Amir, trent’anni, la sua storia fa il giro d’Italia

Curdo-iracheno, abita a Taranto, al Borgo. Un cartello all’ingresso di tre supermercati e un post su facebook. «Avete bisogno della spesa, di medicinali, di altre commissioni? Chiamatemi, ma non voglio soldi: sono riconoscente a questa città e alla sua gente»

«Amo questa città: mi ha restituito a nuova vita, le sono molto riconoscente e, allora, sono a sua disposizione; meglio: a disposizione di quanti hanno bisogno di aiuto e non hanno accanto qualcuno che sbrighi per loro anche una qualsiasi commissione». Un messaggio “social” più o meno simile, e Amir, curdo-iracheno, trent’anni, manifesta la sua disponibilità stare accanto a chiunque avesse bisogno di aiuto a titolo completamente gratuito. Parte così la sua storia in un momento di grande emergenza del nostro Paese, l’Italia, afflitto da uno sciagurato virus che è già costato la vita a migliaia di italiani e messo in quarantena tanta gente. Specie gli anziani, fascia debole e più esposta di altre alle infezioni del Covid-19, come viene chiamato questo sciagurato coronavirus.

Amir, dunque. Non solo social. «Ho scritto e stampato, con tanto di numero di cellulare, un cartello poi affisso all’ingresso di tre supermercati: telefonatemi o inviatemi anche un semplice messaggio, sarò io a contattarvi».

Non solo altruista. «Voglio proseguire negli studi – dice – poi possibilmente affermarmi in un lavoro che amo, la cucina». Non aspira a fare lo chef in uno di quei tanti programmi televisivi, ma i suoi compagni, ragazzi che ha conosciuto nella “sua” Taranto, assicurano che non ha nulla da invidiare alle star televisive che giudicano le pietanze di partecipanti a coocking-show. «Lui indossa tassativamente cappellino e guanti, adesso al tempo del coronavirus, anche la mascherina per proteggere se stesso e le pietanze, sempre invitanti che lui prepara a getto continuo».

E BRAVO, AMIR!

Bravo Amir, giunto a Taranto cinque anni fa. Da allora, fra un lavoro e un lavoretto, qualche impegno che non lo allontanasse troppo dal suo primo obiettivo: lo studio. «Frequento il biennio di italiano – racconta fra un post e l’altro, lui che è molto “social” – per accedere al terzo anno di scuola media superiore per prendermi un diploma che mi schiuda le porte verso uno dei miei principali obiettivi: la cucina!».

«Cuoco!», che bella parola, avrebbe esclamato il grande Totò. Del resto, il Principe de Curtis, protagonista di “Miseria e nobiltà” uno dei film più divertenti della storia del nostro cinema, asseriva che la cucina era il suo “posto di combattimento” preferito. E Amir, che è un ragazzo sveglio e impegnato, vuole raggiungere il suo scopo con il massimo impegno, tanto che sul suo profilo facebook presenta speso le sue creazioni gastronomiche nella collana “Il mio piatto”.

Tolto studio e passione, ecco la sua disponibilità. Abita al Borgo, nel centro cittadino di Taranto e allora, ecco che tornano utili i social usati in modo ragionato. Posta uno dei suoi messaggi. «Con il coronavirus in circolazione, molti preferiscono restare a casa, specie i più anziani: offro la mia disponibilità per farvi la spesa a titolo gratuito: se volete questo mio modesto aiuto, contattatemi telefonicamente o inviatemi un messaggio».

PRIMA TELEFONATA, DUE ANZIANI

Pare che i primi a rispondere al suo invito siano stati due novantenni. A dispetto della loro età, i due anziani, sono stati più veloci di altri a contattare Amir. «Era una settimana non riuscivano ad avere latte speciale fornito dalla farmacia ospedaliera: per compiere questa prima commissione ho dovuto attraversare a piedi per un bel tratto la città, ma alla fine ce l’ho fatta, i miei primi due amici tarantini bisognosi solo di un po’ più di attenzione, hanno avuto quanto richiesto”. A piedi, Amir. Non ha un’auto, anche se adesso dispone di una bicicletta. “Me la presta un’amica – dice – non appena venuta a conoscenza di questa mia nuova missione per Taranto, non ha battuto ciglio, ed eccomi qua…».

Ora Amir studia, la testa sui libri. Quando sarà finita l’emergenza dovrà dare gli esami. Nel frattempo si stacca dai testi, va ai fornelli, prepara piatti italiani e orientali. Lo stesso fa con i dolci. Sta diventando uno chef con i controfiocchi. Poi ecco le telefonate e i messaggi. Non sa dire “no”, trova sempre le parole giuste per fissare un orario, un appuntamento. «Tengo fede alla mia disponibilità – dice Amir – quella data sui social e con i cartelli all’ingresso dei supermercati: chi ha bisogno di me, chiami pure, non solo per i medicinali, ma anche per la spesa; ma attenzione, non voglio mance: vale quello che ho detto all’inizio, lo faccio a titolo gratuito, amo Taranto e la sua gente, gli sono riconoscente, è stata fondamentale nell’avermi aiutato a rimettermi in corsa e darmi l’occasione della vita, studiare e costruirmi un futuro».