Dal prossimo 3 dicembre previste novità

Intanto la trattativa fra Arcelor Mittal e Invitalia, indispettisce il Comune di Taranto, tenuto fuori dall’incontro come accaduto per la Provincia. L’invito alla cittadinanza al rispetto delle norme per debellare definitivamente la pandemia e prestare attenzione a cosa potrebbe scaturire in termini di accordi per il futuro della “fabbrica dell’acciaio”. 

Gli effetti positivi dell’ordinanza per contrastare il Covid-19 e la posizione di contrasto al Governo che nell’affare Arcelor Mittal-Invitalia non ha invitato al tavolo delle trattative Comune e Provincia di Taranto. Sono due degli argomenti sui quali interviene il sindaco Rinaldo Melucci. Due temi che stanno particolarmente a cuore alla città dei Due mari. E che coincidono, per motivi diversi, allo stato di salute di una Taranto che in concreto vuole guardare al suo futuro facendo sentire la sua voce.

Partiamo dall’ordinanza-Covid 19. «Ha avuto effetti positivi – dichiara il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci – se ora il Governo libera tutti; continuiamo, però, a fare molta attenzione». Ribadito che «sia un grande privilegio, ogni giorno, amministrare una città con questi valori», rivolge massima attenzione alla riunione svoltasi in videoconferenza all’interno del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, «che ha consentito una riflessione ancora più approfondita sulle misure che gli enti locali dovranno mettere a punto nei prossimi giorni, in seguito al nuovo Dpcm che dovrebbe alleggerire le restrizioni previste fino al 3 dicembre».

La responsabilità nel salvaguardare la salute pubblica. «Siamo molto soddisfatti, come lo siamo stati per il lockdown della scorsa primavera: le nostre restrizioni, che sappiamo richiedere sacrifici a cittadini e categorie produttive, hanno provocato un evidente rallentamento della curva dei contagi e contribuendo all’alleggerimento  della pressione sulle nostre strutture ospedaliere, con particolare riferimento da metà mese alla fine di novembre. Una pratica, quella dello stop & go, fermarsi per poi ripartire, finché non saranno disponibili i vaccini per avere definitivamente ragione del Covid-19».

 DA GIOVEDI’ SI CAMBIA…

Intanto si fa largo l’ipotesi di allineamento alle disposizioni del Governo da adottare dopo il 3 dicembre. «Abbiamo già chiesto sacrifici alla nostra comunità. Detto che restiamo preoccupati, non possiamo che raccomandare ai tarantini di continuare a seguire regole ormai note: uso, ovunque, della mascherina; massima igiene delle mani; compiere spostamenti solo se connessi a esigenze importanti; evitare qualsiasi tipo di assembramento, non lasciarsi ingolosire dalle tradizioni del Natale tarantino: facciamo attenzione a non vanificare d’un tratto gli sforzi fin qui compiuti evitando una possibile terza ondata di contagi».

Poi la vicenda Arcelor Mittal-Invitalia, altro tema che sta a cuore al primo cittadino come a buona parte della comunità tarantina. «Finché sentirò parlare, allo stesso modo, di rifacimento di altiforni – ha ribadito Melucci – di piena occupazione nello stabilimento siderurgico, di piani sconosciuti del Governo e persino di sostenibilità ambientale col carbone, mi sento soltanto preso in giro, come la maggior parte dei tarantini. Una equazione, credibile e trasparente, dovrebbe infatti contenere innanzitutto la valutazione del danno sanitario, la completa decarbonizzazione – ovvero la chiusura dell’area a caldo – la riqualificazione o l’accompagnamento degli esuberi, le bonifiche, persino l’arretramento fisico del siderurgico dalla città e dal porto, con un accordo di programma».

«BASTA ANNUNCI E PALLIATIVI»

Il sindaco chiede spiegazioni sul mandato fornito a Domenico Arcuri, cui è stato assegnato il ruolo di negoziatore. «Quale tipo di mandato e quale proposito abbia l’accordo, soprattutto se questi obiettivi sono orientati realmente alla soddisfazione dei tarantini e alla tutela della vita umana e dell’ecosistema. Chi guiderà questa nuova fase dell’ex Ilva? Non sono più sufficienti gli annunci sul cosiddetto cantiere Taranto: tutto ha il sapore di un grande palliativo, se il piano è quello di marzo con gli altiforni 4 e 5 ed un solo forno elettrico».

Una riflessione della gestione del siderurgico in questi ultimi anni. «Vari Governi – conclude il sindaco – hanno bruciato cinquanta miliardi per salvare questa fabbrica e solo le ragioni del lavoro e del mercato dal 2012, peraltro con un discutibile contributo di commissari non sempre sintonizzati con l’esigenza di riconversione espressa dalla comunità. Ora, questo Governo è chiamato a lasciare da parte i tanti proclami confusi e timorosi e ad abbracciare uno degli scenari più innovativi proposti dall’advisor Boston Consulting, che richiede almeno 5 miliardi di investimenti in tecnologie autenticamente verdi e la ricollocazione o l’accompagnamento di almeno 5000 esuberi». Infine, un punto di domanda. «Cosa vogliamo fare del Recovery Plan o del Piano Sud altrimenti in questo Paese? Tutto il resto è irricevibile per Taranto e ci costringerà ad una resistenza strenua, in ogni sede istituzionale e non. So per certo che questa sia la posizione anche della Provincia di Taranto e della Regione Puglia».