Achille Lauro, concerto sulla Rotonda del Lungomare
«Onorato dell’attenzione di questa città. E’ un evento unico, mai cantate le mie canzoni in versione sinfonica». Poi incontra venti ragazzi per un firmacopie del suo libro. «E’ come una canzone di 200 pagine, nasce dal mio modo di scrivere: è una sorta di versione su carta di C’est la vie». Non rilascia interviste, ma stavolta fa uno strappo alla regola.
«Non rilascia interviste, gliele hanno chieste Corriere della sera e Repubblica, niente da fare». Achille Lauro è un artista molto seguito. Anche dalla stampa come si evince dalle dichiarazioni del suo ufficio stampa. Dunque, le due battute al volo che rilascia durante un firmacopie concordato dall’organizzazione, sono da considerarsi esclusive. Venti ragazzi (buona parte ragazzine) selezionati dal bookstore Mondadori, attendono davanti al “Fusco”, il teatro comunale di Taranto, con grande palpitazione l’arrivo della star più amata del momento. Un momento che dura da un po’. Non è una meteora, considerando il contratto da sette milioni di euro con la Warner intascato grazie alla capacità manageriale di Angelo Calculli. Il fiuto per l’arte deve essere un affare di famiglia, se il figlio del potente manager, Gregorio, ventotto anni, due meno di Achille Lauro, è l’artefice degli arrangiamenti dell’evento che sabato sera ha luogo sulla Rotonda del Lungomare. Promuove il Comune di Taranto, massimo sostegno del sindaco Rinaldo Melucci e del suo vice, Fabiano Marti, e l’Orchestra della Magna Grecia diretta dal maestro Piero Romano.
E’ venerdì pomeriggio, le 17.00 in punto. Un break dopo aver visto la location dalla quale si esibirà il giorno dopo. Arriva uno dei due van, neri, vetri rigorosamente oscurati. Scende prima l’autista, Vincenzo Martinelli, che di mestiere scorta le star. Invita alla calma. Va tutto bene. Non appena entra nel foyer, Achille Lauro si lascia andare ad una espressione non richiesta. Non ci sono taccuini spiegati, telecamere accese. Lo dice senza essere tirato per l’elegante giacca che indossa, insieme a tanti tatuaggi. “Gran bella città Taranto – dice l’artista romano – l’ho vista dal palco della Rotonda, dove ho appena finito la prima parte delle prove: una veduta di grande suggestione, domani sarà una “seratona”!”.
«LUSINGATO DALL’ACCOGLIENZA»
Tarantini, amministratori, direttore d’orchestra e professori, tutti lusingati per essere stati scelti dall’artista di “Rolls Royce” e “Carillon”. «Posso dire una cosa – dice – purché non lo prendiate come un atteggiamento di piaggeria nei confronti della vostra città, del vostro ensemble: bene, sono io che ringrazio con l’Amministrazione locale e con l’Orchestra della Magna Grecia, per questa che trovo un’occasione unica, a dir poco straordinaria».
Seduto su un bianco divano nel foyer, gambe accavallate, occhiali ovali, lenti fumé, vestito nero, camicia bianca a righe, gel fra i capelli, prosegue. «E’ la mia primissima volta con un’orchestra – confessa – e sono felice che questa orchestra che sia quella di Taranto, della quale è stato direttore per dodici anni Luis Bacalov, premio Oscar, grande precursore nella commistione fra classica e rock».
«E’ stato il maestro Piero Romano – ha poi aggiunto Achille Lauro – a convincermi a realizzare un concerto in versione sinfonica: pare che l’idea sia nata – parole sue – dopo aver ascoltato ad un concerto “C’est la vie”, brano per certi versi atipico nella mia produzione: è stata questa scintilla che ha fatto scoccare l’idea di un concerto sinfonico: una sfida per me, una sfida per l’orchestra, un’esibizione assolutamente inedita, unica». Ecco perché quei furgoni, una decina di telecamere, un drone. La regia è di Sky, che lo intervisterà quando, fra un paio di mesi, programmerà in tv le riprese del concerto.
«Il concerto sinfonico a Taranto era in programma a maggio, in teatro, poi il lockdown ha cambiato tutto: dati alla mano, mi dicono, che verranno al mio concerto non solo giovani, pubblico evidentemente fidelizzato dall’orchestra in tutti questi anni. «Se c’è una cosa che mi ha colpito in questi primi anni di attività? Il pubblico che ha colto il messaggio che volevo mandare».
«LE MIE CANZONI, UN SOGNO…»
Quando facciamo notare ad Achille Lauro che la cura e la preparazione delle sue esibizioni ricordano in qualche modo i grandi della lirica, e come Bam Bam Twist presupponga una grande conoscenza e “curiosità” musicale, Lauro non fa una piega. «Amo la musica, tutta la musica: dell’ispirazione ho un concetto molto personale; questa può scaturire in qualsiasi momento, può nascere ovunque, da qualsiasi cosa, dal dialogo con una persona a un sogno, perfino dal dormiveglia».
Infine una battuta in veste di scrittore. E’ iniziato il firmacopie, Achille Lauro accenna a “16 Marzo”, il suo secondo libro. «Nello scrivere una canzone – conclude l’artista – sei vincolato da fattori come il tempo dell’esibizione; questo libro è un po’ come una canzone di 200 pagine, e nasce dal mio modo di scrivere: è una sorta di versione su carta di C’est la vie».
All’indomani, il concerto. Mille sulla Rotonda. Piccoli e grandi applaudono le sue canzoni in versione sinfonica: Carillon, 1969, Penelope, Me ne frego, Scusa, Bam bam twist, La bella e la bestia, Rolls Royce, C’est la vie. La serata è appena finita, l’artista scende dal palco, Vincenzo se ne prende cura, apre il suo van. Il cantautore prima di richiudere la portiera dell’auto, agita una mano, saluta quanti sono davanti alle transenne. La “due giorni” tarantina è finita come era cominciata. E’ stato un grande successo. Un evento, si diceva. Fra due mesi, più o meno, sulle reti Sky, Achille Lauro e l’orchestra in concerto insieme.