Nei pressi di Locorotondo rinvenuto un quintale di crema di nocciola
«Non mi darò pace fino a quando non assicureremo i colpevoli agli inquirenti. Tutta quella cioccolata avrebbe fatto felici decine e decine di bambini. L’azienda Ferrero, non appena venuta a conoscenza della vicenda mi ha contattato», racconta Michelangelo Schiavone a capo di un gruppo di volontari dell’Unità Interregionale di protezione ambientale Wardpark
In questo spazio ci occupiamo di temi sociali, poniamo l’accento su episodi talvolta sconcertanti, altre volte spiazzanti. C’è gente che soffre, bambini che patiscono il freddo – pensiamo ai piccoli e agli anziani sotto le bombe in un conflitto al quale non sapremo mai dare risposte certe – e non possono mangiare un pasto caldo, nutriente, figurarsi una fetta di pane spalmata con una crema di nocciola. Se poi questa è la crema di nocciola più famosa e appetita al mondo, la Nutella, ad occupare le pagine dei giornali, gli spazi su internet, il disappunto è di proporzioni ciclopiche. Alcuni giorni fa in una zona boschiva nei pressi di Locorotondo è stato rinvenuto un quintale di Nutella, in barattoli, purtroppo scaduta nel 2021. Esistono codici a barre, non dovrebbe essere complicato risalire a chi (o comunque restringere il campo delle ipotesi) quella crema alla nocciola sarebbe stata inoltrata.
«NON SO DARMI PACE»
«Quel quintale di Nutella trovata nel bosco mi è andato proprio storto. Devo trovare il colpevole!», ha scritto nei giorni scorsi sul suo profilo social Michelangelo Schiavone, a capo di un gruppo di volontari dell’Unità Interregionale di protezione ambientale Wardpark che ha rinvenuto quei cento chili di cioccolata. «Mi hanno telefonato direttamente dalla Ferrero – rivela Schiavone – non credevo alle mie orecchie! Al telefono ho trovato persone sconcertate quanto me. Sono determinati a trovare il loro cliente incivile. E non solo, si sono messi a disposizione per lo smaltimento, gesto da azienda seria. Per arrivare a ciò sicuramente si è dato il giusto seguito alla notizia, grazie alla stampa locale e nazionale che ha a cuore le tematiche ambientali».
L’azienda Ferrero, infatti, attraverso propri rappresentanti ha raggiunto gli uffici delle guardie ambientali per andare a fondo su quanto accaduto. «Grazie per quello che fate e che avete fatto e grazie per aver preso a cuore questa vicenda quanto noi. La Ferrero è un’azienda seria e non transige assolutamente su cose simili», le parole di quanti si sono fatti interlocutori di una delle aziende italiane più importanti nel mondo.
LA STORIA
La storia risale a pochi giorni fa. Ha contorni misteriosi. Sono molti ad interrogarsi su chi possa avere abbandonato quel quintale di barattoli di Nutella tra gli ulivi della Valle d’Itria. La domanda se la sono posti in molti da queste parti.
Tiscali Notizie, riprendendo sul suo sito l’intera vicenda, scrive della Nutella, uno degli alimenti più apprezzati e desiderati dai bambini e non solo. «È una crema di cioccolato e nocciole famosa in tutto il mondo – riporta il sito – eppure c’è chi, non se ne conosce il motivo, abbandona la Nutella nei campi».
«Quelle confezioni – ha dichiarato Schiavone ai microfoni di Telebari – sarebbero potute andare a persone che ne avevano necessità, a bambini che magari in quel momento, durante la pandemia, non potevano permetterselo». Legittimo il disappunto. Da un articolo a un post sui social, fatto sta che l’azienda Ferrero non appena venuta a conoscenza dell’episodio ha inviato i propri incaricati sul posto per ritirare la merce. Ovviamente ancora non è dato sapere su chi si sia reso responsabile di quanto accaduto e del perché una merce così preziosa e appetita dai piccoli, come dai grandi, sia stata abbandonata nei campi.
«INCHIESTA DELLA NOCCIOLA»
Una scoperta inattesa e del tutto insolita quella fatta qualche settimana fa tra i boschi di Locorotondo, in provincia di Bari.
I barattoli di Nutella, tutti sigillati e integri sono scaduti nel 2021. Fra le domande, la principale: chi avrà lasciato scadere quella crema alla nocciola per poi gettarla lì, in mezzo alla natura? A seguito del ritrovamento è scattata un’operazione denominata «Inchiesta della nocciola». Il caso, si diceva, è stato preso a cuore direttamente dalla Ferrero. L’azienda, dopo essere stata informata dell’abbandono, ha inviato il team “Security Ferrero” che ha esaminato il caso e ha ritirato il lotto rinvenuto per provvedere allo smaltimento dello stesso secondo quanto indicato dalla legge.