Ussumane e il primo giorno di scuola
«Sì, sarò bravo a scuola, non come te». Sorride Ussumane. Ha scoperto che non sono mai stato un genio nel rendimento e nel comportamento nei miei anni di scuola e così mi saluta prendendomi in giro. «Studierò così avrò la serenità di dedicarmi anche al calcio».
Il suo primo giorno di scuola alla Colombo inizia con entusiasmo. Non è un ragazzo esuberante Ussumane, ma il suo sorriso trasmette la positività del suo animo: « Sono un po’ spaventato ed emozionato allo stesso tempo: la scuola è importante, ma non solo per imparare la lingua che per noi è noi fondamentale, ma anche perché mi aspetto che offra l’occasione di fare anche esperienze nuove. Visitare posti nuovi, scoprire realtà che non conosco sono avventure che se vissute insieme ai compagni di classe possono essere ancora più entusiasmanti».
Ussumane ha compiuto 18 anni il 2 settembre scorso, qualche giorno prima del suo campione: Luka Modrić, il centrocampista del Real Madrid che di anni, però, il 9 settembre ne ha compiuti 27. «Anche io gioco a centrocampo e mi ispiro a lui perché il suo modo di giocare è semplice, pulito, come dovrebbe essere quello di un centrocampista. Iniesta? Sì, è un fenomeno, ma Modrić è meglio». È arrivato in Italia il 30 settembre dello scorso anno: il suo viaggio è iniziato a Gabú qualche mese prima. «Perché sono partito? Problemi familiari. Litigavo con il mio fratellastro. Le cose sono andate avanti pertanto tempo fino a quando il 2 giugno 2016 dopo l’ennesimo scontro ho capito che era meglio andar via». Il suo viaggio lo ha portato in Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger dove ha lavorato per un mese nell’edilizia e infine in Libia: «Ci sono stato per 4 mesi e sì, prima che tu me lo chieda, sono stato in prigione, ma non pensare che ti possa descrivere quei momenti: c’ho provato altre volte, ma è troppo difficile da raccontare». In Italia è arrivato dopo il salvataggio di una nave della Marina militare: con altre 110 persone attraversava il Mediterraneo su un barca piccolissima: «il viaggio è stato terribile, ma non solo quello in barca. Tutto il viaggio è terribile. Se oggi potessi parlare con i ragazzi della mia terra direi loro di non partire. Sì, lo so che le condizioni di vita nel nostro Paese non sono facili, ma i rischi del viaggio sono troppo alti per tentare. Mi sento molto fortunato a essere qui».
Nel suo Paese ha studiato per 5 anni e poi ha iniziato a fare l’agricoltore, ma il sogno della campagna probabilmente è rimasto in Africa: Ussumane vuole studiare e giocare a calcio. Da qualche tempo si allena con la Africa United Talsano e tra poco inizierà il campionato: «non vedo l’ora – dice sorridendo – come per la scuola anche lì darò il massimo. Diventerò un grande calciatore». Si ferma sorride e poi aggiunge: «non come te». Scoppiamo a ridere entrambi. Anche Mady, l’operatore che ci aiuta a comunicare ride. Intorno a noi il sole riscalda la mattina di un settembre insolito e improvvisamente pieno di avventure da iniziare. Ussumane saluta, si allontana e continua a sorridere.