Niccolò Fabi a Taranto per inaugurare il parco per bambini ai Tamburi
Anni fa lanciò il progetto nel quartiere cittadino più problematico dal punto di vista ambientale. “I sorrisi di Tamburi” a cura dell’associazione “Parole di Lulù” dello stesso cantautore romano per ricordare la figlia Olivia. Realizzato con “Fondazione Pizzarotti”, Comune di Taranto e Gruppo Intesa Sanpaolo. In tre mesi raccolti centoquarantacinquemila euro
«Era un impegno che avevo assunto con questa città dopo aver partecipato all’edizione dell’Uno Maggio tarantino nel 2007; oggi, posso finalmente dire di essere pienamente soddisfatto, visto che il progetto che avevamo in mente, oggi è sotto gli occhi di tutti. Questo parco, nel cuore di un quartiere-simbolo come i Tamburi, rappresenta sicuramente un omaggio alla città, ma anche un segnale forte, concreto di quanto la questione-ambientale, la salute dei suoi cittadini, con un pensiero in particolare rivolto ai bambini, stia a cuore a tutti noi». Queste le parole del cantautore Niccolò Fabi, che lo scorso 9 maggio ha inaugurato nel quartiere Tamburi di Taranto un parco giochi a poche centinaia di metri dallo stabilimento ex Ilva.
Trova concretezza, dunque, il progetto “I sorrisi di Tamburi”, nato dalla sinergia fra l’associazione “Parole di Lulù” dello stesso Fabi e Shirin Amini, per ricordare la figlia Olivia – scomparsa a soli due anni, nel 2010, a causa di una meningite fulminante – insieme con la “Fondazione Pizzarotti” e il Comune di Taranto.
Un progetto selezionato da Intesa Sanpaolo all’interno del Programma Formula, in collaborazione con Fondazione Cesvi, finanziato mediante raccolta fondi attiva da ottobre a dicembre dello scorso anno su For Funding, piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo dedicata a sostenibilità ambientale, inclusione sociale e accesso al mercato del lavoro per le persone in difficoltà.
145MILA EURO IN TRE MESI
Raccolti in tre mesi più di centoquarantacinquemila euro grazie al contributo di cittadini, imprese, della stessa banca e delle società del suo Gruppo. Il parco, situato nel quartiere Tamburi, sorge nell’area verde di proprietà del Comune di Taranto, accanto al plesso “Gabelli”. Lo scopo del progetto è quello di accogliere nella massima sicurezza gli alunni nelle ore ricreative e i piccoli del quartiere con le loro famiglie fuori dall’orario scolastico.
Il parco giochi è stato interamente pensato con materiali certificati, ecocompatibili e sostenibili. I progetti non finiscono qui. In collaborazione con l’iniziativa “Nati per Leggere”, quanto studiato intende realizzare una biblioteca con libri dedicati ai bambini nella fascia d’età dai cinque mesi ai sei anni. Fra quanti hanno partecipato all’inaugurazione del parco, anche rappresentanti di “Intesa Sanpaolo”, “Fondazione Pizzarotti” e “Fondazione Cesvi”.
Il tema dell’ambiente è sempre stato a cuore al cantautore romano che il prossimo 16 maggio compirà cinquantacinque anni. Il suo impegno, precedente sicuramente al 2017, concerto al quale allude, risale ad anni precedenti. Lo ricordò, infatti, proprio a Taranto, ai giornalisti in una delle pause di una delle edizioni dell’Uno Maggio tarantino. «Ogni concerto ha grandi motivazioni, sentite da tutti: da chi organizza, chi porta il furgone, vende birra e panini, chi suona e chi ascolta: abbiamo tutti in mente la stessa cosa, il concerto, quello vero, che lascia una emozione, un sentimento che alimenta una speranza in quelle persone che questa speranza la cercano».
TAMBURI, SCELTA SENTIMENTALE
Toni misurati a chi gli domanda se le organizzazioni sindacali hanno fatto il massimo a tutela dei dipendenti e della salute dei cittadini. «Le contrapposizioni, talvolta strumentali, le trovo inutili: è fuori discussione, però, che la potenza sentimentale che si respira a Taranto è molto forte e se sono qui è perché ho fatto una scelta».
A proposito della sua attenzione rivolta al quartiere Tamburi. «E’ una scelta sentimentale: dietro le problematiche che denuncia questa città, simbolicamente c’è una sofferenza collettiva di tutti noi; nel momento in cui un uomo si trova di fronte ad una scelta criminale, ingiusta, come lavorare per sostenere i propri figli e allo stesso tempo vivere con questi stessi in un luogo che ne condizionano la salute, ritengo sia cattiveria allo stato puro».
Per finire, sarà stato l’Uno Maggio tarantino a svegliare la coscienza di molti? «Delle problematiche di questa città – conclude Fabi – ne eravamo a conoscenza ancor prima di venire qua; poi c’è chi approfondisce più, chi meno: la grande differenza sta nel guardare negli occhi quelle persone che vivono una realtà che tu pensi di conoscere; è qui che scatta l’immedesimazione, che poi è la motivazione più forte».