Macron, fra speranza e fiducia

Il risultato delle elezioni del Presidente francese pone l’intera Europa di fronte ad un dato indiscutibile: le forze populiste non vincono, ma crescono. E così, con Macron Presidente si è allontano il tragico scenario di una interlocuzione con il Fronte Nazionale di Le Pen che, dopo la Brexit, avrebbe rappresentato un altro duro colpo per il processo di rifondazione auspicato per l’Unione Europea.

Macron è figlio di un nuovo corso, ha sovvertito tutti gli schemi che ingabbiavano la Francia in un bipolarismo ormai superato diventando il primo Presidente eletto senza avere alle spalle un Partito, una macchina organizzativa rodata. È espressione di un movimento, ma anche garante di un establishment politico finanziario nella culla del quale è cresciuto. I dati dell’astensionismo e le tante schede bianche lasciate nelle urne lanciano al nuovo Presidente un messaggio più che chiaro: è necessaria, anche in Francia, una politica incentrata sul cambiamento rispetto ai temi centrali nella vita del quotidiano, dalle politiche sociali alle scelte economiche. Il già rinsaldato asse europeo franco-tedesco dovrà partorire risposte efficaci sul rilancio economico dell’Unione Europea che non è affatto fuori dal vortice della crisi e ancora non riesce a costruire risposte di sistema al tema delle migrazioni.

«Si apre una nuova pagina – sono state le prime parole di Macron da Presidente – voglio che sia quella della speranza e della ritrovata fiducia. Mi rivolgo a tutti voi qualunque sia stata la vostra scelta – ha continuato – Non nego le difficoltà economiche, sociali, l’abbattimento morale». Poi, la promessa di «difendere e tenere unita la Francia difendendo il destino comune dell’Europa». I francesi saranno richiamati alle urne l’11 e il 18 giugno per il voto politico e in questa tornata Macron dovrà tentare di ottenere il maggior numero di seggi possibile sperando che il declino delle forze politiche tradizionali non sia stato solo un passaggio presidenziale. Solo in questo modo sarà possibile per Macron governare mettendo in campo il suo programma politico che, per quanto ambizioso, dovrà ora entrare nel merito delle questioni dopo una campagna elettorale incentrata sui gradi temi.

Certo, il tema della sicurezza in Francia inquina, per esempio, una riflessione costruttiva sul tema delle migrazioni: quale sarà la ricetta di Macron su questo argomento estremamente ostico? «Si apre una nuova era» ha ribadito ieri in piazza alle migliaia di sostenitori in festa. Noi lo speriamo e auspichiamo che inizi presto.

Auguri di buon lavoro, Presidente!