Maleh, le origini, il sudore e l’azzurro italiano
«Ho affrontato mille sacrifici e ancora dovrò farne. Genitori e parenti marocchini, ma i miei amici sono tutti di qui. Sono cresciuto fra Cesena e Ravenna, poi mi hanno voluto a Firenze. Gioco a Venezia, spero di contribuire alla promozione in serie A. La telefonata del tecnico della Nazionale Under 21: te la senti di indossare questa maglia? Mister, e me lo chiede?»
«Sono nato in Italia, a Castel San Pietro Terme, vicino Bologna, genitori e parenti marocchini, tutti i miei amici sono italiani». Youssef Maleh, ventuno anni, calciatore di belle speranze, sta costruendo il suo futuro con mille sacrifici. Ne parla con l’orgoglio delle sue radici, forte anche dell’affetto che lo circonda, lo stesso che amici e compagni di squadra non gli hanno mai fatto mancare. Di proprietà della Fiorentina, dove presumibilmente tornerà a fine stagione, gioca nel Venezia, squadra che si sta battendo per conseguire la promozione in serie A. E anche su questo, Youssuf dimostra tutta la sua maturità. «Ho cominciato a dare i primi calci al pallone con il Cesena, poi giocato nel Ravenna, squadra nella quale a diciannove anni ho debuttato fra i professionisti; da due anni gioco a Venezia, anche se un contratto mi lega alla Fiorentina… ».
Venezia, Firenze. «Cosa posso chiedere di più alla vita: quando parenti e amici mi chiedono come stia vivendo questo momento, rispondo che ho fatto della mia passione il mio lavoro e sapere che presente e futuro professionale oscillano fra due delle città più belle al mondo, mi riempie di gioia; quanta bellezza e quanta cultura…».
BELLA FIRENZE, MA…
Youssef, nato in un borgo a pochi chilometri da Bologna, si è visto proiettato nel giro di qualche anno in una dimensione da favola. Oltre a giocare in serie C, poi in B, pensando alla serie A, ha risposto con entusiasmo alla convocazione in Nazionale azzurra, altra grande soddisfazione. «Da non crederci – spiega – anche se non nascondo che per arrivare fino a questo obiettivo, ho dovuto compiere mille sacrifici». Non affonda il colpo, ma fa comprendere il suo punto di vista. «La mia vita è proiettata dal basso, credo che questa sia la molla che deve motivarmi giorno dopo giorno per non fermarmi: dal primo giorno che ho pensato a quante e quali soddisfazioni avrebbe potuto darmi il calcio, sono stato sempre fra i più puntuali a presentarmi agli allenamenti, l’ultimo ad abbandonare il terreno di gioco dopo le rifiniture…». In queste battute la sua filosofia: aggredire con grande passione l’attività ed essere l’ultimo ad abbandonare il campo con una maglia sudata, segno che ha spremuto tutta la sua generosità.
Oggi, Maleh, è un bell’esempio per i suoi connazionali. A gennaio ha firmato un contratto di cinque anni con la Fiorentina, così presumibilmente dal prossimo giugno si aggregherà alla squadra viola impegnata ad uscire dai bassifondi della classifica di serie A. Il ragazzo ventunenne è rimasto, intanto, in prestito al Venezia. Nella squadra lagunare resterà presumibilmente fino al termine della stagione.
Centrocampista mancino, origini marocchine, si diceva, ma nato in Italia nei pressi di Bologna, rilascia interviste col contagocce, ma sempre in modo ragionato. Parla del suo presente ma anche di sogni ed obiettivi futuri. «Sono partito dal basso, maturato nelle giovanili del Cesena, per poi giocare due anni a Ravenna; detto che ho ancora tanta strada da fare, guai fermarsi, per arrivare dove sono ho dovuto sudare tanto. La serie C è un campionato fisico e duro, non facile come può sembrare da fuori. Ma è un’esperienza che sento di consigliare a quanti debuttano subito in serie A. Per me è stato importante avere dei maestri: ho potuto apprendere da giocatori di maggiore esperienza con cui ho avuto la fortuna di giocare, Molinaro, Bocalon, Modolo, capitano del Venezia. Credo di poter crescere ancora tanto e cerco di migliorare col lavoro giorno dopo giorno».
PRIMA IN “A” CON IL VENEZIA
Ecco, il Venezia, banco di prova importantissimo. Se la serie C è un campionato fisico, la B è un misto di fisicità e tecnica, considerando che in A si arriva con la qualità. «Da due anni gioco a Venezia, una delle città più belle al mondo, qualcosa che a me trasmette tanta serenità. Vado allo stadio in vaporetto, basta farci l’abitudine. Con mister Dionisi, oggi tecnico dell’Empoli, ho un grande rapporto, sono cresciuto tantissimo grazie a lui, anche dal punto di vista offensivo. Ringrazio anche mister Zanetti: questo è l’anno della mia consacrazione in B, lui mi ha trasmesso la voglia di vincere e non mollare mai. Una persona che dice sempre ciò che pensa, non può che farti crescere tantissimo». Youssef, origini marocchine. «Ma mi sento italianissimo. La scorsa estate mi ha chiamato Paolo Nicolato, tecnico dell’Under 21: nell’occasione mi chiese se fossi stato convinto di poter giocare per gli Azzurri: nemmeno un’ombra di dubbio, indosso la maglia dell’Italia con orgoglio». Ragazzo assennato, tanti sacrifici alle spalle e qualcuno ancora da compiere, considera un obiettivo per volta. «Il prossimo è quello di lottare con il Venezia e raggiungere la promozione in serie A».