Parole pesanti della Lagarde, crollano le Borse

Le dichiarazioni del presidente della Banca centrale europea bruciano 130 miliardi di euro. «Se qualcuno pensa di fare shopping a buon mercato in Italia, si sbaglia di grosso». Intanto sul Corriere della sera anticipano indiscrezioni: indagano i servizi segreti: «legittimo sospetto», trapela.

Centotrenta miliardi bruciati in un “amen”. Il botto che arriva dalla Borsa scuote non solo i mercati che impazziscono sotto il peso delle parole pronunciate da Christine Lagarde, avvocato francese, presidente della Banca centrale europea. Scatena perfino i servizi segreti. Certe cifre rischiano di mettere in ginocchio l’economia di un Paese, il nostro, che già naviga a vista di suo, costringendolo a porre rimedio. Magari mettendo in vetrina, a prezzi stracciati, i gioielli di famiglia.

Questa la premessa. Entriamo in partita. Avete presente gli squali di Wall Street, quei film in cui circolano strani complotti, spesso considerati in modo esagerato perché solo storie a sensazione per il grande schermo? E, invece, la realtà supera la fantasia. E non c’è nemmeno bisogno di entrare nella Borsa centrale di New York e annusare speculatori che dopano il mercato dietro il suggerimento occulto di calcolatori spregiudicati che suggeriscono di «comprare quando il sangue invade le strade»: il momento della disperazione è quello giusto. L’Italia ne sa qualcosa. Gli italiani, a migliaia, ne sanno qualcosa. Lo hanno imparato, purtroppo, a proprie spese.

Ma non andiamo lontano dalla notizia del giorno, che non è la “sparata” della Lagarde che ha lasciato basiti tutti, anche quanti non operano in Borsa. Detto che la storia è tutta da vedere, pare che in mezzo alla vicenda del discorso poco rassicurante della Signora in nero stiano addirittura indagando i servizi segreti.

ENTRANO IN SCENA GLI 007

Adesso intervengono gli 007. Dopo il discorso dell’“avvocata” francese, i rappresentanti del Copasir hanno chiesto l’intervento della Consob per verificare «eventuali atti speculativi in connessione con le dichiarazioni rese dalla presidente della Bce» che giovedì scorso hanno provocato il crollo delle Borse. Ed è solo apparentemente strano che sia stato il Copasir ad intervenire dopo aver sentito i nostri “007”. La rivelazione ha una firma, quella autorevole di Francesco Verderami che manifesta perplessità su quel giovedì di sangue e anticipa l’indagine dei servizi segreti non su un blog, un sito internet – con tutto il rispetto per chi lavora on line – ma sul Corriere della Sera.

«Anche loro», ha raccontato uno dei membri del Copasir, «sono rimasti esterrefatti dalle dichiarazioni di Christine Lagarde». Pare non ce ne fosse sentore, hanno riferito. E, invece, Borsa, rimbalzo a Piazza Affari nell’ultima seduta e 130 miliardi di euro letteralmente bruciati. «Il Copasir – abbiamo letto – non intende entrare nelle logiche di mercato, tuttavia il nostro patrimonio industriale, tecnologico e scientifico deve mantenere la testa nel Paese». E’ una dichiarazione del leghista Volpi. Domanda centrale che si pongono è:  «dove è finito un quarto delle azioni» delle blue chips, che nel giro di poche ore tra giovedì e venerdì hanno oscillato paurosamente in Borsa?».

NON CI SARA’ IL BIS 1992/2010

Motivo più che valido perché si svolga una indagine conoscitiva sui rischi di scalate estere in Italia: dopo la Consob, anche un’audizione con i vertici di Bankitalia. «Se qualcuno dall’estero pensa di sfruttare questa situazione per fare lo shopping dei nostri gioielli di famiglia, come accadde nel 1992 e nel 2010, ha sbagliato bersaglio».

All’interno di una pessima notizia, una buona notizia. Maggioranza e opposizione sono unite. Insieme, con motivi diversi, ma convergenti, avanzano «un legittimo sospetto»: un conto è il cosiddetto “gioco speculativo”, un’altra cosa sono le operazioni ostili per acquisire il controllo di società d’interesse nazionale approfittando della crisi. E quella della Lagarde a prima vista o udito, fate voi, non avrebbe proprio l’aspetto di una gaffe. Potrebbe essere stata una tattica esposta male. Un ragionamento sottile che poi ha preso un’altra strada, quella che ha sfondato l’ingresso di Piazza Affari minacciando seriamente l’economia di un Paese nel frattempo distratto dallo sciagurato coronavirus.