Il mitile tarantino, promosso da destra e sinistra

Maldicenze, sequestri e distruzioni a tonnellate. La politica torna su uno dei simboli della Città dei Due mari. Renato Perrini (Fratelli d’Italia) invita le istituzioni alla ribilitazione del prodotto ittico («Commissario alle bonifiche, si pronunci…»), il presidente Emiliano firma ordinanze e ne caldeggia il consumo («…è la più buona e sicura del mondo»).

La cozza, simbolo di Taranto. Vessata, distrutta fisicamente, nel senso di sequestrata e mandata al macero, sempre e comunque, oggi è un simbolo da rivalutare. Intanto perché è sicura, lo dicono le analisi (e non da oggi), poi perché è buona come nessun’altra cozza al mondo. Allevata nella zona di Taranto, in particolar modo nel Mar Piccolo, il peculiare sapore della cozza tarantina è dato dalle condizioni di salinità del mar Piccolo attraversato dai citri, le famose sorgenti sottomarine d’acqua dolce in grado di ossigenare l’acqua e favorire lo sviluppo del plancton e dalle correnti d’acqua dolce del fiume Galeso. Ecco spiegate singolarità e bontà della cozza tarantina.

Perché, oggi, il mitile più famoso al mondo balza di nuovo agli onori della cronaca. Perché se n’è accorta la politica, quale tipo prima, quale dopo, non importa, soprattutto se l’interesse è trasversale e arriva, come si dice, da destra come da sinistra.

Così, l’altro giorno il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Renato Perrini, ha riportato al centro del dibattito «la cozza tarantina, considerata un tempo la migliore al mondo e negli ultimi tempi “inquinata” più dalle polemiche e dalla burocrazia che dal mare!». Senza tanti giri di parole, il consigliere, non l’unico a schierarsi dalla parte del pregiato mitile, ma in buona sostanza anche da quella dei mitilicoltori, appena qualche giorno fa. «L’intero settore – dichiara Perrini – ha bisogno di una boccata di ottimismo, così come il consumatore ha bisogno di sentirsi tranquillo quando consuma il mitile tarantino». Non solo una dichiarazione a favore di telecamera, ma anche un documento concreto per sollecitare ulteriormente su un tema che sta a cuore ai tarantini, il presidente della Commissione all’Ambiente, Mauro Vizzino. «Lo scopo – il punto di vista del politico, martinese di nascita, crispianese di adozione – affinché calendarizzi l’audizione del Commissario straordinario alle Bonifiche di Taranto, Vera Corbelli, e del direttore del Dipartimento Ecologia della Regione, Barbara Valenzano, sullo stato delle Bonifiche anche nel Mar Piccolo».

«Un anno e mezzo fa – prosegue Perrini – sempre in un’audizione sollecitata dal sottoscritto, il Commissario straordinario alle Bonifiche di Taranto fece promesse e rassicurazioni: ma, oggi, a che punto sono i lavori? Per questo motivo ho avanzato richiesta per un’altra audizione, e stavolta non solo con la partecipazione della stessa Corbelli, ma anche con la Valenzano, oltre che con il presidente Michele Emiliano: lo scopo è mettere intorno al tavolo tutte le parti interessate alla bonifica per sentire dalla viva voce a che punto è l’intervento di messa in sicurezza e gestione della zona, per fare chiarezza una volta per tutte».

BUONA E SICURA…

E se da destra “s’ode uno squillo di tromba”, da sinistra “risponde uno squillo”, anche se trattasi di figura istituzionale, dunque, al centro di qualsiasi tema. Il riferimento è al governatore di Puglia, Michele Emiliano, nelle recenti primarie indicato come presidente della Regione.  «La cozza di Taranto è la più buona e sicura al mondo», ebbe a dire qualche anno fa. E non in periodo di elezioni. Era un momento in cui Emiliano era in sella sua poltrona di governatore e le cozze tarantine erano poste sotto sequestro e mandate al macero. Firmò perfino un’ordinanza per «evitare la distruzione scontata di una grande quantità di prodotto e consente di avere la matematica certezza della bontà dei mitili tarantini». Lo ribadì nel corso di una conferenza stampa a commento dei risultati di una operazione di sequestro, svoltasi proprio a Taranto, che vide la distruzione di qualcosa come 30 tonnellate di mitili presenti nel primo seno del Mar Piccolo, con una dimensione superiore ai tre centimetri, e che non erano state spostate in altre aree entro il 31 marzo 2016 così come disposto da un’ordinanza dello stesso presidente della Regione.

All’incontro con la stampa parteciparono sindaco della città di Taranto, direttore generale dell’ASL di Taranto, il direttore del Dipartimento di prevenzione dell’ASL di Taranto, il comandante della Capitaneria di porto di Taranto, il comandante regionale Guardia di finanza, il comandante ROAN Guardia di finanza Bari, il comandante provinciale Guardia di finanza di Taranto e il comandante della Compagnia carabinieri di Taranto.

Nell’occasione, Emiliano fece di più, espresse «orgoglio per il metodo di lavoro messo a punto, metodo che parte da un’analisi ragionevole di ciò che avviene, secondo la fisiologia dei mitili e secondo le condizioni ambientali, e arriva alla soluzione adottata dalla Asl di Taranto, in collaborazione con gli stessi mitilicoltori e al recepimento della strategia da parte della Regione Puglia che, con una ordinanza innovativa, ha trovato la giusta soluzione compatibile con le esigenze di tutela della salute dei consumatori». Nell’occasione, il governato della Puglia, pose l’accento su «un’operazione titanica resa possibile grazie alla collaborazione di tutte le forze dell’ordine che tra di loro si sono coordinate per garantire i controlli e per garantire alla cozza tarantina di essere, non solo la più buona del mondo, ma anche la più sicura del mondo».