Conosciamo la Città dei Due mari
Per chi non avesse tempo, una serie di suggerimenti. Visitate il Lungomare, l’affaccio sul Golfo. Poi la Città vecchia, le Colonne doriche, la cattedrale di San Cataldo, gli ipogei, il Museo spartano. Il museo archeologico nazionale MArTA, la Concattedrale Gran Madre di Dio. Le isole Cheradi, le acque che ospitano delfini e altri cetacei.
Visitare una città in poche ore. Bella scommessa. C’è però chi ci prova, si documenta, studia, rivolta come fosse un calzino internet, da wikipedia alle decine di siti che fanno da attrattori turistici. Passa anche attraverso le istituzioni, le amministrazioni locali che, in fatto di comunicazione, oggi viaggiano come schegge. Esistono, dunque, siti molto attrezzati. Compiono una sorta di Bignami, per venire incontro a quanti vanno a “pescarli”, per indicare a quanti consultano il web una città in sintesi. Ottimo, per esempio, il lavoro che svolge il sito “siviaggia.it”. Spiega, per esempio, Taranto, la nostra città a larghi tratti, senza però tralasciare i punti-cardine di una località he in quanto a bellezza e accoglienza, non è seconda a nessuno. In questi giorni i tarantini, dal Palazzo agli imprenditori, dai cittadini agli esercenti, dopo la paura covid, oggi messa in un angolo, provano a rilanciare la culla della Magna Grecia.
Taranto in poche battute, per chiunque volesse passare una giornata nel massimo relax. Intanto, forse non tutti sanno che la Città dei Due mari possiede un Lungomare indicato, a ragione, fra più belli d’Italia. Si sull’arcinoto “Golfo delle sirene”. Taranto, legata al mare, vanta un porto commerciale, fra i più importanti del Mediterraneo, fin dai tempi della Magna Grecia, fiorente centro culturale, economico e militare.
Oggi Taranto può considerarsi anche una delle nuove mete delle crociere turistiche promosse dalle principali compagnie di navigazione, prima fra tutte MSC. Quasi trovatesi per caso da queste parti, le navi MSC in questi mesi hanno cambiato rotta per via della pandemia così da fare tappa per la prima volta proprio a Taranto, un’occasione per questa città che può essere scoperta da un numero sempre maggiore di turisti. Non è un caso che sia stata anche scelta come tappa del SailGP, Gran Premio del mare seguitissimo dagli appassionati di imbarcazioni a vela, che si svolgerà in città sabato 5 e domenica 6 giugno 2021.
Tanti sono gli itinerari turistici. Taranto, terza città più grande del Sud Italia, è anche denominata Città dei Due mari. Semplica la spiegazione: Taranto si trova, infatti, tra il Mar Grande e il Mar Piccolo, bacini attorno ai quali troviamo la maggior parte degli insediamenti abitativi.
Nelle vicinissime Isole Cheradi, in Mar Grande, ci imbattiamo in un piccolo arcipelago. Questo comprende le due isole di San Paolo e San Pietro (aperta di recente al pubblico che ha scelto di frequentare la sua splendida spiaggia), dove è ospitata una colonia di delfini, grande attrattore turistico.
ARRIVANO I CROCIERISTI
Quanti sbarcano dalle navi possono visitare Taranto anche in un solo giorno, anche se per conoscere tutte le sue bellezze e i suoi segreti una intera giornata non basta. La Città dei Due mari ospita architetture che testimoniano la sua importanza storica e culturale. Antichi luoghi di culto, tra i quali i resti del Tempio Dorico, quelli archeologici delle Necropoli greco-romane e delle Tombe a camera, la Cripta del Redentore, ai Palazzi appartenuti alle famiglie nobili e alle personalità illustri della città, tra i quali Palazzo Pantaleo e Palazzo d’Ayala Valva, il palazzo più prestigioso della Città Vecchia.
Taranto possiede anche uno dei panorami architettonici più ricchi e vari del nostro Paese. La Chiesa di San Domenico Maggiore, per esempio, in stile romanico-gotico costruita sui resti di un tempio greco del VI secolo a.C., i palazzi in stile rinascimentale del Borgo umbertino, il barocco della Cattedrale di San Cataldo, la più antica cattedrale pugliese. E, ancora, chiese e palazzi signorili della Città vecchia.
Taranto è ricca anche di conventi e di monasteri che possiedono chiostri secolari. Fino alla metà dell’Ottocento, momento della nascita del Borgo Nuovo, la città era ristretta alla odierna parte della Città vecchia, la cosiddetta Isola, che sorgeva in un ristretto perimetro.
Ma il manufatto più imponente della città, nel quale un turista deve assolutamente fare tappa, è il Castello Aragonese (o Castel Sant’Angelo). Costruito sui resti di altre fortificazioni, prima greche, poi bizantine, normanne e svevo-angioine, il Castello è rimasto praticamente tale e quale nonostante i suoi tremila anni di storia.
E poi i numerosi ipogei. Fra questi il Museo Spartano di Taranto-Ipogeo Bellacicco (già Ipogeo di Palazzo de Beaumont Bonelli). La peculiarità che rende questa struttura unica in tutto il panorama storico-artistico pugliese è che in essa sono documentate tutte le epoche e i periodi storici a partire dalla fondazione di Taranto ad opera degli spartani (VIII sec a.C) fino al XVII sec. data di costruzione del soprastante Palazzo nobiliare de Beaumont Bonelli
LA CITTA’ E LE SIRENE
Nel Borgo, spicca il Museo archeologico nazionale di Taranto (MArTA), museo statale che espone una delle più grandi collezioni di manufatti risalenti all’epoca della Magna Grecia, tra cui i famosi Ori di Taranto. Di proprietà del Ministero per i Beni culturali, dal 2014 lo ha annoverato tra gli istituti museali dotati di autonomia speciale.
Altro manufatto, moderno evidentemente, che merita attenzione è la Concattedrale Gran Madre di Dio, progettata negli Anni Settanta dal grande architetto Giò Ponti. L’architettura rappresenta un omaggio alla tradizione marinara della città, una “vela” che si specchia nell’acqua delle tre vasche poste davanti all’ingresso della Concattedrale a simboleggiare il mare. E poi le sirene. Quanti giungono per la prima volta a Taranto, camminando sulla passeggiata che si affaccia sul golfo, rimangono affascinati dalle splendide statue di sirene in qualche modo avvitate sugli scogli, realizzate dallo scultore Francesco Trani.
Ai tempi in cui Taranto era la Capitale della Magna Grecia, ci raccontava che alcune sirene furono affascinate dalla città e decisero di costruire un castello fatato tra le acque nelle quali nuotavano. Si narra che da queste parti vivesse una splendida coppia: lei, una ragazza di una bellezza impressionante; lui, un pescatore, per motivi di lavoro spesso lontano da casa. A causa della sua assenza, la sua giovane sposa cedette all’insistente corteggiamento di un ricco signore del luogo. Perseguitata dal rimorso, coraggiosamente confessò tutto al marito, il quale la portò con sé in barca per spingerla in acqua una volta al largo. Le sirene, una volta tratta in salvo la donna, rimaste incantate dal suo splendore, la incoronarono regina con il nome di Skuma (Schiuma).
Tempo dopo il pescatore pentito per quanto fatto, tornò in barca nel punto in cui credeva che sua moglie fosse annegata e si mise a piangere. Se ne accorsero le sirene che lo rapirono e lo condussero davanti alla loro regina, che lo riconobbe all’istante. Perdonato per il suo comportamento, convinse le sirene a risparmiargli la vita ed a ricondurlo a riva.