In una sola stagione, per il cantautore tarantino un premio dopo l’altro
A Sanremo con “Fai rumore” ha raccolto di tutto e di più, dalla vittoria fra i big al Premio della critica. Poi con “Che vita meravigliosa”, nel cinema, colonna sonora de “La dea fortuna” di Ferzan Ozpetek. In questi giorni ha preso il via il tour “Un’altra estate”. A Ferragosto, a Grottaglie, ospite del Cinzella Festival.
«Sono nato ad Aosta, ma mi sento tarantino a tutti gli effetti, mi sento uomo da città di mare, il mio sogno è quello di cantare un giorno al centro di una piazza centrale, piazza Garibaldi, con vista su via D’Aquino, a una incollatura dal Lungomare e dal Ponte girevole: lì da studente ho debuttato con un mio complesso musicale…».
Così Antonio Diodato, tarantino appunto, trentanove anni ad agosto, vincitore dell’ultima edizione del Festival di Sanremo e tanti altri premi da farne l’artista italiano più premiato in una sola stagione. Taranto è orgogliosa del suo pupillo. E come non potrebbe esserlo, con un patrono, San Cataldo, notoriamente “amante dei forestieri”, considerando che Diodato le prime parole dopo la vittoria nella kermesse canora più popolare, il primo pensiero lo ha rivolto ai suoi genitori e alla sua città. E’ raro che questo accada. Non di recente, visto che anche il suo amico e concittadino, Michele Riondino, pur rischiando di compromettere una carriera brillante di attore, ha spesso scherzato con i “santi”, parlando di Taranto, i fumi dell’industria e costruito un Primo Maggio, ad ogni occasione, dalla Rai a Canale 5 passando per La7. Dunque, Diodato, uno degli ospiti fissi del Primo Maggio tarantino, ha rimandato la festa nella sua città, causa lockdown. Si rifarà parzialmente a qualche chilometro del capoluogo ionico, a Grottaglie, a Ferragosto in occasione del Cinzella Festival.
ANTONIO, UN PRIMATISTA!
Ma torniamo a Diodato recordman. Da queste parti amano dire “assopigliatutto”. Non c’è stata una manifestazione, dalla musica al cinema, dove Diodato non abbia messo becco e ritirato almeno un premio: sei in tutto, quest’anno. E non è ancora finita, visto che i primati sono fatti per essere, perché no, perfezionati.
Dunque, quest’anno è stata un’annata davvero eccezionale per Diodato. Unico artista italiano, dicevamo, ad aver vinto nello stesso anno con la canzone “Fai rumore” il Festival della canzone italiana (Sanremo), il Premio della critica Mia Martini (Sanremo), il Premio Sala Stampa Radio Tv e Web (Sanremo), il Premio Lunezia, e, con “Che vita meravigliosa” il premio David di Donatello (Miglior canzone originale) e i Nastri d’argento (Migliore canzone originale), colonna sonora del film “La dea fortuna” di Ferzan Ozpetek, contenuta, insieme alla stessa “Fai rumore” nell’album “Che vita meravigliosa”.
Lunedì scorso, giorno della scomparsa del grande Ennio Morricone, durante la cerimonia di premiazione dei Nastri d’Argento, al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, a sorpresa Diodato ha reso un emozionato e sincero omaggio al più grande compositore del Novecento, tributandogli “Nuovo Cinema Paradiso”. Altri meriti, tanto per gradire, il Disco di platino per “Fai rumore”, sesto singolo più venduto del primo semestre del 2020.
Sabato 4 è iniziata l’estate live di Diodato dalla Valle d’Aosta, duemila metri di altitudine con un concerto che ha registrato il tutto esaurito che ha dato il “la” ad appuntamenti inediti, nel segno di un nuovo dialogo musicale fuori programma che vedono l’artista suonare dal vivo in alcuni posti straordinari, nel rispetto delle regole attuali. Fra i concerti, si diceva, il 15 agosto al “Cinzella Festival”, Grottaglie.
EMILIANO E MELUCCI «COMPLIMENTI!»
Il tour di Diodato prende il nome dal nuovo singolo, “Un’altra estate”, tormentone alternativo, scritto durante il lockdown, e tra i brani più suonati in assoluto in Italia, di cui è disponibile il videoclip (regia di Priscilla Santinelli, produzione Borotalco Tv). Tema della canzone, la fine di un tempo sospeso, simboleggiato dall’apertura delle pareti di una grande scatola che fanno tornare l’artista a respirare.
Diodato, a caldo, dopo la vittoria del Festival, aveva raccontato di aver collezionato qualche «mazzata», suonato in locali dove talvolta si trovava al cospetto di una decina di persone. «Però ho sempre creduto in quello che facevo, nella forza della musica e della canzone». Con lui si erano complimentati i maggiori rappresentanti delle istituzioni. Il governatore Michele Emiliano, per esempio, commentò su Facebook la vittoria del cantautore tarantino. «Un ragazzo pugliese, un figlio di Taranto, che vince il Festival di Sanremo con merito, per talento, dopo tanta gavetta e uno studio continuo: bravo Antonio, sei l’orgoglio di questa comunità».
Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, dal suo canto, pochi minuti dopo la vittoria del Festival, commentò: «E’ motivo di grande gioia vedere un artista che realizza il suo sogno; motivo di grande orgoglio per lui, la sua famiglia e la comunità tarantina vedere fiorire il suo talento coltivato con impegno, duro lavoro, spirito di sacrificio, costanza e tanto tanto studio».