Lampedusa, gli isolani improvvisano spaghettate per i migranti sbarcati

Appena arrivati dopo quattro giorni di viaggio. Affamati, disorientati, disperati, hanno chiesto cibo. Così i lampedusani hanno compiuto una gara di solidarietà: invitati i ragazzi a sedersi e rifocillarsi. Orgoglio per il Sud.

 

Di Antonello, quel vigile del fuoco che ha rinunciato a una cena con amici e ha chiesto a sua madre di improvvisare una generosa spaghettata con emigranti arrivati a Lampedusa dal Burkina Faso, ne abbiamo già scritto. Non a caso abbiamo titolato «Bravo, Antonello!». In quanto uomo e gesto, il suo, da prendere come esempio e mostrarlo non solo nelle scuole, quello no, i ragazzi, sanno più dei grandi che chi è in difficoltà, va sempre e comunque aiutato. Bisognerebbe, forse, mostrare video, far leggere storie, come quella che stiamo per raccontarvi e raccolta dall’Ansa, storica e autorevole agenzia giornalistica italiana, a quei politici che si sono spesi negli anni scorsi, spinti perfino, sulle spiagge della Sicilia, per respingere migranti disperati in cerca di un aiuto, come se il male per il nostro paese scaturisse proprio dall’“invasione” di extracomunitari.

E allora, l’agenzia giornalistica Ansa, ci ha raccontato in queste ore di decine di migranti, con sacchetti di plastica o con la busta data loro negli hotspot, si aggiravano a Lampedusa lungo il corso principale del paese.

Ragazzi con la disperazione negli occhi, fra loro diversi minorenni, che avevano pensato di allontanarsi dal primo centro di accoglienza per fare due passi per Lampedusa. Non come turisti, ma come esseri umani che intanto avevano scampato la morte dopo una lunga traversata durata dai tre ai quattro giorni, senza toccare cibo.

 

 

TENSIONE SUPERATA

Primi momenti di tensione si sono registrati durante la distribuzione dei pasti. Vediamo quanti di voi, a stomaco vuoto da quattro giorni, senza cibo e acqua avrebbero mantenuto un certo contegno. La disperazione è una e una sola, e non ha colore. Magari questi ragazzi hanno la soglia di resistenza superiore alla nostra, ma non è un buon motivo non aspettarsi una reazione a momenti in controllabile esplosa solo a causa di una sola parola: fame!

Migranti in giro per Lampedusa. Fra questi, molti tenevano stretta fra le braccia una bottiglia d’acqua minerale. Nessun fastidio provocato ai lampedusani, nessun problema di ordine pubblico. Questi ragazzi cercavano solo qualcosa da mangiare in mezzo ai tanti turisti in vacanza sull’isola. Con una certa difficoltà (non parlavano italiano), hanno prima cercato di informarsi sul costo di una pizza o un panino, spesso desistendo perché quei prezzi non erano alla portata di quel denaro stretto in una mano (guai a perderlo, per loro sarebbe la fine…). Stupore sul fatto che una bottiglietta di mezzo litro di acqua minerale costasse 2 euro. Croce Rossa italiana e la polizia, intanto, per tutta la notte, avevano passato al setaccio tutta Lampedusa per convincere molti di questi ragazzi a rientrare all’hotspot (contrada Imbriacola).

Molti degli isolani, non è la prima volta che accade, hanno improvvisato grandi spaghettate, invitando molti di questi ragazzi a sedersi a tavola mangiare, possibilmente, con calma per evitare di farsi del male piuttosto che trarre del bene dal cibo fortunatamente generoso disposto sulla tavola.

 

 

«SPAGHETTI PER TUTTI!»

Di Antonello ne abbiamo scritto due giorni fa in “Storie”: lui, il vigile del fuoco, senza pensarci troppo aveva deciso di condividere la sua cena con un gruppo di migranti. Stava per uscire e andare a cena con amici, quando di colpo si è ritrovato davanti casa una decina di giovani del Burkina Faso, che chiedevano da mangiare. «Stremati, privi di forza – aveva detto il vigile del fuoco – ma soprattutto affamati: uno di loro si è messo perfino in ginocchio chiedendo da mangiare! Ma vi rendete conto? Come facevo a ignorare quei ragazzi e andare a mangiare con i miei amici? Ma non scherziamo…». Così, Antonello si è rivolto alla mamma e le ha chiesto di improvvisare una spaghettata. Detto, fatto: una bella tavola apparecchiata, grandi sorrisi, una mangiatona di spaghetti al pomodoro. «Li ho fatti accomodare nella veranda di casa mia e ho cenato con loro: avevano una fame pazzesca. Una corsa alla generosità che stanno facendo tutti i lampedusani. Tutti abbiamo il compito di dare loro una mano».

Tantissimi i commenti sui social. Molti hanno commentato con affetto, vicinanza e “applausi” i due protagonisti di storie come questa, simbolo dell’accoglienza che caratterizza il popolo siciliano. Molte le persone che li hanno ringraziati a nome di quell’umanità spesso dimenticata. Sempre sui social, sui quali nessuno si risparmia, ha dimostrato memoria colpevolmente corta anche davanti a esempi positivi, come questi, scrivendo frasi che non meritano nemmeno un solo commento. Siamo orgogliosi di essere italiani, siciliani, gente del Sud, che quando c’è da dare, offrire anche quel poco che abbiamo, non ci pensano due volte.