Allo studio l’assistenza agli anziani mediante robot

Lo studio riportato dal New York Times e ripreso da Open. Stanno per sfondare il muro dei quattro milioni gli over 75. Diminuiscono badanti e collaboratori domestici, l’alternativa è una “macchina pensante”

Il mondo sta invecchiando. L’Italia che fa sempre le cose per bene quando si tratta di farsi del male, si sta portando avanti con il lavoro, tanto da risultare in assoluto uno dei Paesi più anziani. Ci scappava “più vecchi”, ma cerchiamo di fornire ancora una via di fuga al nostro Paese, anche se ad onor del vero non è messo tanto bene. Nascono sempre meno bambini e la cultura dell’accoglienza, utile anche per l’incremento demografico e per la forza lavoro, non è ancora del tutto assorbita da questo e dai precedenti governi. Speriamo che il tempo sia, si dice, signore, e alla fine porti alla ragionevolezza e faccia significativamente ringiovanire la media degli italiani.

Riprendiamo dal nocciolo della questione, riprendendo una radiografia fatta in questi giorni dal New York Times e ripresa lodevolmente da “Open”, testata giornalistica fondata da Enrico Mentana, uno che conosce il suo mestiere e, in questa occasione, prova a fare anche l’editore. Insomma, i problemi demografici del nostro Paese purtroppo non sono più una notizia. L’Italia è da tempo una delle nazioni europee con il quoziente più basso nelle nascite. Su sessanta milioni di abitanti, oltre sette milioni hanno superato i settantacinque anni di età.

 

 

TERZA ETA’, MANCA ASSISTENZA

Un risultato, come ha riportato anche “Open”, che si riflette su diversi ambiti della società. Uno di questi, scrive il New York Times, è, per esempio, la mancanza di assistenza, a cominciare da badanti e collaboratori domestici. Il quotidiano americano ha pubblicato un articolo di Jason Horowitz, corrispondente da Roma, che radiografa proprio questo fenomeno. Titolo inequivocabile. “Chi si prenderà cura dei più anziani in Italia, forse i robot?».

L’inchiesta del New York Times: sono circa quattro milioni gli anziani italiani non autosufficienti. Da qui la forte richiesta di badanti e collaboratori domestici, che, con l’invecchiamento della popolazione, è destinata a crescere. E’ per questo motivo, scrive il giornalista, che c’è chi sta pensando ai robot.

Per decenni, ricorda Horowitz, l’Italia aveva risolto il problema della forte domanda di badanti attraverso con lavoratori stranieri, magari retribuiti in nero e provenienti dall’Est. Il progressivo invecchiamento della popolazione, – scrive il New York Times – però potrebbe richiedere nuove soluzioni. Tanto che già di recente il quotidiano americano aveva dedicato la sua prima pagina ai problemi dell’Italia, eleggendo il nostro Paese come il capofila dello tsunami demografico occidentale.

 

ATTREZZIAMOCI COL CERVELLONE

Ecco, allora, allo studio l’impiego di robot. Provare ad aiutare i programmatori di questi “cervelloni” a mettere a punto un sistema più funzionale, per esempio, alle richieste delle strutture di accoglienza, quelle che ospitano gli anziani. Ciò nella speranza che un giorno questi robot possano davvero fornire un contributo a chi lavora nel settore. Dobbiamo guardare a tutte le soluzioni possibili, anche dal punto di vista tecnologico, si è detto in un confronto producente (pare). L’impiego delle macchine nell’assistenza sono già in piena attività in Giappone e in via di attività negli Stati Uniti. L’Italia potrebbe presto aggiungersi all’elenco di quei Paesi che stanno facendo più di un pensierino a questa soluzione. Gli italiani, longevi secondo le statistiche avranno tutto il tempo per vedere come andrà a finire.