988 tutti i Fulani, etnia alla quale appartengo, sono dovuti fuggire a causa della persecuzione etnica praticata dal nuovo Governo. Mio padre fu arrestato subito per il ruolo che ricopriva e io e mio fratello fummo costretti a fuggire prendendo strade diverse».

Ibrahim ha lasciato il suo Paese quando era ancora un adolescente, e la sua forza d’animo lo ha portato ad attraversare Mali, Burkina, Togo, Benin fino ad arrivare in Nigeria: a piedi, in motocicletta, stipato su un camion.

«Quando viaggi devi fermarti per trovare qualche lavoro che ti consenta di proseguire il viaggio con un mezzo. Se non hai soldi, ti rimangono solo le gambe e i piedi. Nessuno ti aiuta perché sono tante le persone che si muovono da un posto all’altro o che scappano».

In tutti i Paesi che ha attraversato, Ibrahim ha fatto lavori occasionali che lui definisce, in maniera sbrigativa, «qualsiasi cosa».

Ma a spingerlo è la sua passione, la musica. E in Nigeria trova l’occasione che cercava: la sue canzoni iniziano a riscuotere successo e la passione diventa lavoro.

Viene ingaggiato per una tournee che fa tappa anche in Niger e Benin, ma il sogno deve fare i conti con la realtà: i soldi sono troppo pochi e dentro di lui non è mai morta la speranza di racimolare quelli necessari per tornare nel suo Paese che, pensa, prima o poi avrebbe trovato una soluzione politica.

«Non ho mai pensato di venire in Europa. Aspettavo solo che le cose si aggiustassero nel mio Paese per tornarci. Ma le cose non facevano che peggiorare e i miei genitori, dopo la scarcerazione di mio padre, sono fuggiti anche loro e ora sono a Sarajevo»

Sono gli amici a convincerlo a partire nonostante tutti i suoi dubbi: «Non era il viaggio a spaventarmi, ma quello che mi aspettava all’arrivo. Soprattutto i problemi con i documenti e il tempo che avrei dovuto trascorrere in un campo per i rifugiati».

Ma, dietro la spinta degli amici, Ibrahim decide di partire ed è una persona del Gambia che gli paga il viaggio sul gommone: «Mi stimavano come cantante, mi hanno pagato il viaggio convinti che in Italia avrei potuto frequentare una scuola di musica e realizzare il mio sogno. Non pensavo di incontrare su quel gommone persone che ascoltavano le mie canzoni su internet. Mi hanno riconosciuto anche gli scafisti e non hanno voluti i soldi».

Ibrahim oggi frequenta tre corsi di alfabetizzazione: “Voglio imparare l’italiano e tenermi impegnato. In Guinea ho frequentato poco la scuola a causa della situazione che si era creata. Ora voglio restare in Italia, è l’unico posto che mi può offrire delle occasioni, delle opportunità e so che mi devo impegnare”. A giugno si è esibito alla Festa dei Popoli a Bari. Noi vi proponiamo alcuni suoi lavori.

https://youtu.be/PxsDAUrN77Y

https://youtu.be/7jiVOrRBjSo

https://youtu.be/1rs2-OzCHZE

https://youtu.be/7YbQfD6pZVE