La risposta a un imprenditore salentino in cerca di personale estivo
«C’è l’aria condizionata?», «Per meno di tremila euro non se ne parla», «Sabato e domenica libero?». Ormai i ragazzi rispondono così alle offerte di lavoro. Colpa del reddito di cittadinanza? Al ristoratore è stato esplicitamente richiesto il pagamento “a nero”, per non perdere l’assegno mensile. Complicato uscire da una situazione simile
«Cerco aiuto pizzaiolo, camerieri caffetteria e banconista bar per stagione estiva: lo stipendio lo decidete voi, il giorno libero lo decidete voi e gli orari anche. Per info contattatemi». E’ una provocazione, ma c’è peggio: nessuno si è risentito, ha pensato di presentarsi o rispondere piccato al titolare di un ristorante salentino che, privo di personale, ha pensato di rendere pubblico lo scarso interesse dei nostri ragazzi per il lavoro. Insomma, anche da questa storia, non ne usciamo proprio bene.
Come sfondare una porta aperta. In due diverse occasioni abbiamo scritto che se il Reddito di cittadinanza ha dei meriti, dall’altra ha provocato una certa noncuranza nei confronti del lavoro. Un tempo esistevano i giornali del tipo “Cerco lavoro”, quello dei “Concorsi”, che esiste ancora, ma con una tiratura per “soli amatori”. Insomma, cifre bulgare.
Abbiamo anche scritto nei giorni scorsi anche come, un ristoratore del Nord, abbia cavalcato in modo non del tutto onesto una certa “assenza di personale” chiudendo un suo locale per aprirne un altro e, nel frattempo, inviare ai vecchi dipendenti lettere di licenziamento. Succede anche questo, i social insegnano.
ALLORA VI…SPUBBLICO
Stavolta ci troviamo al cospetto di un altro ristoratore. Uno che, immaginiamo, seduto al tavolino ha forse voluto creare un putiferio mediatico. Avrà sentito qualche aspirante cameriere o “aiuto pizzaiolo”, non del tutto convinto della sua proposta di lavoro: per gli orari o per lo stipendio. E, allora, «Ve lo do io il lavoro!»: vi spubblico con un post, prima o poi qualcuno passerà dal mio profilo facebook e riprenderà lo sfogo, accipicchia.
Detto, fatto. Sull’imprenditore insoddisfatto, si sono catapultati a decine. Giornalisti, non aspiranti pizzaioli. Organi di informazione, dal Nuovo Quotidiano di Puglia, proseguendo con il Corriere della sera e Repubblica, nelle edizioni regionali piuttosto che quelle “on line”, hanno ripreso la notizia che ha poi fatto il giro delle redazioni di mezzo Stivale.
Dunque, «Cerco aiuto pizzaiolo – riportava il post d camerieri caffetteria e banconista bar per stagione estiva e lo stipendio lo decidete voi, il giorno libero lo decidete voi e gli orari anche. Per info contattatemi». Questa la provocazione nei giorni scorsi da un imprenditore salentino, titolare di un locale di Porto Cesareo, fra le marine più affascinanti del Salento nel periodo estivo.
«In tv e sui social – aggiunge il ristoratore – si parla di imprenditori che sfruttano, in realtà io e i miei colleghi in zona non riusciamo a trovare persone disposte a lavorare nonostante stipendi più che dignitosi: offro dai 1200 euro in su netti al mese e non trovo persone disponibili». Stipendio base, che sfiora i 1.500, anche 1.600 per i pizzaioli. Nonostante, però, lo stipendio decoroso, dice l’imprenditore, il personale non si trova.
NON PIU’ DI 100 PIZZE A SERA
Causa mancanza di personale, il primo passaggio obbligato: non più di cento pizze a sera, cinquanta in meno rispetto alla media giornaliera. Motivo plausibile: per non appesantire oltremodo l’unico pizzaiolo a disposizione, altrimenti anche lui potrebbe andare via e lasciare nei pasticci il proprietario del locale. «Non so, forse i ragazzi – prova ad ipotizzare l’uomo – non considerano il lavoro da camerieri come un’opportunità o un’esperienza utile».
«Cerco personale. Lo stipendio lo decidete voi e gli orari anche». Un post provocatorio su Facebook per denunciare mesi di difficoltà nel trovare camerieri, baristi e pizzaioli. Così Pierluigi Lucino, imprenditore leccese di 40 anni, ha deciso di denunciare la carenza di personale per le sue due attività una piccola pizzeria e il nuovo ristorante Riviera Bar Bistrot, a Porto Cesareo in Puglia
Per il ruolo di aiuto pizzaiolo la paga può arrivare a 1500-1600 euro netti al mese ma è da mesi che l’imprenditore non trova candidati. Tanto da aver deciso di ridurre il numero di pizze sfornate in una serata. «Non posso far lavorare troppo l’unica persona che ho, non sarebbe giusto. Invece di centocinquanta pizze abbiamo messo il tetto a cento».
LAVORO NERO? NO, GRAZIE!
L’imprenditore, vuota il sacco. Spiega di aver ricevuto persone che chiedevano di lavorare in nero pur di non perdere il Reddito di cittadinanza. «Paradossale ma è successo anche questo. In un contesto del genere perché non si aiutano gli imprenditori ad assumere in regola: no ai 5 euro l’ora, sì ai Contratti collettivi nazionali che esistono e vanno applicati».
«Durante la pandemia – conclude – molti sono andati a lavorare da altre parti: chi aveva voglia di lavorare ha trovato impiego nella logistica o in azienda. Da mesi posto annunci, la situazione è preoccupante e sta mettendo in crisi la ristorazione locale, fatta di gente laboriosa e onesta».
Come reagiscono i giovani? Con ironia. Molti, con il passare del tempo sono diventati esperti nella comunicazione, ci hanno messo uno spirito “cazzaro” e hanno dato fondo alle proprie risorse di autori di battute tanto al chilo.
«E le ferie in agosto?», «C’è l’aria condizionata?», «Mi scusi, ma per meno di tremila euro non se ne parla!», «Ma il sabato e domenica sarei libero?». Ci provano, magari Antonio Ricci e per “Striscia la notizia” o Gino & Michele per “Zelig” li ingaggia come “battutisti”. «Lo stipendio?», ci pare di sentirli, «quello non è un problema: decidetelo voi…». Battuta per battuta, non si offendano i ragazzi, né i loro genitori. Non dite o postate che «Gli stranieri vengono in Italia e ci rubano il lavoro!». Le cose, come vedete, stanno in un altro modo.