“Quando gioco sono libero”. La rinascita di Abou
«Quando sono in campo mi sento felice, libero. Penso solo a vincere. No, non penso al mio Paese: ho solo brutti ricordi e poi sto così bene qui».
Abou Fofana ha 17 anni viene dalla Costa d’avorio ed è un calciatore dell’Africa United Talsano. È arrivato a Taranto il 26 giugno dello scorso anno, dopo un lungo viaggio in mare con uno dei tanti barconi che ormai solcano il Mediterraneo. È nato a Binhouye, una cittadina della regione delle Montagne a confine con la Liberia. Di lì è scappato perché qualcuno voleva ucciderlo: «la nuova moglie di mio padre ha assoldato un uomo per eliminarmi, ma questo per fortuna non l’ha fatto. Mi ha detto quello che stava succedendo e mi ha detto di partire immediatamente». Il suo viaggio è iniziato così velocemente che non ha avuto il tempo di salutare nessuno. Del resto, tradito dagli affetti più cari, perché avrebbe dovuto farlo?
Dalla Costa d’avorio è arrivato in Mali dove si è fermato per una settimana per poi ripartire verso l’Algeria: «Per tre mesi ha lavorato nell’edilizia, ma non mi permettevano di andare a scuola e così ho scelto di andare via. Sapevo che per arrivare in Italia doveva passare dalla Libia: qui sono stato tre mesi a cercare il modo e i soldi per partire». Sul barcone che lo ha portato via dall’Africa erano in tanti e Abu non sa che fine abbiano fatto tutti quelli che erano con lui. A Costruiamo Insieme ha iniziato a studiare la lingua italiana e non solo: «Devo impararla bene per due motivi: voglio restare qui per imparare e imparare per restare. E poi a volte è divertente: c’è la parola “pazzo” che non so perché mi fa ridere un sacco». È alto, e imponente Abou, ma ha una voce dolce e quando ride mostra tutta la genuinità dei suoi anni. «Grazie a Costruiamo Insieme sto frequentando anche un corso per diventare saldatore: mi piace perché imparo un mestiere e contemporaneamente la lingua. Così è più semplice metterla in pratica: le lezioni in aula sono importanti, ma avere la possibilità di fare stage ed esperienza nelle aziende mi aiuta anche a migliorare il mio italiano».
La sua passione, però, è il calcio e sogna di diventare un calciatore professionista: «No, non come Drogba, io voglio diventare come Eric Bailly». Mostra la foto del difensore ivoriano che milita nella Premiere League con il Manchester United e spiega: «anche io sono un difensore: gioco come laterale a destra nell’Africa United. È una bellissima esperienza quella di poter giocare in una squadra come la mia: lo sport permette di imparare un sacco di cose come il rispetto delle regole, dei compagni di squadra e degli avversari. Sogno di diventare un calciatore professionista, ma se non dovesse succedere non solo mi sarò divertito, ma avrò fatto un sacco di esperienze importanti che possono aiutarmi ad integrarmi in Italia».
Nelle scorse settimane Abou è stato intervistato proprio raccontare l’esperienza dello sport che aiuta a rinascita per chi come lui ha passato momenti particolarmente difficili. Lui, però, sembra aver buttato tutto alle spalle. Ora fortunatamente le priorità sono ben altre: «Quest’anno al campionato siamo usciti in semifinale, ma sono soddisfatto perché abbiamo avuto la miglior difesa e anche il miglior attacco, ma l’anno prossimo non c’è storia: vinceremo!».