Bari, stadio San Nicola, tanti contro uno

Indignato il sindaco del capoluogo pugliese, Vito Leccese. L’attore Paolo Sassanelli, più severo: «Non vado più allo stadio, gli altri facessero lo stesso…». L’invito alla collaborazione per individuare i colpevoli. Dal tifo organizzato ferma condanna: «ma giornalisti e social si informassero prima di darci addosso»

 

Sgombriamo subito il campo da equivoci. Non è una città che fa di un gruppo di “tifosi”, ammesso che lo siano e non prendano per pretesto una curva di calcio, per commettere qualsiasi atto di violenza, per giunta pensando di farla franca. Bari non c’entra, anche se il capoluogo pugliese, suo malgrado, ha trascinato in questa spirale di violenza una regione e il Sud. Come se la violenza abitasse solo da queste parti e, lo diciamo senza con questo volerci alleggerire la coscienza, a Bergamo o Brescia, per fare un paio di esempi, dove nelle scorse ore sono avvenuti tremendi fatti di cronaca, non accadesse nulla.

Ma è successo a Bari. Baresi e pugliesi tutti, intanto, devono indignarsi. Incazzarsi, se ci fate passare questa forte espressione alla quale raramente facciamo ricorso. Sorvoliamo sulla retorica del “Ma non sai che aveva detto l’uomo sul quale si è abbattuta la furia vendicativa”, oppure “Ci aveva offeso la mamma, aveva offeso la nostra città!”. Non sappiamo cosa abbia scatenato quell’indegno episodio consumato alla presenza di un bambino, che ne resterà traumatizzato, di sicuro il grande Eduardo, uno di noi, avrebbe esclamato: “Ma abbiate pazienza: non c’è proporzione!”. Da “Uomo e galantuomo”, la moglie vedendo una macchia di sugna sulla giacca si arrabbia talmente con il marito tanto da suggerirgli di farla finita: “Perché non ti ammazzi!”. Da qui: “Non c’è proporzione!”. Per farla breve: qualsiasi sia stata la scintilla che ha provocato l’episodio, dopo una calda risposta, doveva esserci uno stop. Invece, mattanza come se non ci fosse un domani.

 

 

QUEI “BRAVI RAGAZZI”

Quei tipi violenti li conosciamo. Conosciamo il loro senso di giustizia. Da piccoli, una volta, nel gioco “Guardie e ladri”, la maggior parte dei bambini sceglieva di essere guardia, perché agiva per bene di tutti. Oggi, ci dicono, la scelta non è più come un tempo, decisa. Anzi, dopo aver tentennato, il piccoletto di solito decide: “Il ladro lo faccio io”, pausa, “…tu, invece, fai lo sbirro!” (poliziotto in senso dispregiativo). Perché è questo che insegnano le cronache, la tv del pomeriggio che apre ai fatti di cronaca ancora con la pistola fumante al dibattito. E, la sera, a una delle tante serie nelle quali, ci spiegano, non c’è solo un “capo dei capi”, ma esiste anche un “patriarca”, una filosofia che eleva la figura del malavitoso: da manovale a capitano d’azienda.  E così sia.

Li conosciamo quei delinquenti che assalgono solo in compagnia, mai da soli, e che proteggono i loro piccoli e le loro mogli a costo della vita, salvo poi essere padre-padrone di quella e di altre vite. Ma non allontaniamoci troppo dalla cronaca, altrimenti anche noi corriamo il rischio di imbatterci nella retorica.

 

 

SINDACO DI BARI: SCONCERTATO

Fra i primi quotidiani a commentare, riprendere la notizia di quanto accaduto lunedì a Bari, il quotidiano La Gazzetta dello sport, che riporta un coro fatto di grave sdegno, dal sindaco di Bari, Vito Leccese, all’attore barese Paolo Sassanelli. Posizioni forti, che ci piace condividere con quanti ci leggono.

Il pestaggio del tifoso avvenuto fuori dallo stadio San Nicola di Bari da parte di cinque persone lascia sgomento il sindaco del capoluogo pugliese, Vito Leccese, che affida il proprio pensiero a un comunicato, scrive la Rosea: «Sono sconcertato dalla brutalità dell’aggressione perpetrata ai danni di un tifoso all’esterno dello stadio San Nicola; niente può giustificare la violenza, mai, a maggior ragione in contesti di aggregazione e sport; questi bruti, capaci di accanirsi con violenza e totale sprezzo di ogni regola del vivere civile contro un uomo solo, per giunta in compagnia di un bambino, sono nient’altro che ignobili».

La violenza dell’aggressione non ha lasciato indifferente Paolo Sassanelli, attore barese e tifoso biancorosso, il quale ha postato un video su Facebook: «Io, da oggi e per il futuro – riporta la Gazzetta dello sport – non metterò più piede allo stadio San Nicola di Bari; quello che è accaduto è qualcosa di terribile, contro ogni logica: un padre picchiato da più persone contemporaneamente, quando andare allo stadio è una festa; ricordo la prima volta quando allo stadio sono andato con il mio papà, mio mito, a sostenere il Bari. Posso solo immaginare il dolore che deve aver provato quel bambino e quella roba gli rimarrà tutta la vita».

 

 

SASSANELLI: «BASTA ANDARE ALLO STADIO!»

Poi l’invito a «tutte le persone di buona coscienza e di buon senso a fare la stessa cosa». E ancora, conclude la Gazzetta a proposito del pensiero di Sassanelli. «Queste persone devono essere identificate e denunciate e anche la società deve partecipare alla ricerca dei colpevoli, perché è accaduto all’interno e all’esterno dello stadio: basta girarsi dall’altra parte, tanto che finché non si risolverà questa situazione io non metterò più piede allo stadio di Bari».

Sull’episodio anche l’intervento del tifo organizzato barese: «Esprimiamo ferma condanna, teniamo a rimarcare la nostra totale estraneità ai fatti: giornalisti e fruitori dei social farebbero meglio ad accertarsi dei fatti, prima di puntare il dito contro i gruppi organizzati che, nel momento dell’accaduto, erano intenti a protestare sotto la porta numero 1 dello stadio». Ferma condanna. Di collaborazione con le forze dell’ordine per individuare gli aggressori, che non saranno tifosi occasionali, e che hanno gettato violenza e fango su una città – magari lo pensano anche – non se ne parla.