Terra delle Gravine, percorsi a impatto zero sulla natura
Riportare equilibrio fra uomo, fauna e flora. Massima tutela anche per gli allevatori. Cambio di mentalità sulla biodiversità. In quattro aziende affidamento gratuito di cuccioli. Questa pratica ha abbassato le predazioni del 100%. Gli interventi di Fabrizio Quarto, sindaco di Massafra, e Lorenzo Gaudiano, biologo
Mettere al sicuro il bestiame dagli assalti di lupi nella Terra delle Gravine. Il progetto, sicuramente virtuoso, è frutto della collaborazione tra le Istituzioni locali e l’Università di Bari con l’obiettivo di porre fine contro lupi e allevatori, e soprattutto dimostrare che una convivenza sostenibile è davvero possibile.
«Sono stati inseriti cani pastori abruzzesi all’interno delle aziende colpite – dice Fabrizio Quarto, sindaco di Massafra – fin dall’inizio abbiamo sostenuto la bontà di un progetto che ha visto le Istituzioni al fianco dei produttori e dell’Università: oggi, finalmente, possiamo manifestare gli esiti positivi di uno studio che da un lato garantisce la tutela degli animali e dall’altro quella degli allevatori».
Massafra è il comune capofila del progetto che indica lo stato di avanzamento di un importante progetto che sta mettendo fine a un problema antico che sino ad oggi aveva visto l’uomo contro i lupi.
«Abbiamo trovato – spiega Quarto – percorsi a impatto zero sulla natura, e dunque ecosostenibili, per riportare un equilibrio doveroso tra noi e la fauna e la flora che ci circondano; questo progetto segna un cambio di mentalità sulla tutela della biodiversità».

foto TarantoBuonaSera
DALLA PARTE DEI LUPI
Perseguitato dal Medioevo e a rischio estinzione dai primi Anni Settanta, di recente si è registrata una inversione di tendenza con la riconquista da parte dei lupi dei propri spazi. Il lupo, negli anni, ha fatto i conti con pregiudizi e paure, tanto che solo tardivamente si è capito quanto sia importante la sua tutela.
Nel territorio delle Gravine dell’arco ionico tarantino conoscono perfettamente il problema. Qui da sei anni è in corso un’azione di ricerca e di studio sui lupi, con lo scopo di salvaguardare una figura fondamentale nell’ecosistema e che determina un equilibrio a cascata sulle altre componenti faunistiche del territorio.
«Abbiamo riscontrato almeno tre nuclei riproduttivi nel parco Terra delle Gravine – spiega Lorenzo Gaudiano, biologo conservazionista – due dei quali sono stanziati nelle parti occidentale e orientale, mentre il terzo, di più recente caratterizzazione, è situato ai confini settentrionali».
È proprio l’estrema adattabilità e capacità di sfruttare le più disparate risorse nutritive di alcuni gruppi che porta i lupi a spingersi nelle vicinanze delle aziende agricole e di allevamento presenti nell’area, causando non pochi grattacapi per gli allevatori. Negli “interventi per la tutela e valorizzazione della biodiversità terrestre e marina”, contenuti nel POR Puglia 2014-2020, i comuni di Massafra, Crispiano e Statte, coadiuvati dall’Oasi WWF Monte Sant’Elia, hanno inserito anche un aiuto da offrire agli allevatori del posto per difendere il bestiame dagli attacchi del lupo.

Foto LaTerradiPuglia
E DEGLI ALLEVATORI
«Sono tantissime le aziende che insistono sul territorio – prosegue Gaudiano – alcune con radici antiche e che vantano razze di elevato valore conservazionistico come il cavallo murgese, la vacca podolica: non certo un’economia di sussistenza; le predazioni dei lupi qualche anno fa si erano fatte frequenti, tanto da essere seguite da stampa, radio e tv: durante i primi tavoli con le associazioni di categoria c’era molta conflittualità, poi tutti hanno convenuto che fare rete è fondamentale».
La soluzione al fenomeno è arrivata dalla fauna stessa. In quattro aziende è stato portato a termine l’affidamento gratuito, da parte delle istituzioni locali, di mute di pastori abruzzesi, nati e cresciuti a stretto contatto con gli animali da allevamento, tanto da sentirli come parte del proprio nucleo familiare, il che ha permesso loro di difenderli attivamente. In altre realtà questa pratica ha abbassato le predazioni del 100% e anche nella Terra delle Gravine il trend è stato identico.
«Attraverso il nostro lavoro in circa trenta aziende del territorio – le parole di Gaudiano – siamo riusciti a far abituare l’uomo alla presenza del lupo pur difendendo i propri capi di bestiame dai suoi attacchi. La nostra campagna di sensibilizzazione ha dato i suoi frutti: i cani inseriti a loro volta si sono riprodotti, così da affidare i cuccioli ad altre aziende, con un’ottima trasmissione di know-how e buone pratiche».
Politica locale, associazioni, agricoltori e allevatori tutti dalla stessa parte per risolvere insieme due problemi nel modo più naturale possibile.
È possibile una convivenza sostenibile tra uomo e lupo. Il lupo più è ramingo e più si avvicina alle greggi lasciate allo stato brado o semibrado, ma l’intervento dei cani potrebbe convincerlo a stanziarsi nelle zone ricche di naturalità e in cui la catena alimentare verrebbe rispettata senza danni per agricoltori e allevatori.