Frida Bollani Magoni, grande talento
Cieca fin dalla nascita ha coltivato la sua passione per la musica. «Merito di papà e mamma, Stefano Bollani e Petra Magoni, due grandi musicisti», dice. «In un’altra famiglia, forse, avrei faticato di più, ma alla fine così doveva essere così è stato…»
Un sorso d’acqua e “Carol of the bells”, “Blackbird”, “Over the rainbow”. Altro sorso d’acqua, “Moon river”, “Holy night”, “Amazing grace”. Poi, tre note. «La conoscete questa?». Inequivocabile, la gente la riconoscerebbe fra mille. E’ “Caruso” di Dalla, il pubblico risponde con un grande applauso.
Frida Bollani Magoni, figlia d’arte. Papà è Stefano Bollani, compositore, pianista, fantasista; mamma è Petra Magoni, fra le più celebri interpreti jazz, prima fan di sua figlia Frida. Petra è la sua ombra, si sbraccia per l’intero concerto di Taranto. Location originale, Frida ha voluto quella e solo quella: la Concattedrale Gran Madre di Dio.
«Tenere concerti nelle chiese, nella Concattedrale Gran Madre di Dio, in questo caso – ci dice Frida – è un’esperienza nuova all’interno di un tour natalizio in tutta Italia, in particolare in Puglia e felicissima di aver fatto ascoltare un repertorio nella maggior parte nuovo: canzoni natalizie in luoghi, le chiese, nei quali ero stata impegnata in passato solo con dei cori: in questo progetto, pianoforte e voce, trovo un’acustica straordinaria e un pubblico che in parte mi conosceva e che spero abbia potuto apprezzare il mio impegno anche in una chiave sperimentale».
Foto Aurelio Castellaneta
ANIMA ALLE CANZONI
Frida affascina, dà anima alle canzoni. Ai brani originali, come alle cover che il pubblico accompagna in coro o tenendo il ritmo battendo le mani. In questi giorni anche il settimanale del Corriere della sera, “7”, ha dato copertina e profondità alla sua sensibilità in un bell’articolo di Silvia Avallone. «Mamma mi è di grande aiuto in tour – spiega Frida – è lei che si occupa del trasferimento da una città all’altra, del sound-check, dei rapporti con la stampa, cose alle quali non ero abituata, almeno non professionalmente: adesso ci sto facendo l’abitudine, ma Petra – così chiama mamma… – è insostituibile». Come non crederle. Scherza Frida dal palco. Non può lasciarsi andare in una battuta che subito Petra, in fondo alle due ali di banchi, le risponde a voce alta. «Chi conosce questa canzone?», interroga Frida. «Iooo!», urla Petra. E’ un incoraggiamento costante, come quello del pubblico, che non solo riconosce i brani in scaletta, ma interagisce scandendo il ritmo con le mani e con i cori.
Frida Bollani Magoni, ha diciassette anni. E’ cantante e pianista, compositrice, figlia d’arte. Sono stati i suoi genitori, riconoscendone qualità e sensibilità non comuni, ad averla incoraggiata nel coltivare una già spiccata inclinazione per la musica. Tutto questo nonostante una malattia congenita che ha reso Frida cieca fin dalla nascita. Come raccontato da mamma Petra, è stato chiaro fin dalla più tenera età che la figlia avesse un talento straordinario.
«Studio e suono – ha raccontato – buona parte della settimana la dedico alla scuola, il week-end, se possibile, ai concerti: non so stare senza musica. Come tutti, alla mia età, ho amici e compagni di scuola, fra me e loro nessun ostacolo…».
Foto Aurelio Castellaneta
«LA MIA STRADA ERA SEGNATA»
Che fosse una in gamba, Frida, lo si è visto durante il concerto tarantino organizzato dall’ICO Magna Grecia che ha ospitato la giovane artista toscana nella rassegna orchestrale 2021-2022. Ha spirito da vendere, non si pone problemi a parlare della sua cecità. «Ringrazio i geni sballati – ha dichiarato a Silvia Avallone – ma anche al talento che ho ereditato dai miei genitori: in un’altra famiglia forse avrei faticato di più, ma alla fine così doveva essere così è stato…»
Quanti applausi per la sua personale versione de “La cura” di Franco Battiato o “Hallelujah” di Leonard Cohen. E per gli inediti “I’ll miss you” e “Christmas again”, fino a un ricco medley strumentale di canzoni di Natale. Ha appena finito di cantare, ha la gola secca Frida. Stende un mano, cerca nel vuoto la sua bottiglietta d’acqua, che arriva puntuale. Ci pensa mamma Petra, anche a contenere la gente che attende la sua ragazza per complimentarsi, dirle, urlarle «Brava!». Farle sentire tutto l’affetto e la stima per uno straordinario talento. «La mia strada era segnata fin da quando ero nella culla – dice Frida – mi dicono a che mentre i miei cantavano a e suonavano io sgambettavo, un segno anche quello, la musica è la mia casa…»