Scout in “servizio” ai migranti: “Ognuno ha una storia da conoscere”

«È stata un’esperienza importante che mi ha insegnato molto». È il primo commento di Sara, una delle componenti del clan/fuoco del gruppo scout Copertino 1 al termine dell’attività svolta nel centro di accoglienza in via Cavallotti a Taranto gestito dalla cooperativa Costruiamo Insieme. Con lei una decina di rover e scolte, gli scout di età compresa tra i 16 e i 21 anni, hanno trascorso un pomeriggio nella struttura ascoltando le storie degli ospiti e a svolto un’attività di servizio agli sopiti per lasciare una traccia del loro passaggio.

Un momento inteso durante il quale i migranti hanno descritto le loro storie: il Paese di origine, le famiglie rimaste in quei luoghi devastati dalla guerra e il viaggio terribile per arrivare in Italia. «Ogni migrante e ospite presente in quella casa – ha aggiunto Sara – racchiudeva in sé una storia, la storia del proprio cammino verso la salvezza. E noi? Noi non potevamo far altro che essere lì ad ascoltare e cogliere ogni minimo particolare, attoniti e increduli che qualcosa del genere potesse mai accadere ad uno di noi, ad un essere umano. Aiutarli a mettere ordine alle loro cose, stare a contatto con loro è stato utile sicuramente a loro perché, seppur nel nostro piccolo, abbiamo migliorato i loro spazi, ma è servito soprattutto a noi perché non dimenticheremo mai i loro volti e quello che ci hanno trasmesso».

Per Letizia invece è stata un’esperienza che «ci ha permesso di esprimere il nostro modo scout di accogliere la gente, ma soprattutto di conoscerla e di lasciare un segno nelle loro vite. Perché il Servizio non è un mero aiuto, ma interessarsi di chi si ha davanti. Grazie agli ospiti della cooperativa “Costruiamo Insieme” abbiamo avuto l’occasione di dialogare e conoscere storie incredibili. Trascorrere un po’ del nostro tempo con loro non ha certamente alleviato le fatiche del loro estenuante viaggio o la causa della loro permanenza qui, ma speriamo – ha aggiunto Letizia – che possano ricordarsi come anime che hanno incrociato il loro percorso allo stesso modo in cui noi ricorderemo le loro capaci di hanno arricchire il nostro cammino. Dopo questa esperienza sento il bisogno – ha concluso la giovane scout di Copertino – di invitare i miei coetanei a camminare, scoprire le storie che si nascondono dietro il fenomeno dell’immigrazione: non possiamo fermarci alle apparenze».

Un auspicio pienamente condiviso da Nicola Sansonetti, presidente della cooperativa «Costruiamo Insieme» che ha accolto con entusiasmo la richiesta del gruppo scout, guidato da Paola Iaconisi e da Paolo Francesco Pecoraro: «la speranza di Letizia – ha commentato Sansonetti – è anche la nostra: solo attraverso la conoscenza e la compressione si può pensare a un serio percorso di integrazione e arricchimento reciproco. L’alternativa è la vittoria dell’odio populista e da questo punto di vista i giovani devono essere protagonisti del cambiamento e gli scout, con la loro promessa di aiutare gli altri in ogni circostanza, possono essere un esempio da seguire».