“Palazzina Laf”, tre David di Donatello
Miglior attore, Miglior attore non protagonista (Elio Germano), canzone originale (Diodato). Contro ogni pronostico, un film di spessore, in barba a chi di nomination ne aveva avute una ventina. Successo per “Io Capitano”. Le parole dei protagonisti, il pensiero rivolto alla città. I complimenti del sindaco anche al regista Giacomo Abruzzese (due nomination)
“Palazzina Laf”, il film scritto, diretto e interpretato da Michele Riondino, fa man bassa ai 69esimi David di Donatello. Alla vigilia della manifestazione cinematografica, il film ambientato a Taranto e ispirato a quel “monumento alla sopraffazione umana”, ubicato all’interno dell’ex Ilva, era dato come outsider. Tipo: «ha studiato, sì, ma difficile che porti a casa statuette». Troppo impegnato, secondo qualcuno, non avrebbe fatto grandi incassi. I film-denuncia, specie in Italia, non sbigliettano. Riondino, invece, ha avuto ragione di tutti. Caparbio – “cocciuto”, per usare una sfumatura locale – è riuscito, invece, a registrare incassi significativi, e ad interessare, come gli altri due film vincitori, “Io capitano” (Matteo Garrone) e “C’è ancora un domani” (Paola Cortellesi), pubblico e critica.
“Palazzina Laf”, acronimo di Laminatoio a freddo, uno dei reparti dell’ex Ilva, film dal forte impianto civile, ambientato a Taranto nel 1997, ottiene le statuette per il Miglior attore protagonista (lo stesso Riondino), per l’Attore non protagonista (Elio Germano), per la Canzone originale a Diodato che, non è un caso, dedica il premio alla sua terra “…e a Taranto, una città che soffre”.
RIONDINO, IMPEGNO CIVILE
Proviamo ad assegnare un quarto David a Michele Riondino, da anni impegnato nel civile. Quello della coerenza. Di cose ne ha fatte, tante, ha perfino accettato di fare il Giovane Montalbano, prodotto apparentemente di cassetta. Qualcuno lo aspettava al varco: troppo forte e imponente l’immagine di Luca Zingaretti, per sostenere il confronto degli ascolti con un “prequel”. Invece, Riondino, rastrella ascolti e simpatia. Dà profondità, ma anche leggerezza al personaggio inventato da Camilleri. Mette da parte risorse che gli serviranno per far fonte ad un’altra sua idea, anche stavolta apparentemente bislacca: un Primo Maggio targato Taranto, per celebrare i lavoratori di una fabbrica che ha seminato morte e veleni, tanto all’interno della stessa industria, quanto in città e dintorni.
Il Primo Maggio tarantino, per la seconda volta bagnato dalla pioggia (meno rispetto ad un’altra edizione), ha funzionato meglio dell’originale programmato in Rai, con mezzi e rimborsi a go-go. Riondino-Convenzioni 2-0. Palla al centro.
Torniamo a “Palazzina Laf”. D’accordo, ha vinto “Io capitano” di Matteo Garrone, sette statuette tra cui miglior film, miglior regia; il film con più candidature, “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, di statuette ne vince sei, fra queste: attrice protagonista, miglior sceneggiatura originale, miglior esordio alla regia.
UNA GRANDE EMPATIA
Elio Germano, Miglior attore non protagonista per “Palazzina Laf”, ha rilasciato, fra le altre, la seguente dichiarazione: «Non possiamo fare a meno di lottare, io e Riondino, questo è un film molto attuale che parla di lavoro, tema che sembra dimenticato oggi dal cinema, e di Taranto violentata dal profitto: tante sono le persone che ci hanno raccontato le loro “Palazzine Laf”».
Diodato, vincitore del David di Donatello per la categoria miglior canzone originale (“La mia terra”). «Ringrazio – ha detto il cantautore, già vincitore di un Festival di Sanremo – la mia famiglia; lo scorso anno ero qui con mia madre ed è a lei e a tutta la mia famiglia che dedico questo premio; lo dedico anche alla mia terra, a Taranto, città che soffre, ma che continua a mostrare bellezza, a tutti i tarantini quelli che hanno lottato e non ci sono più».
Infine il plauso del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci a nome dell’intera Amministrazione comunale e della città. «Il più sincero plauso all’attore Michele Riondino e al cantautore Antonio Diodato per il prestigioso riconoscimento ricevuto ai David di Donatello per il film “Palazzina Laf”. Identico elogio anche al regista Giacomo Abbruzzese, tarantino anche lui, con il suo “Disco Boy” che ricevuto due nomination».