“Mimmo”, una vita fra mille lavori, poi a Taranto ha messo famiglia

«Sono stato con Nando Orfei, smontavo e rimontavo per il suo circo. Poi le giostre, in uno studio veterinario, con un autodemolitore, infine con un’azienda che si occupa dei mezzi Amat. Sposato da circa trent’anni, ho tre figli, mai un episodio di intolleranza. Sono musulmano, amo gli italiani, ho grande rispetto dei compagni di lavoro, odio le bugie»

 

Mohamed, egiziano, cinquantotto anni, sposato da ventinove con un’italiana, tre figli. «Per gli amici è Mimmo, forse perché Mohamed è complicato? Ma puoi metterci anche il cognome, Rokn, non ho problemi: non devo soldi a nessuno…». Ride, Mimmo, una vita «avventurosa», così la definisce, vissuta fra mille espedienti. «Mi piaceva cambiare lavoro, conoscere gente – prosegue con il suo sorriso contagioso – insomma, non stare mai in un posto per più di qualche settimana».

Così si spiegano le tante esperienze che lo hanno visto impegnato in attività di montaggio e smontaggio, per esempio. Di tendoni da circo e giostre, per dirne un paio. Una vita di episodi, da farne un romanzo. Leonardo Sciascia si sarebbe ispirato per una delle sue “storie semplici” (e avvincenti), perché Mimmo quando si racconta lo fa con dovizia di particolari. «Non ho niente da nascondere, non mi piace stare tanto in un posto. Non fosse stato per Taranto, forse, stare ancora in giro a fare uno dei tanti mestieri che amo: non mi sono mai scoraggiato, ho affrontato la vita sempre con il sorriso».

Ma andiamo per ordine. «Sono arrivato in Italia nell’84, non da profugo, ma da studente di Giurisprudenza al secondo anno di università che si era stancato di stare sui libri: qui non ho potuto proseguire gli studi, troppa differenza fra le nostre e le vostre leggi, anche se la conoscenza mi ha aiutato nel tempo; sono di quelli che imparano l’arte e la mettono da parte…».

 

ROMA, MILANO, BARI…

Cosa ha spinto Mimmo, così giovane, a lasciare il suo Paese. «L’avventura, conoscere un altro Paese e viaggiare, anche fra tante esperienze: a me è sempre piaciuto guadagnarmi il pane con il sudore; se fossi riuscito a unire il viaggio con un guadagno, seppure modesto, per me sarebbe stato l’ideale».

Nel 1984 parte dal Cairo, arriva a Roma. «Appena atterrato mi trasferisco subito a Milano – racconta – trovo lavoro con il Circo Nando Orfei, mi occupo di montaggio e smontaggio del tendone sotto il quale uno dei circhi più importanti del mondo ospita spettacoli dalle mille e una notte: quanti grandi artisti ho conosciuto! Il titolare del circo, Nando Orfei, un gran signore: rispettoso del lavoro di ognuno di noi, puntuale nel pagarci; e poi i figli, Ambra, Paride e Gioia, gente perbene».

Ma per Mimmo, sei mesi in un posto, o meglio, con una sola attività cominciano ad essere tanti. Ha voglia di avventura, così lascia Orfei e vola alle giostre. «Sono fatto così, devo cambiare, non riesco a stare fermo in un posto, anche se poi, una volta maturo, la vita mi porterà a fare una scelta definitiva: sposarmi e restare a Taranto, dove sono felice…».

Nella girandola dei lavori a breve termine, con le giostre resta impegnato per ben cinque anni. Un primato per Mimmo l’Egiziano. «Ho girato tutta la Puglia, spingendomi quando c’era richiesta in altre località del Sud: dove arrivavano le giostre, giungeva il divertimento, così vedere i ragazzi e i bambini accogliermi con un sorriso non poteva che rallegrarmi».

 

INFINE, TARANTO

Un altro breve stop. Mimmo mette le tende. «Mi sono fermato a Bari, ho lavorato in uno studio veterinario, mi occupavo della toelettatura di animali domestici, lavavo cani e gatti; anche questo lavoro mi piaceva, ho sempre amato gli animali. Poi, dopo un po’, ho detto al veterinario che volevo cambiare aria, fare altre esperienze, così mi sono trasferito a Taranto. Ho lavorato con un autodemolitore, fra i Tamburi e Crispiano. Anche qui, per un po’, poi la scelta definitiva. Sposato nel ’92, quattro anni dopo sono entrato in un’azienda che si occupa della pulizia dei bus Amat. Da quindici anni ho piantato le tende definitivamente, ho una moglie e tre figli, un maschio e due femmine. Ho fatto una scelta di vita, sto bene qua».

Gli amici, Mimmo ha le idee chiare. «Vado d’accordo con tutti – assicura – mai avuto discussioni, avverto forte amicizia e rispetto nei miei confronti; in Italia mi sono trovato subito bene, a Taranto sto da Dio…». Mimmo ha un segnale originale nel suo cellulare. «E’ il canto che avverte l’ora della preghiera: sono musulmano, ho grande rispetto delle religioni altrui». C’è una sola cosa che odia: le bugie. «Quelle proprio non le sopporto, è un atto spregevole: sono l’anticamera del tradimento; per fortuna sono in pochi ad essere così, ma la delusione quando qualcuno fa ricorso alla bugia è davvero grande».