Scompare a settant’anni lo scrittore Luis Sepulveda
Libri e regie teatrali, schiaffi al potere. Le parabole, gli animali in relazione fra loro, grande esempio di vita per l’uomo. Torture e fughe, l’ultima lotta: restituire dignità agli indios. Il ricordo di Gianni Minà. Intanto, resta ancora alto in Puglia il numero di decessi: undici quelli registrati ieri (uno in provincia di Taranto)
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, di un gatto e del topo che diventò suo amico, di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà, di una balena bianca raccontata da lei stessa. Luis Sepulveda, cileno, uno dei più grandi scrittori dell’ultimo millennio, scriveva di creature del mondo animale per spiegare l’esistenza agli uomini. Sognava di mettere in relazione buoni e cattivi, elementi di natura diversi fra loro, vicini uno all’altro. Perché questi si conoscessero, annusassero, rispettassero i loro diversi punti di vista, ma alla fine idealmente si stringessero la “zampa”.
Il tratto delle sue favole si ispiravano a Fedro, scrittore romano vissuto duemila anni fa. Anche lui, a dispetto degli uomini, uguali fra loro, cui basta una sfumatura di colore spalmata sulla pelle, per dichiarare guerra, scavava nell’animo umano per trovare quanto di buono c’è in ognuno di noi. Sepulveda, purtroppo, non c’è più, stroncato dal coronavirus che anche ieri, e lo farà anche oggi, miete vittime senza distinzione e latitudini. Il Covid-19 può colpire chiunque, buoni e cattivi. Stavolta il virus ha colpito il bersaglio grosso, ha abbattuto il buono, una bandiera che avrebbe potuto svettare per tanto ancora. Per far rispettare quanti sono indeboliti dall’arroganza del potere; a favore delle minoranze etniche, proprio perché “minori” più facili da attaccare e abbattere.
Sepulveda lo piange il mondo che si batteva per l’uguaglianza, il diritto di opinione, la democrazia. Anche buona parte del mondo della cultura rimpiange la sua scomparsa. Libri come i suoi li scrive un grande autore su mille, se tutto va bene. Ci resterà la profondità delle sue opere, l’onesta intellettuale e una infinità di titoli e storie immense, da “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” a “Incontro d’amore in un paese in guerra”, proseguendo con “Un nome da torero”.
GIANNI MINA’, IL RICORDO
«Ho voluto bene all’uomo – dice Gianni Minà, grande giornalista e profondo conoscitore del Sud America, vissuto a lungo – ma non posso fare a meno di piangere l’intellettuale che aveva partecipato alle lotte per il riscatto dell’America Latina con il coraggio e la forza che hanno solo i visionari, i romantici, i pazzi; Lucho le battaglie non le aveva scansate, ma le aveva affrontate per davvero; era un prototipo di scrittore e guerrigliero, sempre coerente». Prosegue, Minà, autore e conduttore di fortunati programmi televisivi. «Ero stato con lui a casa sua e della sua adorata moglie, la poetessa Carmen Yanez, per due compleanni nei quali aveva riunito i suoi numerosi figli e i suoi amici sparsi in tutto il mondo. Sono state giornate indimenticabili. Mi sento più solo, ma ho l’ingenua certezza che adesso lui è ritornato a fare la guardia del corpo al suo amato presidente Allende. Ciao Lucho, mi mancherai, sapendo con certezza che mi è impossibile ogni lenimento».
Sepulveda aveva settant’anni anni. Era stato ricoverato a fine febbraio ad Oviedo, a causa di una polmonite associata al nuovo coronavirus. Sepulveda è stato il primo paziente illustre a essere risultato positivo al Covid-19. Le condizioni di salute dell’autore di “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” e de “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” si erano aggravate nelle ultime settimane, non rispondendo in modo positivo ad antibiotici e trattamenti e avendo sommato alla polmonite anche altre patologie e problemi a diversi organi vitali.
GUERRIERO SOGNATORE
Guerrigliero, ecologista, esule politico, reporter, viaggiatore vicino ai popoli nelle zone più remote del pianeta. La difesa della libertà e dell’ambiente, due temi centrali nella sua vita, fulcro della sua scrittura, profondamente umana e carica di speranza. A soli 20 anni pubblica il suo primo libro di racconti “Crònicas de Pedro Nadie” (Premio Casa de las Americas). Consegue il diploma di regista teatrale, allestisce spettacoli, scrive racconti, fa il giornalista radiofonico e dirige una cooperativa agricola. Dopo l’adesione al Partito socialista entra nella guardia personale del presidente Salvador Allende e prosegue lo studio approfondito dei maggiori pensatori di sinistra. In seguito al colpo di stato del generale Augusto Pinochet nel 1973, Sepulveda viene arrestato due volte e in carcere, per due anni e mezzo, subisce torture. Per sette mesi è prigioniero in uno stanzino che non gli consente neppure di alzarsi in piedi.
Una lunga campagna di Amnesty International ne ottiene la liberazione, ma a prezzo dell’esilio per otto anni. Scappa in Brasile, in Paraguay, in Ecuador dove riprende la sua attività di drammaturgo e allaccia una collaborazione con l’Unesco per studiare l’impatto dell’Occidente sulla popolazione indios Shuar. Esperienza di vita con i nativi in Amazzonia che genera “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, tradotto in 35 lingue e adattato per il grande schermo vent’anni fa.
PUGLIA, UNDICI DECESSI
E a proposito di coronavirus, altra panoramica sul Covid-19 nelle nostre province. Mentre mantiene stabile il numero dei contagi da coronavirus in Puglia (ieri su 1.640 tamponi, positive 74 persone), resta ancora alto il numero di decessi, undici quelli registrati: due in provincia di Bari, quattro in provincia di Foggia, uno in provincia di Taranto, uno in provincia Bat, tre in provincia di Brindisi. Lo ha comunicato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Il numero dei decessi in Puglia sale a 299, mentre i pazienti guariti sono 334, quelli in isolamento domiciliare 1.355. Le persone contagiate dal coronavirus ricoverate in ospedale sono 661. Dei 74 nuovi casi, 24 sono stati rilevati in provincia di Foggia, 16 nel Barese e 15 nella Bat. Infine, su 36.158 tamponi eseguiti dall’inizio dell’emergenza, i casi positivi sono 3.258, meno del 10%. Insomma, leggera flessione nei contagi, ma guardia sempre altra per debellare il coronavirus.