Luigi Serra, consigliere regionale ADMO
«La mia vita è cominciata a trentasei anni. Mi diagnosticano un linfoma che, però, si può combattere. Da allora ho ricevuto più di quanto non abbia dato. L’importanza dell’iscrizione al Registro mondiale dei donatori di midollo osseo»
E’ con vero piacere che nella rubrica “Assistenti e assistiti”, ospitiamo Luigi Serra, consigliere regionale e referente per la provincia di Taranto dell’Associazione donatori midollo osseo. Da tempo, sui diversi canali informativi di Costruiamo Insieme (sito, web radio, canale youtube) stiamo realizzando una serie di servizi per il sociale, invitando nei nostri studi rappresentanti di associazioni e utenza che usufruisce dei servizi messi a loro disposizione da Azienda sanitaria locale, enti e amministrazioni locali.
Dunque, Serra, forse vale la pena iniziare con il lanciare un appello ai giovani, parte sensibile della nostra società su temi forti come la donazione del midollo osseo.
«Il nostro lavoro su Taranto rivolto principalmente ai giovani, nasce otto anni fa. Una famiglia elabora il dolore per la scomparsa del proprio figlio e lo trasforma in amore nei confronti del prossimo. Dunque, l’ADMO, associazione composta da volontari ha il fine ultimo di coinvolgere i giovani e invitarli ad iscriversi al Registro mondiale dei donatori. Insieme con Luigi D’Amore, responsabile della sede di Grottaglie, e la dottoressa Antonella Portulano, ci rivolgiamo a studenti diciottenni delle scuole della nostra provincia trasferendo loro le nostre testimonianze per far comprendere quanto sia importante iscriversi all’elenco con il quale si può salvare una vita umana. Con un semplice esame del sangue si può codificare il proprio dna, forse unico al mondo, e salvare un essere umano in attesa di un “miracolo”».L’ADMO da quanto tempo svolge questa opera di sensibilizzazione sul nostro territorio?
«Nasce nel 2011. Personalmente ho vissuto sulla mia pelle un’esperienza che non auguro a nessuno. Conosco l’associazione a causa di un linfoma che mi riscontrarono dopo un controllo più o meno di routine. Ufficiale dell’Aeronautica, parlo di questa mia esperienza ai miei allievi, che si dimostrano sensibili al tema: qualcuno ne ha sentito parlare, altri hanno letto o appreso notizie attraverso organi di informazione o amici; invitato dagli stessi ragazzi a parlarne in modo più compiuto, spiego loro quanto sia importante iscriversi al Registro mondiale: le cellule staminali che risiedono nel dna di ciascuno di noi, sono l’unica ancora di salvezza per chi, oggi, combatte la leucemia; constatata una risposta in termini significativi, siamo passati ad interessare altre anime che avessero a cuore il tema. Attraverso un’opera di sensibilizzazione, siamo riusciti ad entrare negli istituti di Scuola superiore di Taranto rendendo l’ADMO la prima realtà in Puglia. La nostra provincia nell’ultimo anno solare, è riuscita a dare 456 iscritti al Registro mondiale dei donatori».
Un brutto giorno, in ospedale per una serie di controlli, le dicono di stendersi sul lettino e ascoltare con attenzione la diagnosi.
«Momenti che non auguro a nessuno, anche se la dottoressa che mi aveva illustrato il linfoma, mi aveva assicurato che si trattava di una neoplasia del sangue dalla quale si poteva uscirne vincitori. Una frase che mi colpì molto. Trovai, dunque, una forza d’animo che non pensavo di avere, presi il coraggio a due mani e informai mio padre e mio fratello che intanto attendevano fuori dalla stanza di ospedale. Da quel momento è iniziato il mio percorso in salita, alla conquista della vita durato un anno».
Le è cambiata la vita, ha detto che da quel momento ha preso più di quanto non avesse dato.
«Sono molte di più le cose belle ricevute dalla vita, che non quelle brutte; vivendo un’esperienza così drammatica, così forte – avevo perso dieci chili… – quanto mi è accaduto da quel momento in poi è stato un arricchimento unico: ho scoperto una parte di me stesso, il valore straordinario della mia famiglia, la scoperta di quanto sia bello avere amici: alcuni di loro nell’arco di questa esperienza mi hanno coccolato; le amicizie con i medici, con il professor Cinieri, l’ingresso in ADMO, l’incontro con i docenti delle scuole, le condivisioni su Facebook. Ogni giorno avverto questo senso di ricchezza».E’ salvo, ma dopo questa esperienza ha avuto netta la sensazione che il suo impegno avesse salvato una vita umana.
«Non immaginavo che potesse accadere. Avevo iniziato a raccontare di esperienze agli allievi della Scuola di addestramento dell’Aeronautica di Taranto, che attraverso un’attività condivisa ha manifestato una volta di più quanto questa fosse sensibile al sociale; ripetevo ai ragazzi quanto fosse semplice donare una vita: spiegavo loro che il midollo osseo è un tessuto che si trova all’interno della cavità delle nostre ossa, produce cellule pregiate che possono contribuire a salvare una vita umana. Quando raccontavo questo, non pensavo si potesse realizzare concretamente il disegno della vita. Quando un bel giorno, un mio ragazzo, Vincenzo Guerra – faccio il suo nome in quanto esperienza andata a buon fine – mi scrive su Facebook: “Comandante, sono stato contattato dal Policlinico di Bari, sono compatibile al 100% con una bambina di tre anni affetta da leucemia che ha bisogno di aiuto, corro a donare!”.
Vincenzo ne parla poco, è schivo: chi compie questi gesti d’amore non vuole passare per un eroe, aiutare il prossimo dovrebbe essere la normalità. Questo episodio ha dato un senso a quanto fatto in tutto questo tempo, insieme abbiamo salvato una vita umana: io con le mie opere di persuasione, lui e gli altri allievi, con l’iscrizione al Registro. Dunque, la vita che mi è stata donata o restituita – se vuole – all’età di trentasei anni, l’ho impegnata nel convincere Vincenzo e altri come lui su quanto sia utile spendersi per il prossimo».
L’importanza di una donazione che avviene in forma gratuita e anonima.
«Quando si parla di donazione di midollo osseo, non si considera che si parla di compatibilità: in una famiglia con quattro fratelli, per esempio, uno su quattro può essere compatibile con l’altro; quando questo, purtroppo, non accade, il rapporto diventa complicato; fra non consanguinei, infatti, la compatibilità sale vertiginosamente: uno su centomila. Se Vincenzo non si fosse iscritto, per la piccola ci sarebbero state poche speranze».
L’ultimo progetto ADMO.
«Grazie all’impegno del cavaliere Maria Stea, con Regione e Miur regionale, abbiamo sottoscritto un impegno che ci autorizza a contattare i dirigenti degli istituti scolastici pugliesi per concordare incontri nel corso dei quali parlare ai loro studenti dell’Associazione e di quanto sia importante mettersi a disposizione per il prossimo».