Taranto, presunti maltrattamenti e furti negli ospedali

Si muove l’Asl per una verifica interna. Il sindaco convoca il direttore generale dell’Azienda sanitaria locale. Se confermate, sarebbero agghiaccianti alcune frasi dei parenti riportate da alcuni quotidiani: «Mio padre moriva e qualcuno gli stava rubando il telefonino», «Fra dieci minuti muore». 

«Mentre mio padre moriva di Covid in ospedale gli hanno rubato il telefono e i ricordi». E ancora, «Tra dieci minuti muori»: così avrebbe detto un medico al paziente di coronavirus in fin di vita. Questi alcuni passaggi delle dichiarazioni raccolte dal quotidiano La Repubblica, che fanno il paio con un altro servizio pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno circa la posizione assunta dal direttore Asl, che ha subito aperto un’inchiesta interna, con una nota del sindaco a proposito di maltrattamenti e furti ai defunti che sarebbero avvenuti negli ospedali di Taranto.

Il giorno dopo il “botto” provocato dalla pubblicazione di alcune dichiarazioni di parenti di pazienti morti a causa del Covid-19 si attivano i canali istituzionali. Lo scopo è quello di far venire a galla la verità di quanto accaduto all’interno dei due nosocomi tarantini, il SS. Annunziata e il Moscati.

Così la direzione generale dell’Asl di Taranto, in merito ai presunti casi di maltrattamenti e furti di oggetti personali denunciati da familiari di pazienti Covid ricoverati negli ospedali Moscati e Santissima Annunziata, alcuni dei quali deceduti, comunica di «essere impegnata nell’accertamento della verità dei fatti, con l’istituzione di una commissione interna, garantendo altresì piena collaborazione alla Polizia Giudiziaria».

ASL, C’E’ L’INCHIESTA INTERNA

L’azienda sanitaria aggiunge che «l’accertamento della verità in questi casi è fondamentale per non rischiare di far passare per disonesti coloro che stanno rischiando la loro vita per salvare quella degli altri». Sono almeno 7 le denunce al vaglio della Polizia. Tra gli episodi riferiti, quello di un paziente 78enne la cui figlia sostiene di aver ricevuto la telefonata di un medico che, urlando, si lamentava perché l’anziano non sopportava la maschera per l’ossigeno. Davanti al paziente, che era vigile, il medico avrebbe detto: «Se non la tiene muore». Pochi minuti dopo lo stesso dottore avrebbe chiamato la figlia del paziente dicendole: «Gliel’avevo detto che moriva, ed è morto».

Immediata la risposta del sindaco Rinaldo Melucci a quanto apparso sulla stampa e ripreso da tutti gli organi di informazione, locali e nazionali. Il primo cittadino ha convocato il direttore generale dell’Asl, Stefano Rossi, per un chiarimento sui presunti casi di furti di oggetti personali o di maltrattamenti denunciati da familiari di pazienti Covid che erano stati ricoverati negli ospedali “Moscati” e “Santissima Annunziata”, alcuni dei quali sono deceduti.

SINDACO CONVOCA “DG” ASL

«Si tratta di vicende – sottolinea in una nota Melucci – che, se confermate, oltre a essere di una gravità inaudita, vanificherebbero gli sforzi che l’intera comunità sta compiendo e che, in particolare, stanno compiendo le istituzioni di ogni genere per garantire i diritti fondamentali dei cittadini in questo particolare periodo. Nessuna emergenza – conclude il sindaco di Taranto – può giustificare abusi, superficialità o deroghe al corretto esercizio di qualsiasi genere di servizio essenziale, a maggior ragione dei servizi di natura sanitaria».

Dopo le notizie relative alle denunce, la direzione generale dell’Asl ha spiegato che nelle «singole unità operative coinvolte nei percorsi assistenziali» sono «custoditi e repertati numerosi piccoli oggetti di valore ed altri effetti personali». Gli oggetti preziosi sono custoditi «nella cassaforte allocata nel Punto di primo intervento del 118 del presidio ospedaliero San Giuseppe Moscati, mentre – ha aggiunto l’Azienda sanitaria – altri effetti personali quali valigie, telefoni e relativi carica batteria, sono conservati in aree dedicate del reparto».

Si sarebbe trattato, dunque, di un difetto di comunicazione da parte degli incaricati dei reparti. Familiari di pazienti Covid, a quanto si apprende, sostengono inoltre che ad alcuni cellulari restituiti sia stata cancellata la memoria che conteneva importanti ricordi. E forse anche qualcosa di strano che sarebbe accaduta nell’ospedale Moscati e poi filmata; quindi, secondo i parenti, doveva essere cancellata. Le denunce, ora, sono al vaglio della Polizia.