L’interazione che guarda all’inclusione.
Ieri mattina era in programma un incontro di calcio a sei nell’ambito del Torneo Regionale organizzato dall’ANPIS (Associazione Nazionale Polisportive per l’Inclusione Sociale) denominato Sportiva-Mente.
Decido di andarci perché ci sono diversi aspetti di questa iniziativa che mi intrigano.
Uno fra i tanti Mimmo, operatore sociale volontario tuttofare: Presidente, autista, magazziniere, allenatore, motivatore e non so cos’altro.
Una persona speciale che mi infastidisce solo quando mi chiama dottore!
Lo conosco dai tempi in cui venne a chiedermi di poter fare allenare i suoi ragazzi nel campo di una struttura dove avevamo allocato la Direzione Generale della ASL BA2, l’Istitituto “Vittorio Emanuele II” di Giovinazzo, un campo di calcio abbandonato da decenni e recuperato attraverso un progetto di inclusione sociale per essere messo a disposizione del territorio. Sono passati anni e lui è ancora la, attore e fautore di processi di socialità in maniera volontaristica e senza togliere un briciolo di tempo alla famiglia che lo segue sempre nelle sue attività.
Al Torneo sono iscritte Associazioni che, a vario titolo, operano nel settore della Salute Mentale con squadre composte da utenti e operatori: “in campo giocano quattro utenti e due operatori” mi spiega il Presidente dell’Associazione “L’Anatroccolo onlus” di Bitonto, Mimmo Bellifemine, mentre sta per cominciare l’incontro casalingo contro la “Gargano 2000”, una Associazione di Giovinazzo.
E’ il quarto incontro del Torneo e per la capolista “L’Anatroccolo” è un incontro al vertice perché gli amici di Giovinazzo sono secondi.
“Non è questo lo spirito con il quale i ragazzi giocano. Scendono in campo per divertirsi. Certo, l’impegno e la voglia di vincere ci sono ma sono elementi marginali. Poi, per il secondo anno consecutivo, abbiamo le nostre punte di diamante che fanno la differenza in campo come nello spogliatoio”. Le punte di diamante alle quali si riferisce il Presidente de “L’Anatroccolo” sono cinque ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria di Bitonto gestito da “Costruiamo Insieme” iscritti al Torneo in quota agli operatori.
La prima squadra ad entrare in campo è quella dei bitontini e Mimmo mi deve lasciare per dirigere la fase di riscaldamento pre partita.
Il gruppo si compatta e, prima di iniziare il riscaldamento, scappano abbracci, strette di mano, segni di intesa e incoraggiamento fra i giocatori.Colgo il primo elemento dell’incontro fra culture: alcuni ragazzi de “L’Anatroccolo”, dopo aver stretto la mano e abbracciato i colleghi “stranieri”, portano la mano al petto, un rituale simbolico che, fino a qualche tempo fa, non conoscevano: incontro e scambio!
“Noi guardiamo ai processi di integrazione sociale a 360 gradi e la presenza di questi ragazzi nel gruppo è un motivo di crescita attraverso lo scambio di esperienze per i nostri ragazzi che va al di la della condivisione dell’evento calcistico” mi aveva raccontato Mimmo prima dell’inizio della partita.
Ed è un’esperienza che vogliamo ampliare attraverso la sottoscrizione di un Protocollo di Collaborazione finalizzato a consolidare e rafforzare l’interazione fra le nostre realtà per la realizzazione di percorsi concreti di inclusione sociale.
Nel frattempo, la partita entra nel vivo. A due minuti dalla fine “L’Anatroccolo” vince 4 a 3. Due minuti fatali: la partita si chiude sul risultato di 5 a 4 per gli ospiti che diventano primi in classifica con un distacco di due punti.
Ma questi sono dettagli di poco conto, marginali.
I ragazzi sono felici, hanno giocato, si sono divertiti.
La prossima settimana saranno a Foggia sempre per giocare, stare insieme e divertirsi.
Se vincono o perdono è sempre festa!
E, guardandoli, mi chiedo quanto abbiamo ancora da imparare da quella spontaneità che è rimasta scevra dall’inquinamento ideologico e culturale che ammorba il rapporto fra le persone.
Ho trascorso un bel sabato Diversa-Mente!