“A scuola per scrivere insieme il nostro futuro”
Sorridono, non sembra nemmeno il primo giorno di scuola. Invece è così. I ragazzi che mostrano allegria, sostanziata da battute fra loro e tanto di selfie da girare a familiari e amici, sono ventisei extracomunitari, tutti intorno ai vent’anni. Stranieri in un Paese che vuole compiere passi importanti in tema di accoglienza e integrazione. Devono questa prima grande gioia al primo lavoro di alfabetizzazione svolto nella sede del Centro di accoglienza straordinaria (CAS) di via Cavallotti a Taranto.
I ragazzi cominciano il loro percorso fra i banchi dell’istituto scolastico “Colombo” di via Medaglie d’Oro. Solo volti distesi, sorridenti. Non ci sono quei bronci che di solito accompagnano i nostri studenti. I ragazzi arrivati da Senegal, Costa d’Avorio e Gambia, sono felici. Quello che stanno compiendo, ne sono consapevoli, è uno dei primi passi “istituzionali” verso un’Italia che gradualmente li inserirà nel proprio tessuto sociale per farne una risorsa.
I ragazzi, dunque, festeggiano il primo step verso l’istruzione “italiana”. Apprenderanno elementi basilari, lingua, storia, materie utili nella personale crescita didattica. Questo percorso di apprendistato servirà per meglio interfacciarsi con la nuova realtà che li circonda. Sembra semplice, ma ancora non lo è, chiedere informazioni ad uno sportello del Comune; dove rivolgersi per ricevere un codice fiscale, cure sanitarie e medicinali; fare la fila in un Ufficio postale. Ma anche il solo chiedere un indirizzo, la fermata di un mezzo pubblico, una via, una piazza.
Nel primo giorno di scuola alla “Colombo”, i ventisei studenti extracomunitari sono accompagnati da un mediatore, figura importante per introdurli in un ambiente completamente nuovo. Parlano già tre lingue i ragazzi, oltre al loro dialetto: l’arabo, il francese e l’inglese. «Ma non bastano ancora – sorride uno dei ragazzi con una certa confidenza con l’italiano – dobbiamo impararne una quarta e la cosa non ci spaventa; sappiamo chiedere informazioni importanti, vie, piazze, i numeri dei bus, ma siamo consapevoli che la strada è ancora lunga».
Lo sguardo rivolto a un futuro al quale i ventisei nuovi studenti della “Colombo”, seguiti, si diceva, prima presso il “Cas Cavallotti” di Taranto, ora guardano con grande speranza. «Se non fosse per la storia che ciascuno di noi vive ancora sulla propria pelle – dice uno dei “nuovi” studenti – il passato sembra essere alle nostre spalle, ora vogliamo guardare avanti: ci basta un sorriso, una sincera stretta di mano e un po’ di pazienza da parte dei professori: se chiederemo di spiegarci una seconda volta il passaggio di una lezione, dovranno comprendere qualche nostro disagio e possibilmente venirci incontro».
Dirigente scolastico e docenti della “Colombo” hanno subito manifestato massima disponibilità all’accoglienza dei nuovi studenti. «E’ un’esperienza dal grande spessore umano che ci rende orgogliosi – diceva l’altro giorno un professore – vedere ragazzi così disposti ad imparare non senza qualche comprensibile difficoltà dovuta alla lingua, non può che farci piacere».
Gli altri studenti della scuola hanno preso a benvolere i nuovi ventisei compagni. Ma anche loro, i ragazzi venuti da lontano, qualcosa potranno insegnarla. Solo materie dure, purtroppo: sofferenza, pericolo, dolore e l’incognita di un futuro tutto da scrivere, ma nel quale comincia a vedersi finalmente un primo spiraglio di speranza.
C’è una lavagna di fronte a Mamadou, uno dei giovani allievi. Il suo entusiasmo è contagioso. «Spetta a noi riempire quella lavagna di contenuti: cancelliamo il passato e scriviamo insieme il futuro».