Migranti, diritti e regole da rispettare

«Penso che i migranti abbiano il diritto a essere accolti e a conoscere per rispettare le regole del Paese che li ha ospitati e quindi la sentenza della Cassazione è ottima se serve a fare chiarezza in questo senso». Nicole Sansonetti, presidente della cooperativa Costruiamo Insieme ha commentato positivamente la sentenza della Suprema Corte: «i giudici – ha spiegato Sansonetti – hanno sostanzialmente ribadito quanto nei centri di accoglienza viene spiegato ogni giorno: l’Italia è un Paese con le sue regole e vanno rispettate. Gli stranieri che in generale arrivano in Italia devono poter mantenere le proprie libertà, ma senza eccessi. Così, allo stesso modo i migranti hanno il diritto di trovare asilo e di veder rispettata la loro origine etnica, religiosa e di ogni altro tipo, ma se questa libertà incide su aspetti come la pubblica sicurezza allora è necessario che comprendano la situazione e si adeguino».
Nella sentenza emessa nelle scorse ore, la Cassazione ha stabilito che «in una società multietnica la convivenza tra soggetti di etnia diversa richiede necessariamente l’identificazione di un nucleo comune in cui immigrati e società di accoglienza si debbono riconoscere. Se l’integrazione non impone l’abbandono della cultura di origine, in consonanza con la previsione dell’art. 2 della Costituzione che valorizza il pluralismo sociale, il limite invalicabile è costituito dal rispetto dei diritti umani e della civiltà giuridica della società ospitante».
Per la presidente di Costruiamo Insieme «i magistrati hanno evidenziato il divieto di portare con sé un kirpan, il coltello sacro per gli indiani sikh, non è il totale abbandono della propria cultura d’origine, ma semplicemente il rispetto di una regola che vige nel Paese in cui si è scelto liberamente di trasferirsi. Questo chiarisce che non ci sono violazioni dei diritti umani né religiosi o di altro tipo, ma semplicemente – ha concluso Sansonetti – la consapevolezza di aver scelto un Paese che ha regole differenti da quelle dei Paesi di provenienza e vanno rispettate»