Ultrà biancocelesti contro Elseid, giocatore albanese giunto nella capitale
«Qui è vietato intonare canti partigiani, noi orgogliosi di essere dell’estrema destra». L’avviso degli ultrà della squadra presieduta dal presidente Claudio Lotito. Tutto nasce da uno scherzo, da “Bella ciao”, canzone della Resistenza di cui il calciatore non conosceva il significato politico. Imperdonabile, secondo certi tifosi. Comunicato della società, in attesa che la Federazione dica qualcosa. Magari anche Lega e Aic, l’Associazione dei calciatori.
«Elseid verme, la Lazio è fascista!». Firmano gli ultras Lazio, che tanto per gradire, aggiungono alle minacce rivolte al calciatore albanese appena acquistato dalla squadra biancoceleste, tanto di fascio littorio stilizzato. Questo perché in futuro non ci siano equivoci. Qui, alla Lazio, e il presidente non assume posizioni, facendo registrare un silenzio assordante, comandano loro: quelli con il braccio steso e a mano aperta, gesto caro a un certo Paolo Di Canio, promosso a fine carriera ad opinionista Sky. Tutto nasce da un equivoco o, comunque, da una leggerezza enfatizzata da certa tifoseria della squadra presieduta da Claudio Lotito.
Lo striscione della vergogna è stato esposto sul ponte di Corso Francia a Roma. Nel mirino, si diceva, il calciatore dei biancocelesti, Elseid Hysaj, finito nell’occhio del ciclone per aver cantato, durante una cena in ritiro, una canzone popolare fra i partigiani che lottavano contro i nazisti e il regime fascista con a capo Benito Mussolini. “Bella Ciao” è il motivo della risposta, vergognosa, di una parte della tifoseria biancoceleste contro l’ex difensore del Napoli: si tratta della frangia più estrema dei sostenitori, quelli riconducibili al “mare nero” della destra capitolina (una canzone di Battisti, forse simpatizzante di certa politica, citava proprio il “mare nero”?).
Deboluccia la nota della società di Lotito per far passare in sordina quella leggerezza scatenata da quel video girato dal compagna di squadra di Elseid, Luis Alberto, condiviso sui social network e poi sparito in seguito alle contestazioni – fra queste, offese molto pesanti – scagliate contro il difensore albanese.
«ATTENTO, GIOVANOTTO!»
«Magari si spacca tutto», aveva augurato al calciatore qualcuno degli appartenenti alla schiera dei “duri” legati ancora a nostalgie di un passato tragico della storia del nostro Paese. Qualcuno era stato più blando, utilizzando frasi ironiche, quasi a sdrammatizzare quel gesto. «Ma benedetto figliolo, possibile che nessuno dei tuoi compagni ti abbia detto dove fossi capitato? Benvenuto nel mondo-Lazio!».
A sostenere il concetto ci ha pensato uno degli esponenti della tifoseria laziale, tale Franco Costantino (Franchino per i curvaioli). Contattato dall’agenzia Adn Kronos ha ammesso: «Storicamente la nostra è una tifoseria di estrema destra, cosa di cui andiamo fieri: ‘Bella Ciao” cantato con la maglia della Lazio è una cosa fuori dal mondo, Hysaj ha sbagliato. Non ha scuse». Insomma, nessuna via di scampo e bordata di fischi annunciata, specie se in campo non dovesse onorare la maglia, dunque l’appartenenza, dunque l’ideologia politica di una parte della curva.
Sull’episodio è intervenuto il club con un comunicato: «È compito della società tutelare un proprio tesserato – si legge nella nota ufficiale della Lazio – e sottrarlo a strumentalizzazioni personali e politiche che certamente in questo caso nulla hanno a che vedere con il contesto informale ed amichevole in cui si è svolto l’episodio. Il ritiro della squadra deve proseguire nel massimo impegno sportivo e nel clima di serenità che si è respirato fino ad oggi».
E LA FIGC, COSA DICE?
Non si parla di isolare un’ideologia fuori dal mondo (e dalla costituzione). Ma il calcio e così. Ci sono due porte, dove si fa gol e il centrocampo, dove si fa ammoina. Cioè darsi da fare senza costrutto, né risultati. Ma di questi tempi è così che va. Alla fine, Lotito, Tare (albanese come Hysaj) e il resto della dirigenza, ha scelto di restare a centrocampo. Magari in attesa che intervenga la Lega calcio, organo rappresentativo delle squadre professionistiche, o la Figc, la Federazione che in queste settimane ha occupato le pagine della stampa e le tv dopo la vittoria degli Europei di calcio da parte della squadra azzurra. Certo, il torneo continentale ha avuto grande appeal, specie se si considera l’assenza di quel trofeo nella bacheca delle vittorie da cinquantatré anni. Ma anche quella del caso-Hysaj, piccola, ma pericolosa, sarebbe una bella vittoria se stigmatizzata. Ci sta che uno canti una canzoncina della quale non conosce la storia, peggio i suoi compagni la postino sui social. Ma le reazioni così violente, no. Per giunta facendo apologia a un passato morto e sepolto. Auspichiamo, pertanto, l’intervento di Gabriele Gravina, presidente Figc, su questo e su altri casi simili. Lo stesso dall’Aic, l’Associazione calciatori. Per quanto ci riguarda, massimo incoraggiamento per Elseid, finito suo malgrado in una storia più grande di lui: figuriamoci se fosse al corrente di una simile posizione da parte del suo nuovo tifo. E’ appena arrivato nella capitale, sarebbe stato il biglietto da visita più maldestro della storia. Dunque, coraggio Elseid, a giorni andrai in campo, scrivi la storia e dimentica cori e striscioni.