Breve storia (mediatica) di Tony e Sofia

Inghilterra, maggio. Lui, trent’anni, lascia la famiglia; lei, ucraina, ventidue anni, ospite in casa di moglie e figli dell’uomo, porta scompiglio. «Coroniamo il nostro sogno d’amore», dicono alla stampa. Finita l’estate, volano gli stracci, bottiglie d’alcol e fendenti. Come la Guerra dei Roses…

love-story-2204983_960_720«Siamo felici, la nostra vita è un sogno!». E, invece, dopo due mesi: «Polizia, lei beve, impugna un coltello, intervenite: fermatela!». Fa tutto lui, Tony, inglese di trent’anni. L’altra, Sofia, ventidue anni, ucraina. Ma andiamo per gradi.

Niente storie, siamo inglesi. Prendiamo a prestito qualcosa che ha a che fare con uno dei titoli più in voga al cinema nei primi Anni Settanta. In Inghilterra, non solo ci marciano i tabloid, ma la coppia che fa clamore se le dà di santa ragione. Un comportamento poco nobile, poco “reale” diremmo, se non fosse che il trono che fu di Elisabetta è ancora vacante (Carlo III il suo successore). Dunque, un atteggiamento poco british nel quale ci hanno inzuppato un po’ tutti, stampa, radio e tv.

L’amore travolgente fra Sofia e Tony, sbocciato appena qualche settimana fa è già finito. Lei ucraina, profuga; lui inglese, reo di aver lasciato la famiglia e due figli per lei, causa un colpo di fulmine. In quanti modi può finire una storia. Il cinema, il mondo della canzone, lo stesso teatro è pieno di storie, corte e lunghe, tutte custodi di una qualche filosofia. Una di queste, dunque, non una canzone (Insieme a te non ci sto più), né un libro (Del dirsi addio) o un film (Dirsi addio), è accaduta davvero.

DOPO IL COLPO DI FULMINE…

Ma normalmente, dopo la luna di miele mediatica, quando la stampa che ancora non segue le vicende di corte, e si scatena seguendo i due piccioncini, tutto finisce. E nemmeno con quell’appeal tipico del british. Dopo la scintilla, il colpo di fulmine, ecco scoppiato l’odio. Per dare colore alla vicenda, non sono soli giornali ad intervenire, ma anche le forze dell’ordine. Volano gli stracci e la polizia interviene per violenti litigi, sceneggiate e coltelli. Il trentenne inglese che nel maggio scorso aveva lasciato la sua famiglia per rifarsi una vita con la profuga ucraina, appena conosciuta e ospitata in casa, ora bussa a quattrini. Finita l’onda mediatica, sullo sfondo la scomparsa di Elisabetta, le tasche dei due innamorati sono al verde. E non c’è niente che possa ancora inventarsi per catalizzare l’attenzione dei media: è finita. Lui, Tony, è rovinato e in perfetta solitudine. Sofia era scappata a 22 anni durante la guerra di occupazione russa, era stata accolta da Tony e da sua moglie Lorna nella loro casa, a Bradford: una coppia come tante altre, serena, dieci anni insieme e due figli.

Ma giorno dopo giorno, fra una chiacchierata e un tè, nasce fra Tony e Sofia un sentimento incontenibile. Talmente sconvolgente da far prendere a entrambi la decisione di andare a vivere insieme. Subito. E quindi? Fin qui sembra una storia ordinaria. Ma è diventata invece una saga (a puntate) sui tabloid britannici. Alimentata dai social con le loro foto di piccioncini abbracciati, dalle accuse della ex compagna, dalle repliche della nuova coppia. Il tutto a ritmo di pagine stampate, tv, web. Lorna si sfogava. Era piena di rabbia perché il suo gesto di umanità (era stata proprio lei a organizzare con le associazioni l’accoglienza di Sofia) si era trasformato in un disastro per la sua coppia. Raccontava senza riserve anche di quando Tony si intratteneva di notte al piano di sotto con profuga appena arrivata. Dal canto suo Sofia ribatteva:

«Non rovino famiglie», giustificò Sofia. E lui, Tony, preso com’era dalla storia: «Siamo innamoratissimi, voglio passare tutta la mia vita con Sofia: lei è la mia anima gemella, del resto il mio rapporto con Lorna era giunto alla fine».

marriage-2239035_960_720«NON ROVINO FAMIGLIE, CI PROVO…»

I due innamorati si traferiscono in una casetta per conto loro. Inizio di maggio, ecco Tony e Sofia sui social. «Siamo felici, la nostra vita è un sogno!». Dopo due mesi invece: «Non abbiamo più soldi. Fatichiamo a sopravvivere», racconta lui. Tony è rimasto disoccupato: «Avevo un’attività di successo nel settore della sicurezza e contratti con società importanti, tra cui il Servizio sanitario nazionale: da quando i giornalisti e i paparazzi hanno cominciato a inseguirmi molte aziende hanno disdetto l’accordo: ero un personaggio pubblico e il mio rapporto era stato considerato un problema».

La parola a Sofia. «I miei genitori ora si vergognano di me, non mi aiuteranno più». I due si erano mantenuti grazie alle interviste a pagamento, fino a quando le “entrate” che derivavano dalle interviste non sono più bastata. «Ho prosciugato le mie carte di credito e ora mi aiuta la mia famiglia», racconta ora il trentenne inglese. Finiti i soldi, finita la storia. Nel peggiore dei modi. In Italia, non sappiamo nel regno dei Windsor, si dice che cominciano a volare gli stracci. Per allontanare Sofia da casa ha dovuto chiamare la polizia. «Beve, non riesce a gestire il suo rapporto con l’alcol e si è lasciata ad andare a gesti vandalici come sferrare coltellate a un muro: fermatela!».

La guerra dei Roses, per dirla con un altro titolo di successo (qualcuno ricorda il film di De Vito con Michael Douglas e Danny De Vito?), continua. E dove se non sugli spazi abituali dove cominciano, proseguono e, forse, finiscono tutti i tipi di contese? Il confronto prosegue sui social. Sofia e Tony si combattono con alle spalle un pugno di sostenitori che hanno sposato, dipende dai gusti, la causa dell’uno o dell’altra. Sono finite le “vacche grasse”, non ci sono più i soldi delle tv e della stampa. Né le prime pagine. Da settimane sono appannaggio dei nuovi reali d’Inghilterra. E questa, se vogliamo, è “sfiga”. Come si dice “sfiga” in inglese, please