Armani, laurea honoris causa a Piacenza
«Giovani, lavorate E tenete duro. Non dimenticate che a casa avete il gatto, la mamma o l’amante; capisco le proteste pacifiche: lo studio è un diritto». «Uno dei figli più illustri di questa città», ha detto il rettore Franco Anelli. «Per la dimensione internazionale del marchio, per l’approccio olistico alla sostenibilità», fra le motivazioni lette dalla preside Anna Maria Fellegara
Prima l’introduzione del rettore, Franco Anelli, a seguire l’intervento della preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, Anna Maria Fellegara, che ha letto le motivazioni con cui la Facoltà ha riservato il riconoscimento accademico a un “imprenditore diventato protagonista del global business grazie alle sue straordinarie capacità creative, organizzative e strategiche”.
Ci sono giornalisti, inviati, corrispondenti, rappresentanti della stampa italiana e internazionale alla cerimonia svoltasi nella sua città. Giorgio Armani, “lo stilista”, è commosso. Persona di grande spessore, intellettuale, genio della moda, molto legato allo sport così da essere vicino anche fisicamente alla “sua” squadra di basket, si lascia andare ad un breve, ma significativo discorso. Le domande dei giornalisti fanno il resto. Re Giorgio risponde senza problemi, con quella calma e quello stile che lo hanno contraddistinto in decenni in cui l’Italia, e non solo la sua Piacenza, deve conoscergli il merito di aver promosso il suo (e nostro) brand in tutto il mondo. «Ai giovani dico: lavorate, tenete duro ma non scordate che a casa avete il gatto, la mamma o l’amante; capisco chi protesta pacificamente per quello che è un diritto, per tutti, allo studio», dice fra le altre cose Armani.

OTTANTANOVE A LUGLIO
Ottantanove anni a luglio, Armani è cresciuto a Piacenza. Qui ha frequentato il Liceo scientifico “Lorenzo Respighi”, per trasferirsi successivamente a Milano insieme con la famiglia. E’ nel capoluogo meneghino che lo stilista degli stilisti diventa imprenditore di se stesso e fondatore del marchio diventato uno dei più grandi simboli del “Made in Italy”. Oggi, il suo ruolo, è quello di Presidente e Amministratore Delegato del “Gruppo Armani”. Azienda della moda e del lusso, leader nel mondo, conta più di ottomila dipendenti e nove stabilimenti di produzione.
Commosso, addosso toga e tocco, Armani si è rivolto ai giovani: «Con la mia storia, vorrei essere un esempio, uno stimolo e ricordare a voi tutti che il lavoro vero e l’amore portano lontano». «Ricevere questa laurea – ha proseguito – è qualcosa che mi ha toccato profondamente: non solo perché mi è stata conferita nella mia città natale, che amo profondamente, ma perché è un riconoscimento all’imprenditore, a quella figura che ho dovuto inventarmi partendo da zero e superando, soprattutto all’inizio, momenti di grande difficoltà».
Interviene ancora Armani, parla con leggerezza per raggiungere il cuore dei più giovani. Non parla del mondo degli affari, ma della vita. I presenti, letteralmente affascinati dalle sue parole, dagli esempi che non fanno una grinza, proprio come i suoi abiti esportati in decenni e decenni in tutto il mondo. «Essere qui – dice – mi obbliga a ricordare il percorso molto impegnativo che ho svolto, dimenticando molte volte me stesso; per questo mi rivolgo ai giovani dicendo loro: lavorate, tenete duro ma non dimenticate che a casa avete il gatto, il cane, la mamma, la nonna o l’amante, perché poi andando avanti avrete bisogno di persone al fianco».

TORNA QUANDO PUO’
A Piacenza, Armani torna spesso, a pranzo, ma anche per la sola colazione, per farsi un giro, guardarsi intorno, vedere come è cresciuta la sua città. «Ho rivisto la mia infanzia, le gite in bici sul Trebbia e mia mamma che durante la guerra mi portava dalla mia camera al quinto piano in cantina al rifugio».
«Mi piace pensare che la mia personale esperienza possa essere in qualche modo di esempio per chiunque miri a realizzarsi. In particolare, proprio per i giovani che, in un momento storico così complesso, spesso faticano a individuare la strada giusta; oggi sono richieste grandi competenze e la realtà è una sfida, non sempre rassicurante; sento di dire, però, che non è il caso di arrendersi: studiate con impegno, lavorate giorno dopo giorno seguendo istinto e passione».
Le parole di riconoscenza del rettore Franco Anelli: «Uno dei figli più illustri di questa città». La motivazione letta da Anna Maria Fellegara: «Per la dimensione internazionale del marchio, per l’approccio olistico alla sostenibilità, per la ricerca inesausta di miglioramento e per la consapevolezza della centralità dell’impresa nella creazione di valore condiviso».