Mattarella, Trump e la presunta gaffe
Secondo la stampa l’incontro fra i presidenti italiano e americano alla Casa Bianca passerebbe alla storia per uno scivolone dialettico dell’ex tycoon («America e Italia alleate dall’Antica Roma…».). Non è proprio così, ma la posizione severa del nostro Capo dello Stato contro le gabelle minacciate dagli USA è passata colpevolmente in secondo piano.
L’incontro alla Casa bianca fra il presidente Sergio Mattarella e quello americano, Donald Trump, passerà alla storia più che per il confronto, a tratti dialettico, interessante anche per la posizione del nostro Governo, per quello che molti hanno considerato quello dell’ex tycoon come enorme scivolone “storico”. In un momento di delirio dialettico, Trump avrebbe parlato di alleanza storica fra l’Italia e gli Sati Uniti, risalente all’Antica Roma. Una gaffe che avrebbe del clamoroso, considerando che a scoprire il Nuovo continente fu Cristoforo Colombo nel 1492, dunque, molto, ma molto distante dall’Impero romano.
Vero che su internet è possibile fare e scrivere di tutto, anche costruire bufale per farle passare per oro colato, creare fake news ad arte, ma un’affermazione così esagerata – e fermiamoci qui – avrebbe significato avere nella testa un bel corto circuito. Così enorme da non considerare che un ripasso alla storia, quella più elementare, avrebbe evitato la presunta smarronata del numero uno americano e gli innumerevoli articoli che in questi giorni hanno lo hanno canzonato.
E ROMOLO E REMOLO, DOVE LI METTIAMO?
Ora, facciamo i bravi. Trump non è l’unico che, preso dalla foga oratoria, sovrapponendo concetti può concedersi il diritto di spararla grossa. Nel maggio del 2002 anche Berlusconi commise una gaffe. Non proprio identica, ma comunque degna di nota. Nel parlare di fondazione dell’Antica Roma – evidentemente la storia dell’Impero romano è il punto debole di chi governa – fece l’allusione ai gemelli “Romolo e Remolo”. Gaffe, sicuro, anche se all’epoca Silvio rilasciava dichiarazioni tanto al chilo e, allora, la sparò quella senza tanto pensarci. Quella di Trump, fosse autentica, considerando un’altra scuola di pensiero, sarebbe una di quelle che fanno male, invitano i ragazzini a confutare i libri di storia: «…lo ha detto il nostro Presidente, Colombo è venuto in America quando esistevano già solidi rapporti fra Italia e Stati Uniti – forse non ancora uniti, ma è un dettaglio – millecinquecento anni prima!».
Qual è l’altro punto di vista. Secondo altre fonti, il presidente Trump non avrebbe sparato una simile fesseria. Agli indefessi debunker, cioè sbufalatore, sarebbe bastato ascoltare il suo discorso più attentamente, ma soprattutto per intero, per comprendere che in realtà non ci trovavamo al cospetto di una delle più clamorose gaffe compiute da un capo di Stato. Queste sarebbero, dunque, le parole pronunciate da Trump: «Gli Stati Uniti e l’Italia sono legati da un’eredità culturale e politica condivisa, antica migliaia di anni. Dall’Antica Roma nei secoli il popolo italiano ha contribuito ad accrescere la civilizzazione con magnifiche opere d’arte, scienza, filosofia, architettura e musica».
Poi Trump ha proseguito così il suo ragionamento: «Lunedì scorso noi abbiamo dato il nostro tributo all’italiano che ha scoperto un Nuovo Mondo, un genovese che si chiamava Cristoforo Colombo. E per me quel giorno si chiamerà sempre Columbus Day. A qualcuno non piace, a me sì».
Più che “morale della favola”, sarebbe stato il caso di soffermarsi su altri aspetti dell’incontro.
NO AI TASSI, LAVORIAMO INSIEME
Sergio Mattarella, invece, è riuscito dove gli altri hanno fallito. L’ospite italiano, a un certo punto, ha alzato la mano in maniera educata lanciando un chiaro messaggio in codice a The Donald: «Non vorrei interromperti e non lo sto facendo, ma adesso tocca a me parlare». Trump ha ceduto di fronte a tanta eleganza. Dopo aver alzato la mano e preso parola, Mattarella ha ribadito la necessità di risolvere i problemi con l’arma del dialogo, la più forte di tutte. Così il quotidiano La Stampa ha già soprannominato “dottrina Mattarella” l’insieme di comportamenti tenuti dal presidente italiano durante il colloquio con Trump: zero intolleranza o prepotenza e niente nazionalismo becero.
Insomma, se i giornali invece di seguire il gaffone di Trump, avessero scritto della dottrina Mattarella, la visita del capo dello Stato italiano per noi tutti avrebbe avuto altro effetto. Ha fatto vacillare Trump che a un certo punto si è quasi trovato costretto ad ammirare la posizione di Mattarella: «Dazi sull’Europa? Vediamo cosa possiamo fare per non introdurli». Prendano appunti i leader dell’Unione Europea.