Ieri, il Presidente Sergio Mattarella con mascherina all’Altare della Patria
Un’immagine che passerà alla storia. «Il Paese saprà risollevarsi da questa sciagura», ha detto il capo dello Stato. «Fare memoria di Resistenza e lotta alla Liberazione significa ribadire i valori di libertà, giustizia, e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al Tricolore»
Un’immagine che difficilmente dimenticheremo. Sarà ricordata per i prossimi decenni – pandemie permettendo – trasferita ai posteri, attraverso quelle poche immagini istituzionali, come la celebrazione di un anniversario ai tempi del coronavirus. Senza tanto fare un riferimento al romanzo di Gabriel Garcia Marquez, la giornata di ieri passerà alla storia. Una ricorrenza così importante, “la più importante per una Repubblica”, che nello stesso momento si era liberata dall’invasore e dal fascismo.
E questo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ieri lo ha ricordato. Sabato 25 aprile, in mattinata, si è recato con una mascherina, praticamente da solo, senza alcun seguito, all’altare della Patria per ricordare il Settantacinquesimo anniversario della Liberazione. Ad attenderlo in cima alla scalinata due corazzieri, anche loro con la mascherina, che hanno posato una corona davanti al Milite ignoto, mentre un trombettiere dei carabinieri intonava le note del “Silenzio”. Una forma privata, un omaggio intimo. Insieme con il nostro Presidente della Repubblica, al seguito nessuna autorità civile, né militare. Il Presidente si è sfilato la mascherina solo nel momento della deposizione della corona. Poi l’ha indossata daccapo ed è ridisceso. Ha colpito al cuore
Per la prima volta, una festa della Liberazione senza cortei, né manifestazioni pubbliche, né discorsi. Il capo dello Stato era atteso quest’anno in Toscana, in uno dei luoghi delle stragi nazifasciste. «La pandemia ci costringe a celebrare questa giornata nelle nostre case», ha dichiarato il Presidente con rimpianto. E così si affida a un discorso scritto, collocato per intero nella drammatica vicenda del coronavirus di questi mesi.PER NON DIMENTICARE
«Fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione – ha detto Mattarella – di quelle pagine decisive della nostra storia, dei coraggiosi che vi ebbero parte, significa ribadire i valori di libertà, giustizia, e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al Tricolore». L’Italia, si diceva, ha superato, nel Dopoguerra, ostacoli che sembravano insormontabili. Le energie positive che seppero sprigionarsi in quel momento portarono alla rinascita. Il popolo italiano riprese in mano il proprio destino. La ricostruzione cambiò il volto del nostro Paese e lo rese moderno, più giusto, conquistando rispetto e considerazione nel contesto internazionale dotandosi di antidoti contro il rigenerarsi di quei germi di odio e follia che avevano nutrito la scellerata avventura nazifascista.
Il significato culturale e politico del 25 aprile. «È la data fondatrice della nostra esperienza democratica di cui la Repubblica è presidio con la sua Costituzione; la fine della guerra “lasciò il posto a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e, in coerenza con quella scelta, pochi anni dopo è nata la Comunità europea. Nasceva allora una nuova Italia, e il nostro popolo, a partire da quella condizione di grande sofferenza, unito intorno a valori morali e civili di portata universale, ha saputo costruire il proprio futuro».
Ma la Resistenza è stata (e resta) anche un pezzo decisivo della nostra identità repubblicana. «Nella nostra democrazia la dialettica – ha puntualizzato nella sua nota il presidente Mattarella – e il contrasto delle opinioni non hanno mai, nei decenni, incrinato l’esigenza di unità del popolo italiano, divenuta essa stessa prerogativa della nostra identità». Avvertiamo la consapevolezza di un comune destino come una riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale. L’abbiamo vista manifestarsi, nel sentirsi responsabili, verso la propria comunità ogni volta che eventi dolorosi hanno messo alla prova la capacità e la volontà di ripresa dei nostri territori.
…E IL COVID-19
Mattarella ha poi ricordato i tanti morti del coronavirus. «Ai familiari di ciascuna delle vittime vanno i sentimenti di partecipazione al lutto da parte della nostra comunità nazionale, così come va espressa riconoscenza a tutti coloro che si trovano in prima linea per combattere il virus e a quanti permettono il funzionamento di filiere produttive e di servizi essenziali. Manifestano uno spirito che onora la Repubblica e rafforza la solidarietà della nostra convivenza, nel segno della continuità dei valori che hanno reso straordinario il nostro Paese».
A breve per gli italiani comincerà la Fase 2. Il Quirinale, preoccupato per le gravissime conseguenze economiche, ha invita ancora una volta all’unità. «La nostra peculiarità nel saper superare le avversità – ha concluso il presidente, Sergio Mattarella – deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che ha spezzato tante vite. Per dedicarci al recupero di una piena sicurezza per la salute e a una rinnovata capacità di progettazione economica e sociale: a questa impresa siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore. Insieme, possiamo farcela, e lo stiamo dimostrando».