Retromarcia del sindaco di Biella sul caso Segre-Greggio

Claudio Corradino, sindaco della città piemontese, aveva rifiutato la cittadinanza alla senatrice a vita scampata all’Olocausto per assegnarla al popolare presentatore televisivo. Dopo la bufera mediatica le scuse del primo cittadino con allegata ammissione di colpa.

«Sono stato un cretino, lo ammetto: chiedo scusa a Liliana Segre ed Ezio Greggio, anche se su questa cosa è stata fatta una speculazione indegna da parte di tutti e mi dispiace: il risultato è stato negativo, ingiustamente, ho commesso una grandissima sciocchezza diventata una cosa nazionale. La signora Segre non ha bisogno della cittadinanza del sindaco di Biella per attestare che lei, invece, è “patrimonio dell’umanità”, pertanto le chiedo ancora scusa: l’ho invitata anche a Biella per la Giornata della Memoria, non ho nulla contro di lei».

Con queste parole il sindaco di Biella, Claudio Corradino, si è scusato ai microfoni di “Stasera Italia”, programma serale in onda su Retequattro. Molti ricorderanno l’episodio in seguito alla polemica esplosa nell’attribuire la cittadinanza onoraria della città piemontese al presentatore televisivo Ezio Greggio, dopo averla rifiutata alla senatrice Liliana Segre, ottantanove anni, superstite dell’Olocausto e testimone della Shoah italiana. Era stato lo stesso conduttore di “Striscia la notizia” a porre al centro del dibattito il tema “cittadinanza onoraria sì, cittadinanza onoraria no” con un secco rifiuto all’invito del sindaco di Biella che solo una settimana prima l’aveva negata alla senatrice.

«Sono stato un cretino e chiedo scusa alla Segre e a Greggio». Riconoscere i propri torti in modo così secco, davanti a milioni di spettatori prima, di lettori poi, è stato un gesto importante. E non tanto per il “cretino” attribuitosi da solo dal sindaco di Biella, Corradino, che comunque ha commesso una grave sciocchezza, quanto per aver riconosciuto di aver commesso una grave leggerezza. Corradino non era il cliente di un bar di periferia nel quale stava sorseggiando di corsa un caffè prima di recarsi al lavoro. La dichiarazione l’aveva fatta con addosso la fascia tricolore di primo cittadino di una città considerata patrimonio dell’Unesco. Per contenere la polemica diventata virale, ci limiteremo a considerare ingenua la posizione del sindaco, che ha rifiutato le “chiavi della città” alla Segre, scampata all’Olocausto, per attribuirle appena una settimana dopo al popolare presentatore (non solo bravo, ma molto impegnato nel sociale)? E’ stato proprio Greggio a mostrare grande sensibilità compiendo un gesto forte e rispedendo al mittente la proposta di cittadinanza onoraria. Forse proprio l’atteggiamento di Greggio, ha riposizionato il tema al centro del dibattito, dopo che il rifiuto della cittadinanza alla Segre rischiava di passare quasi sottotraccia. Dunque, un “bravo” al conduttore di “Striscia” e una “sufficienza”, seppure stiracchiata, al sindaco di Biella che ha riconosciuto una leggerezza commessa in veste di primo cittadino. Dunque, tutto è bene quel che finisce bene.

Ma facciamo un po’ di cronaca a proposito di quanto ha generato il caso mediatico in causa. La polemica scoppia e diventa un caso politico. La giunta del Comune di Biella decide di nominare cittadino onorario Ezio Greggio, «Per la popolarità televisiva – questa la motivazione – come conduttore, giornalista, attore e regista, per il suo costante impegno attraverso l’associazione “Ezio Greggio per i bambini prematuri”; per aver contribuito a diffondere in Italia e nel mondo il nome di Biella» (il conduttore è nato a Cossato, cittadina in provincia di Biella).

La decisione della Giunta, intempestiva, era arrivata pochi giorni dopo il rifiuto del conferimento dello stesso titolo alla senatrice a vita, Liliana Segre.

Paolo Furia, segretario del Pd in Piemonte, aveva considerato provocatorio il gesto. «Niente contro Ezio e niente in linea di principio contro un titolo onorifico – aveva dichiarato il politico – per un uomo del nostro territorio che ha portato il nome di Biella in giro per tutto il Paese, però mi chiedo: perché non farlo tra due anni? Perché decidere di farlo a una sola settimana dal rifiuto di votare una cittadinanza onoraria per la nostra senatrice a vita perseguitata nazista e simbolo della nazione Liliana Segre?».

Considerata la bufera provocata dal caso, Greggio aveva deciso di rifiutare la nomina a cittadino onorario di Biella, «per rispetto nei confronti della senatrice Liliana Segre, per tutto ciò che rappresenta, per la storia, i ricordi e il valore della memoria».

Da quel momento in poi, la retromarcia del sindaco Corradino con tanto di scuse: «Segre non ha bisogno che arrivi il sindaco di Biella a darle la cittadinanza, è un “patrimonio dell’umanità” e le chiedo ancora scusa. L’ho invitata anche a Biella per la Giornata della Memoria e non c’è nulla contro di lei».

Infine, il punto di vista del sindaco di Biella. «Solo per una sfortunata serie di coincidenze la proposta di cittadinanza a Ezio Greggio e la mozione Segre si sono accavallate a livello temporale, dopo che con Ezio Greggio avevamo fissato la data del 23 novembre da oltre due mesi». Dicevamo “tutto è bene…”, ma stavolta c’è stata una marcia indietro con tante scuse e un «sono stato un cretino», un esercizio che molti politici dovrebbero compiere quando commettono un grave errore. E non sono al bar, ma rivestono cariche pubbliche.