Incontro con Fabiano Marti, assessore al Comune di Taranto
Cultura, Sport e Pubblica istruzione le deleghe assegnategli dal sindaco Rinaldo Melucci. «In giunta facciamo squadra, seguiamo le linee-guida del primo cittadino. Una prima mappatura fra beni culturali e impianti sportivi. Voglio sentire i giovani. Il teatro “Fusco”, il salotto buono; il “Verdi”, un piccolo sogno. Grande feeling con la direttrice del MarTa, Eva Degl’Innocenti, e il funzionario di Archeologia e Belle arti, Augusto Ressa».
Questa settimana incontriamo l’assessore a Cultura, Sport e Pubblica istruzione, Fabiano Marti. Deleghe che il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, gli ha assegnato di recente. Marti è già al lavoro, si interfaccia con i colleghi in giunta, con lo stesso primo cittadino per imprimere un primo scatto a una città che prima di ogni cosa deve amare se stessa.
Una nomina che arriva da lontano o piovuta dal cielo?
«Dal cielo non cade nulla, dunque coltivato nel tempo – mi permetto di dire – in tanti anni di onorata carriera, tutto quello che ho fatto me lo sono costruito con le mie forze, contro tutto e tutti: non è facile per uno che fa il mio mestiere essere “contro”; mi sono laureato, diventato avvocato, per poi rifiondarmi nel mestiere di attore, autore, regista, direttore artistico. Dunque, piovuto dal cielo proprio no, il sindaco Rinaldo Melucci lo avevo conosciuto in campagna elettorale, successivamente mi ha chiamato e abbiamo costruito subito un bel rapporto: da qui ad essere chiamato a fare l’assessore ne corre, ma ammetto che è stato subito feeling. Quando il sindaco mi ha messo al corrente del suo progetto, non ho potuto dire no: è stata una bella sorpresa, magari chiamando me Melucci ha pensato ad assessori che avessero competenza e di questa attestazione di fiducia non posso che ringraziarlo».
La prima cosa che ha fatto appena ricevuto l’incarico?
«La prima cosa che ho chiesto: una ricognizione dei beni culturali, con enorme piacere mi sono reso conto che abbiamo tanto dal punto di vista culturale, artistico, storico; è stato molto stimolante vedere quanto abbiamo a disposizione, beni che i tarantini forse – io per primo, ad essere sincero – non conoscono. E’ stato bello, ma questo giro mi ha fatto capire quanto lavoro ci fosse da fare; da qui una mappatura dei nostri “beni” con lo scopo di mettermi in relazione con gente che ha enorme competenza nel settore, dalla direttrice del MarTa, Eva Degl’Innocenti, con cui abbiamo iniziato una collaborazione per svolgere dei percorsi; in passato non c’era mai stato un così stretto rapporto di collaborazione, cominciato con l’impegno dei colleghi Tilgher, Viggiano e Scarpati: il mondo assessorile che mi aveva preceduto aveva già creato un bellissimo rapporto; lo stesso, il rapporto con l’architetto Augusto Ressa, funzionario territoriale della Soprintendenza ad Archeologia e Belle arti, che tanto ha fatto per questa città. In questa serie di incontri, ho apprezzato grandi competenze, tanto che la cosa più bella che potesse nascere è stato il senso di collaborazione. Abbiamo messo in rete competenze con le quali ci relazioneremo a breve per un Tavolo della cultura nel quale mi piacerebbe inserire – concordandolo con il sindaco e la sua linea-guida – studenti di liceo e universitari, per comprendere fino in fondo quali siano le loro esigenze. Uno dei primi obiettivi che mi sono posto: svecchiare la cultura, che appare collegata al mondo dei vecchi professori: convegni sì, ma senza parlarsi addosso…».
Altri impegni con il suo assessorato.
«Ho trovato un assessorato nel quale c’era da fare, parlo di Cultura e Sport; altra mappatura, quella sugli impianti sportivi, che esistono, ma sui quali bisogna intervenire per capire quali sono gli ostacoli, a cominciare dal confronto con una macchina burocratica che richiede i suoi tempi. Dove sono i campi della Marina militare, il palazzetto della “Ricciardi”? Società sportive chiedono di riprendere le attività, tornei, campionati: stiamo cercando di dare una mano, contiamo di riuscirci».
Quando diciamo teatro, pensiamo al nuovo teatro comunale, il “Fusco”: quali progetti scatena o autorizza uno spazio simile?
«Il “Fusco” rappresenta una grande svolta per Taranto, deve diventare uno dei punti di partenza della cultura, una macchina che faccia da propulsore a una svolta per la nostra città; per il sindaco rappresenta una priorità: il “Fusco” lo vede come il salotto buono che ospiterà teatro e musica di livello».
Il tratto della programmazione teatrale?
«Medio-alto, come tutto quello in cui ci stiamo impegnando; preferisco non fare nomi, al momento giusto convocheremo una conferenza stampa sul modello gestionale e sulla stagione di eventi, dal teatro alla musica, con nomi importanti; ci sarà un direttore artistico, che non sarò certamente io, ma che lavorerà in stretta collaborazione con il Comune: è bene precisare che il “Fusco” è un teatro comunale e che la stessa Amministrazione sta lavorando su un modello gestionale soddisfacente».
Beni culturali e turismo.
«Coniugare i due aspetti è fondamentale, è il tema sul quale mi sto impegnando insieme con il vicesindaco, l’assessore Valentina Tilgher, che ha deleghe a Marketing territoriale e Sviluppo economico; con il MarTa e la Soprintendeza stiamo provando a creare un percorso grazie al quale il turista che arriverà a Taranto non si fermi solo mezza giornata per visitare MarTa e Castello aragonese; faremo in modo che la gente si fermi più di un giorno a Taranto per visitare le bellezze esistenti sul territorio e nell’immediato circondario».
La Taranto che sogna.
«Una città con tre, quattro teatri, nei quali accadessero cose belle. Teatri che finalmente richiamino anche un pubblico giovane e ospitino rappresentazioni dal classico al comico. Mi auguro che funzionino le scuole; la gente circoli in bicicletta e l’Isola si riempia ogni giorno di turisti. Infine, con il sindaco abbiamo fantasticato l’acquisto dello storico teatro “Verdi”, non abbiamo ancora ricevuto risposte ufficiali, ma mi auguro che prossimamente qualcosa accada. Punto di partenza: fare amare la propria città ai tarantini».