Claudio Lippi, uscita infelice e contratto congelato con la tv di Stato
«Vuoi vedere che gli emarginati siamo noi?», dichiara il popolare presentatore. Affida il suo sfogo alla destra, vincitrice alle ultime Politiche. Spera di poter rientrare nel giro per un’ultima chance e, nel frattempo, se la prende con Fabio Fazio, la Littizzetto e la Annunziata. Fui contattato da Meloni e Salvini…»
«Basta con i gay in Rai!». Claudio Lippi, settantotto anni compiuti lo scorso 3 giugno, un tempo cantante, poi rilanciato da Maurizio Costanzo, fra il suo show serale e spettacoli leggeri per famiglie come “Buona domenica”, confessa con toni forti tutto il suo disappunto.
Costanzo aveva fiuto per il trash. Quando il pubblico reclamava, senza porre tempo in mezzo, il presentatore coi baffi si inventava le mezze stagioni, quei passaggi transitori (transumanza, la chiamava lui…) che la tv, ma in buona sostanza la comunicazione, registrava intercettando i desideri del pubblico sempre più popolare e, diciamola tutta, senza più freni.
Così, in quei programmi, c’era di tutto, dall’attore comico che indossava il costume da canguro, incurante di compromettere vent’anni di onorata carriera, alla valletta tuttetette che agitava i fianchi e i piani alti perché interessasse una sorta di moderna mossa, il pubblico maschile.
Lippi si era ritagliato un posticino in quel teatrino degli eccessi che Costanzo addomesticava a comando. Lippi era diventato popolare, piaceva al pubblico. Al cantante-attore-presentatore, arrivano alla rinfusa, “Il pranzo è servito”, “Giochi senza frontiere”, “Domenica in”, “Mai dire gol”, probabilmente il suo programma migliore con la sapiente regia della Gialappa’s Band.
DOPO COSTANZO…
Da allora, poca roba, se non appelli, perché autori e programmatori si accorgessero di lui. Fa, infatti, parlare di sé quando sulla stampa, ma anche in quelle trasmissioni in cui saltuariamente è ospite oppure opinionista: ricorda un po’ quell’appello cantato alla Toto Cutugno, qualcosa di simile a “Lasciatemi cantare!”.
Solo nelle scorse settimane, il presentatore, ospite del programma “Da noi a ruota libera”, aveva offeso un ragazzo del pubblico, dando a questo del “primate”. «È italiano?», aveva chiesto rivolgendosi al ragazzo con una capigliatura esagerata, pensando di fare una battuta brillante. «Ah, è per metà brasiliano – aveva proseguito, non soddisfatto del risultato del primo affondo, scivolando nell’insulto razzista – ecco perché; diciamo che sta sempre dal lato umano, cioè è un essere umano: non è un primate».
Tutto questo fino a quando in questi giorni, non esplode, con una deflagrazione assordante la polemica lippiana: «Basta con i gay in tv!». In realtà, Lippi non vorrebbe annientarli, beninteso, ma compie quella battuta con la leggerezza di un elefante in una cristalleria: lasciassero spazio anche agli “etero”, è l’obiettivo di quella sua uscita. Finisce, in buona sostanza, la lamentela di Lippi: «Vuoi vedere che gli emarginati siamo noi?». Affida il suo sfogo alla destra, vincitrice alle ultime Politiche, spera di poter rientrare nel giro per un’ultima chance. Se la prende anche con Fabio Fazio, ma lo sfogo che fa notizia è contro i gay. Ne scrivono tutte le agenzie, i giornali riprendono sue frasi, i suoi appelli che evidentemente non trovano il favore del grande pubblico che potrebbe rispettare certe idee, sicuramente non i toni.
«BASTA CON FAZIO E ANNUNZIATA!»
«Basta con la propaganda dei Fazio e delle Annunziata, con la ‘kultura’ con la k!». «È ora che la Rai entri nelle case degli italiani dicendo “buonasera”, col sorriso», prosegue Lippi in una intervista rilasciata all’agenzia Dire. Secondo Lippi, «Stefano Coletta, il direttore, cambiato ai vertici, ha fatto lavorare gay e gaie; tanti e tante che non avevano alcuna competenza: la Rai usata per fare coming out. Anche noi etero dovremmo fare coming out, o no?».
Lippi, in una intervista, ripresa anche dal quotidiano “Il Fatto”, si era scagliato anche contro Fazio, la Littizzetto e Lucia Annunziata. Ma questa è un’altra storia. Tornando alle esplosioni di Lippi, ora pare che la Rai abbia congelato il contratto che il settantottenne presentatore stava per firmare. Non sarebbe piaciuto il polverone provocato dalle sue dichiarazioni. A chi gli chiedeva di due programmi ai quali avrebbe dovuto partecipare, Lippi risponde scaltro. «Finché non firmo il contratto non ci credo: si parlava di due programmi; uno, in prima serata su Raiuno, “Condominio Italia”. Cause condominiali, quanto tempo, denaro e bile costano. Forse è meglio risolverle con un aperitivo fra condomini, no? Poi “Ieri, oggi”, vecchio programma che parla di tv e propone spezzoni d’archivio».
Il presentatore, per ora, non andrebbe più in Rai. Congelato. Eppure, cinque anni fa: «Salvini e la Meloni mi chiesero informazioni sulla Rai, da chi la tv la conosce. Ho spiegato loro cosa manca: il sorriso. La Rai deve entrare nelle case degli italiani con leggerezza e intelligenza, e non con la propaganda, ma – attenzione – neppure con le ‘isole’, i vip, uomini e donne».