Quando la colpa è facilmente attribuibile

Venerdì 9 novembre 2018. Ore 13,50.

Squilla il telefono, è mio padre. Rispondo.

Mi dice con voce agitata: “Hai sentito, un terremoto!”.

Con il cervello impegnato sul tema dell’etnopsichiatria, i miei primi pensieri sono stati: “Chi e quanti ne hanno arrestati?”, “E’ caduto il Governo?”, “Roma non ha più il Sindaco?”.

Le persone sono tutte per strada! Tu stai bene?” incalza mio padre al telefono. Inizio a preoccuparmi: “E’ scoppiata la rivoluzione e non ne so niente?”.

Niente di tutto quello che mi passava per la testa era successo, ma un terremoto in termini geologici che, seduto davanti al computer, forse sono stato l’unico a non percepire.

Ed è in quel momento che parte la scossa che mette in moto quella parte di cervello fuori da ogni controllo e che si diverte ad elaborare scenari surreali e gode nel fantasticare mescolando elementi reali per cucinare il più gustoso dei minestroni.

E parte una teorizzazione che vorresti tenere nascosta a chiunque ma, che alla fine, è impossibile non condividere.

Se l’epicentro del terremoto è nel cuore della Murgia pugliese, fatto strano ed eccezionale, va cercata una ragione e non te la possono dare i geologi che si basano su dati scientifici. Vanno indagati altri campi e coinvolte altre figure!

Veniamo al dunque: se una ingente massa di persone, uomini, donne, bambini, anziani, si spostano da un Continente, per esempio quello africano, per occupare massivamente un altro, per esempio l’Europa, e passa per l’Italia può succedere che la teoria della tettonica a zolle subisca lo stesso effetto della bilancia a due piatti.

Se l’Africa si alleggerisce cresce il peso sul territorio italiano e succede che inizi a cedere fino a provocare movimenti tellurici.

E sarà lo stesso motivo per il quale crollano i ponti e le case e vengono devastati interi territori e messe in ginocchio economie storiche.

Non sono l’incuria, un abuso del territorio in spregio alla natura, la cultura congenita dell’abusivismo le cause di questi eventi!

Sono i migranti! E’ il peso dei loro corpi, spesso esili ma troppi!

Ed è per questo che Trump, il Presidente degli Stati Uniti d’America, passa le sue giornate a studiare come fermare la marcia dei poveri che sta arrivando nel suo Paese senza escludere l’uso delle armi: metti che il peso di quei corpi gli fa cadere i grattacieli!

Hanno già un problema con gli uragani, caricare il piatto della bilancia del nord dell’America rappresenterebbe un fattore scatenante di eventi tellurici!

E un Presidente accorto e lungimirante come lui schiera l’esercito per difendere il Paese. 

Mica come in Italia dove, con grande senso civico, il Governo chiude i Centri di Accoglienza, fa arrestare i Sindaci, studia e vota Leggi per trasformare i migranti in clandestini al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e crea ghetti e grandi centri di concentramento chiamati CARA.

Ho giocato lasciando vivere la parte incontrollata del cervello ma, al netto della follia che ha accompagnato queste righe ma che, spesso, incrocia la realtà voglio concludere con una riflessione di Gordon Allport del 1954: “Il pregiudizio etnico è un’antipatia fondata su una generalizzazione falsa e inflessibile. Può essere sentito internamente o espresso. Può essere diretto verso un gruppo nel suo complesso o verso un individuo in quanto membro di quel gruppo”