Gianni Azzaro, consigliere del Comune di Taranto
La sua esperienza con l’accoglienza e le amministrazioni Stefàno e Melucci. Similitudini e differenze. «Entrambe dalla parte delle fasce più deboli». Fuori dal dissesto. «Ci proviamo, il Ministero ha accettato il Piano di estinzione presentato». Industria e turismo. «Possono e devono convivere, il sogno di città europea può coniugarsi con un acciaio che rispetti ambiente e sicurezza»
Un passato da presidente circoscrizionale, successivamente consigliere comunale con l’attuale Amministrazione guidata dal sindaco Rinaldo Melucci e, precedentemente, con quella guidata da Ippazio Stefàno. Fra i suoi incarichi, la vicepresidenza della Provincia e, attualmente, capogruppo del Pd a Palazzo di Città. Gianni Azzaro è testimone della continuità delle due attività amministrative in fatto di accoglienza. Prima Stefàno, con l’allestimento di un hot spot fra i più attivi in Italia, oggi Melucci con la disponibilità a sostenere un percorso con gli extracomunitari ospiti a Taranto dei vari Centri di accoglienza, fra questi “Costruiamo Insieme”.
Secondo Azzaro, quella dell’ospitalità di cittadini africani è un punto di contatto, diciamo pure di continuità, fra le amministrazioni Stefàno prima e Melucci oggi.
«E’ uno dei punti che lega le due attività amministrative, Taranto è stata fra le prime città ad offrire massima ospitalità ai nostri fratelli disperati che scappano dalle guerre; Taranto continuerà sicuramente a fare il suo, ma manifesta anche la necessità di non sentirsi sola in questa attività, così a tale proposito chiede al Ministero risorse per aiutare i più deboli: la città deve poter chiedere al Governo interventi per assicurare massima tutela a chiunque viva il territorio».
Ricorda i sopralluoghi all’hot spot. «Una esperienza toccante, vedere gli occhi di questa gente che invocava aiuto, conforto; esseri umani che fuggono dalla fame e dalla guerra e avvertono il bisogno di sentire calore e affetto».
Detto delle similitudini fra le amministrazioni, quali le diversità.
«Ogni amministrazione ha le sue caratteristiche. Ma Stefàno, come Melucci, prestava attenzione alle fasce più deboli. In occasione del primo bilancio, fra le risorse disponibili parte di queste sono state destinate ai servizi sociali, in particolare alle famiglie bisognose.
Differenze. Quest’ultima si caratterizza nella diversa visione della città, come nella rigenerazione della Città vecchia, sicuramente già avviato con l’amministrazione Stefàno, ma oggi affrontato in modo più significativo rispetto al recente passato; il percorso è più dinamico e partecipato come nel raggiungimento di obiettvi che vanno dalla realizzazione di un nuovo Piano urbanistico al nuovo Piano di mobilità urbana; oggi parliamo di un progetto studiato per una città non esclusivamente soggetta alla grande industria, ma che intende sentirsi europea a tutti gli effetti; per tale motivo punta a diversificare la sua economia attribuendo, se possibile, più valore a risorse come mare e cultura, con particolare riferimento all’inestimabile valore archeologico e architettonico che essa possiede».
Altro freno a mano, il dissesto.
«Ne stiamo uscendo. Con Stefàno le risorse erano limitate, la politica era di contenimento, bisognava far fronte a una eredità debitoria pesante: si poteva spendere solo il necessario e, nello stesso tempo, era necessario fare una politica del risparmio riempiendo con molti sacrifici un ideale salvadanaio che potesse servire a soddisfare, per esempio, vicende scomode come quella scaturita dai Boc, i Buoni ordinari del Comune, a seconda di quella che sarà la sentenza del Tar. Di questi giorni la notizia incoraggiante: il Ministero ha accettato il Piano di estinzione presentato dal Comune per liquidare definitivamente il dissesto».
Restiamo in attesa delle sentenza.
«Questa non arriverà prima di un anno ed è con questa l’Amministrazione, nel bene o nel male, dovrà fare i conti. Rispetto al precedente quinquennio stiamo investendo risorse per strade e marciapiedi: lo scorso anno, in ristrettezze, erano stati utilizzati 500mila euro, quest’anno la spesa è stata pari a 4milioni e mezzo di euro; interventi sull’edilizia residenziale: da poche centinaia di migliaia di euro siamo passati a 3milioni di euro, ai 3milioni di euro per i mercati. I primi effetti scaturiti da questi investimenti cominceremo a vederli nei prossimi mesi».
Azzaro, è stato presidente circoscrizionale. Le circoscrizioni avevano una loro funzionalità.
«Effetto della demagogia, i tagli alle spese ai costi della politica hanno decapitato uno strumento che, invece funzionava: messaggio populistico, del resto ogni consigliere circoscrizionale costava 160euro mensili, nemmeno il rimborso della benzina; aveva un ruolo del quale oggi si avverte la mancanza, era il primo approccio del cittadino con le istituzioni: oggi i tarantini devono recarsi a Palazzo di città, Palazzo Latagliata per avanzare una richiesta. Prima il Comune ce l’avevano sotto casa. Le Circoscrizioni erano la risposta alle problematiche quotidiane: pulizia, cassonetto, la pubblica illuminazione; senza contare che questo istituto rappresentava una buona scuola per conoscere meglio la macchina amministrativa: oggi qualcuno non sa la differenza fra determina e delibera…».
Taranto fra industria e turismo.
«Non mettiamoli in contrapposizione, uno non deve escludere l’altro. Taranto città europea può convivere con l’industria, naturalmente moderna, dunque ponendo attenzione all’ambiente e alla sicurezza dei lavoratori. Per ciò che attiene il turismo, è vivo il Distretto turistico della Magna Grecia: ventotto comuni, fra Taranto, Basilicata e Calabria con la collaborazione di 260 aziende. E’ impensabile che siano le pubbliche amministrazioni a farsi carico di un progetto così articolato».
L’economia va a braccetto con l’occupazione.
«Un saggio partenariato fra pubblico e privato produce economia e posti di lavoro. Lo scopo è quello di mettere in rete le città portuali, attivare una filiera che metta in evidenza le nostre eccellenze, dalla gastronomia ai percorsi culturali; proprio in questa logica nel 2014 è stata data vita al Consorzio che si pone all’interno del Distretto dell’Appennino del Meridione presieduto da Vera Corbelli, commissario straordinario delle Bonifiche. Questo consentirà di accedere a finanziamenti e guardare con una certa fiducia al futuro».