Tommy Terrafino, ospite a “Cabaret al Tarentum”

«A Ibiza, villaggio turistico, promosso da scenografo ad animatore. Poi il Festival del cabaret, la tv su La7 e Raidue, dal “Boss dei comici” a “Made in Sud”. A Rutigliano il mio primo locale per fare cabaret». “Costruiamo Insieme” a sostegno della rassegna. In platea ospiti del Centro di accoglienza.

Secondo appuntamento con “Cabaret al Tarentum”. Ospite della rassegna a cura di Renato Forte, sostenuta da “Costruiamo Insieme”, il comico Tommy Terrafino da noi intervistato. Anche per il popolare “parcheggiatore” e “vegano” – due dei suoi più fortunati personaggi portati in tv – è stato un successo. In platea alcuni degli ospiti del nostro Centro di accoglienza accompagnati da operatori.

«Ho superato i quaranta – ci ha raccontato in una lunga intervista video – ma è a diciassette anni che ho sentito, forte, il richiamo del palcoscenico, avvenuto in modo fortuito come spesso accade; infatti la mia “prima volta” è stata in un villaggio turistico». Terrafino, artista pugliese, nato a Noicattaro, residente a Turi, è noto ovunque grazie a passaggi televisivi e successo registrati con “Il boss dei comici” su La7 prima, e con “Made in Sud” su Raidue, poi.

Terrafino è salito sul palco dell’Auditorium di via Regina Elena a Taranto alle 19.00. Orario singolare per il genere di spettacolo che, però, al suo debutto ha raccolto i favori di un pubblico che ha condiviso la scelta di Forte, direttore artistico del cartellone. Scopo principale: non provocare attriti all’interno di coppie e famiglie che, in altri orari, si troverebbero di fronte al dilemma partita di calcio in tv o spettacolo in teatro.

ARRIVA LA POPOLARITA’

Terrafino sta attraversando un momento di grande popolarità. Fra i suoi personaggi, il parcheggiatore abusivo e il “vegano” (più vittima che promotore dell’ultima moda in fatto di diete). «Carica, carica! Vieni, vieni…frena!», uno dei suoi tormentoni. Ma torniamo per un istante al villaggio turistico. «Ibiza, la cosa ormai risale a un po’ di anni fa, appassionato di pittura fui ingaggiato in qualità di scenografo per un villaggio della Francorosso; disgrazia volle, che l’animatore, un tarantino, facesse un incidente in moto, lieve per fortuna, e, non volendo, temporaneamente lasciasse il suo posto al sottoscritto. Fu in quel momento che scoprii una vena brillante, a seguire sostenuta da una certa caparbietà, tipica di noi pugliesi…».

Di mezzo, pare di capire, un’accademia, “Sipariando”, e non solo quella. «Roma, iscritto e rapito dalla tecnica e dalla creatività sollecitate da un corso professionale; tornato in Puglia, ho aperto un locale a Rutigliano, il “DelTer club”: ospitavo artisti e spesso mi cimentavo in monologhi o spettacoli con l’altra metà di un sodalizio artistico, Savino & Terrafino, durato sedici anni, cioè fino a quando il mio collega decise di mollare il colpo; avevamo fatto tv importanti insieme, da Teleregione a Telenorba, ma da quel momento in poi avrei dovuto declinare dialoghi fatti di “botta e risposta”, dunque comico e spalla, a monologo: mi rimboccai le maniche e ribaltai il senso degli spettacoli».

PARCHEGGIATORE E “VEGANO”

Va bene il parcheggiatore, poi il “vegano”, una intuizione a prima vista non del tutto condivisa da produttori e autori tv. «Qualcuno, in effetti, mi aveva sconsigliato di fare monologhi sul pensiero vegano, considerato ancora di nicchia, invece non solo mi è andata bene, ma ho vinto il Festival del cabaret a Martina Franca, la manifestazione di Giovanni Tagliente nota in tutta Italia: era il 2014; poco dopo la prima occasione televisiva, con La7, “Il boss dei comici”, un’idea di Nando Mormone: trecento aspiranti comici, una selezione dolorosa, ma alla fine ce l’avevo fatta: ero stato scelto per partecipare al programma; a seguire, è stata la volta di “Made in Sud”, prodotto dallo stesso Mormone».

Un altro esame. «Trasmissione in diretta su Raidue, non sono ammesse distrazioni; l’Auditorium di Napoli, una muraglia di mille persone che devi far ridere, altrimenti sono guai: mi è andata bene, sono felice di come si evolvono i miei personaggi, del favore del pubblico, il che significa essere sulla buona strada».

Cosa fa ridere Terrafino e l’ultima volta che ha riso di gusto. «Le battute raccolte per caso, quelle scaturite da persone normali che – per chiss quale pensiero scaturito dalla mente umana – diventano involontarie battute. L’ultima volta a Bari, le due di notte, davanti al furgone dei panini: “Miche’, dammi ‘na birra – ma mi raccomando – non deve essere fredda, né calda: croccante!”; quando ho sentito questa cosa, mi sono detto “E’ mia!”».