Riti della Settimana Santa a Taranto
Giovedì il pellegrinaggio, a mezzanotte l’uscita dell’Addolorata dalla Chiesa di San Domenico, in Città vecchia. Alle 17.00 del Venerdì santo, l’uscita della Processione dei Misteri dalla Chiesa del Carmine da piazza Giovanni XXIII. Che la tre giorni religiosa sia una ulteriore preghiera verso la fine dei conflitti religiosi e delle guerre
Dopo le 15.00 di giovedì, la prima posta ha acceso i cuori delle centinaia di fedeli presenti al primo rituale che anticipa le processioni dell’“Addolorata”, che da consuetudine “esce” intorno alla mezzanotte, e quella dei “Misteri”, che dalle 17 del venerdì, compie il suo pellegrinaggio. Giornata primaverile, giovedì, molto ventilata, ha incoraggiato grandi e piccoli a partecipare numerosi ad uno dei momenti più suggestivi dei Sacri Riti: l’apertura, nel Giovedì santo, del portone in piazza Giovanni XXIII e la porta della cappellina di via Giovinazzi. Da quel momento è cominciato il pellegrinaggio dei confratelli in Città vecchia e per le strade del Borgo in visita ai sepolcri.
Altre coppie di confratelli hanno compiuto, invece, un giro perimetrale intorno alla stessa chiesa del Carmine. Decine le coppie di “perdoni” a “nazzicarsi” (la popolare andatura con movimenti lenti dei fianchi) per le strade della città. Fra questi, molti giovani, qualcuno alla prima esperienza.

DALLA GERMANIA ALLA SPAGNA…
Nel giro di pochi minuti la folla è aumentata vistosamente. Gli accenti locali fanno presto a mescolarsi con quelli dei fedeli giunti per l’occasione dalla provincia, ma anche dal resto d’Italia.
Immancabili, come accade da qualche anno a questa parte, gli accenti “teutonici”, che spiegano cosa li abbia spinti dalla Germania e dall’Austria a Taranto: i Sacri Riti. Fra gli stranieri, anche turisti dall’accento spagnolo (è noto il gemellaggio dei Riti fra Taranto e Siviglia), francese e inglese.
Genitori accompagnano per mano i piccoli. Un papà solleva fra le braccia il proprio figliolo, un altro genitore preferisce avvicinare il suo bambino a due fra i “perdoni” scalzi e incappucciati. Immaginiamo sussurri in un orecchio parole di incoraggiamento. Quei due, i “perdune”, rappresentano due pellegrini che chiedono perdono al Signore.
Turisti e fotografi (numerosi professionisti) compiono i primi scatti. Più veloci di loro sembrano i più giovani. Cliccano e inviano le immagini in mille modi agli amici lontani. Qualcuno spedisce l’immancabile selfie.

…QUELL’ABBRACCIO AUGURALE
Ma fanno tutti attenzione a non perdere il fascino dell’“abbraccio”, il rituale fra le coppie di confratelli: i “perdoni”, infatti, nell’incontro, tolgono il cappello, in segno di saluto: in una mano il rosario, nell’altra il bordone (la mazza). E’ il “salamelicche”, dalla deformazione dialettale del saluto arabo, “Salam alik” (“La pace sia con te”). Un momento completato dalle braccia incrociate sul petto.
Altro saluto, seguito e documentato anche questo, con riprese video, è l’avvicendamento delle coppie dei “perdoni” in preghiera davanti ai sepolcri (nella serata di giovedì il centro cittadino interamente invaso da famiglie). La coppia in pellegrinaggio giunta in chiesa, avvicina i due confratelli raccolti in preghiera; il più anziano dei due (che occupa il posto a destra nella coppia), si rivolge al confratello in ginocchio: “Sia lodato Gesù e Maria” (proprio al singolare); “Sempre sia lodato”, la risposta del confratello inginocchiato.
Venerdì alle 17.00 l’apertura del portone centrale della chiesa del Carmine con l’uscita della Processione dei Misteri.