Barbara Palombelli, giornalista, accusata di “victim blaming”

Durante una puntata di Forum  avrebbe compiuto una sorta di “colpevolizzazione delle vittime di femminicidio”. «Non mi sono spiegata bene, quella ricostruita nell’aula televisiva era una causa sulla “rabbia al femminile”», ha dichiarato la conduttrice. «Ho fatto le mie scuse al pubblico e all’azienda». Nonostante il ravvedimento, sui social le si sono scatenati contro con insulti pesanti. Dichiarazioni riportate da Rtl e Corriere della Sera

 

Talvolta «le donne, vittime di femminicidio, avrebbero un “comportamento esasperante”». Presa così dal bel mezzo di un ragionamento, pare una cosa forte. Di più, che non si può sentire. Ma i processi tout-court non fanno per noi, non si può essere giudici e accusatori allo stesso tempo e non assicurare all’accusato di discolparsi, o meglio, spiegarsi?

Vero che una delle prime regole, non scritte s’intende, del giornalismo è quella di annusare una notizia prima dei colleghi, della concorrenza e fiondarcisi sopra. Tanto che molte delle polemiche finite sul web sono generate a metà fra i social e gli organi di informazione, siti web compresi. Ma la storia di Barbara Palombelli, giornalista messa in un angolo da Mediaset a fare da moderatrice a dibattiti allegri, che tanto sanno di riunione condominiale piuttosto che di causa, è forse esagerata.

La giornalista-conduttrice, come riportato a più riprese dal Corriere della Sera, come se non bastasse, una, due volte, si è scusata ancora per le dichiarazioni rese giovedì scorso a Forum, spiegando che cosa intendeva dire quando aveva parlato di possibile «comportamento esasperante» delle donne vittime di femminicidio.

 

«NON MI SONO SPIEGATA BENE…»

«Non mi sono spiegata bene – ha dichiarato la Palombelli – anche se chi ha visto tutta la causa ha compreso perfettamente in quanto quella ricostruita nell’aula televisiva era una causa sulla “rabbia al femminile”, con tanto di psicologa in studio e quanto potesse fare da contorno a questo tema; non mi sono spiegata bene e quindi mi sono scusata con il pubblico e con l’azienda: se uno sbaglia a parlare, sbaglia, l’importante è avvedersi e comprendere di aver commesso un errore: non ho autori, non ho auricolari, quindi ho sbagliato io e mi sono scusata», ha dichiarato in una intervista rilasciata a Enrico Galletti e Giusi Legrenzi su Rtl 102.5.

Barbara Palombelli ha inoltre aggiunto di aver avuto anche «una valanga di solidarietà» da parte di tante persone che hanno colto per il verso giusto – quello sul quale si era pronunciata – su quanto intendesse dire, ma che risuonava proprio come pericoloso victim blaming(colpevolizzazione della vittima). «L’importante – ha ripreso la giornalista – è capire cosa accade prima del femminicido, con quali meccanismi i violenti da entrambe le parti si possano bloccare ed arginare prima di questo terribile esito fatale».

«Dobbiamo domandarci – ha proseguito la Palombelli – cosa succede in un rapporto se il tuo amore diventa il tuo aggressore o addirittura il tuo assassino: mi sono spiegata male, mi sono scusata ma la domanda di fondo è: “Quali comportamenti possiamo bloccare prima che la rabbia diventi violenza?”. È questo il tema che mi interessa: colpa mia se non mi sono spiegata bene, diverso è quello che poi si è scatenato».

 

«OFFESA PESANTEMENTE SUI SOCIAL»

«Credo che il deterrente della pena – ha poi aggiunto riguardo i potenziali assassini – non sia sufficiente perché come avete visto moltissime di queste persone si tolgono la vita; possiamo lavorare sulla pena, ma il tema vero è su che tipo di rapporto si stabilisce tra la vittima e il carnefice. Secondo me non si può dire “non ne parliamo” per rispetto alle vittime, anzi il dibattito va aperto proprio per rispetto alle vittime».

Della bufera web che si è scatenata dopo le sue parole, la giornalista-conduttrice di Forum si è detta molto preoccupata, facendo il paragone con Loretta Goggi che dopo alcuni commenti particolarmente cattivi ha deciso di abbandonare i social.

«E’ una cosa che mi preoccupa: io posso difendermi grazie alla mia storia, credo inoltre di avere una corazza molto robusta, ma tante persone possono rimanere schiacciate: pensate alle ragazzine: il tema del bullismo online è un altro argomento importante che affrontiamo spesso anche a Forum».

Barbara Palombelli, vittima a sua volta di diffamazione e pronta ad andare in tribunale, ha concluso così il suo intervento su Rtl: «Credo ci sia da imparare da tutto; bisogna stare attenti ad usare le parole e questa è stata una mia mancanza. Però bisogna anche imparare a capire cosa sta accadendo in questo Paese dove, da un lato si pensa che sia diventato il Paese più permissivo del mondo dove tutti possono fare tutto, dall’altro senza chiedere, senza chiarire si montano queste ondate di odio e di indignazione, di insulti: è accaduto ad altri prima di me e capiterà ad altri ancora, ma da giornalista voglio interrogarmi anche sui limiti di questo sistema: la violenza che è stata esercitata, l’istigazione all’odio contro di me, racconta anche quello qualcosa su questo Paese, c’è sempre da imparare». Intanto pare sia avanzata la richiesta di un inasprimento delle pene per quanti si rendono protagonisti di episodi di femminicidio. Ma occorre fare in fretta. Come detto dalla Palombelli, si corre il rischio che questo reato fra i più efferati non venga punito nella giusta misura, compiendo una seconda ingiustizia nei confronti delle numerose e sfortunate vittime di assassini convinti di farla franca o di passarla liscia con misure restrittive blande.