«Ci siamo iscritti, fatto gli esami, adesso lauto». Laltro aspetto del Centro di accoglienza. Operatori, mediatori, ospiti di “Costruiamo Insieme”, vanno su strada. «Abbiamo pensato di investire, nel senso di fare scuola-guida: compriamo una vettura, paghiamo tasse e assicurazione». Superato a pieni voti un esame supplemetare, a loro insaputa.
Kaleem, Idris, Alhassane, Sillah e altri ancora. E la colonna patentata scaturita dai Centri di accoglienza di Costruiamo Insieme. Operatori e mediatori che si sono fatti prima coraggio e poi affrontato tutti i passi utili per mettersi finalmente alla guida di un autoveicolo. Prima liscrizione, poi la frequentazione, infine, gli esami, che dalle nostre parti pare «non finiscano mai».
I ragazzi hanno fatto un piccolo investimento. Non è il primo, né sarà lultimo. Il frutto del loro lavoro, in qualità di operatori, come anche di mediatori, è un bellimpegno economico. Non solo liscrizione. «Se prendiamo la patente diceva uno dei ragazzi evidentemente è perché abbiamo intenzione di metterci alla guida di unauto, dunque anche quella a breve sarà un ulteriore investimento». Un piccolo contributo da parte dei ragazzi, alla vita di tutti i giorni in una città che li ospita e li abbraccia tutti i giorni. Con quei segni di stima, evidenti, che si provano per ragazzi che al primo posto mettono insieme la voglia di lavorare e integrarsi con un territorio.
Gesto condizionato, cui nemmeno un autista, di sicuro indolente, farebbe ricorso: allacciare le cinture. Prima di farci ospitare da Kaleem piuttosto che Sillah, in auto, per un giro, una piccola prova. Tante volte qualcuno quella patente glielavesse rilasciata con una certa disinvoltura. E, invece, ecco Sillah. Siede al posto di guida, sistema nellordine: sedile e specchietto retrovisore, unocchiata ai due specchietti laterali e, infine, la ciliegina sulla torta A quella fa ricorso Alhassane, da passeggero. Anche lui ha fatto gli esami. «Scritti confessa non orali, quelli sono complicati: vero che parlo quattro lingue, ma temo sempre che agli esami io e lingegnere si parli una lingua diversa». Sorride loperatore di Costruiamo insieme, immortalato allingresso della sua autoscuola.
Sarà un automobilista in gamba, prudente e rispettoso dei segnali stradali, verticali come orizzontali. Di certo è un passeggero-modello. La prima cosa che fa, si diceva, la ciliegina cui alludevamo, è allacciare la cintura. Raro cosa, invece, cui tutti dovrebbero prestare attenzione vedere residenti che compiono lintera liturgia: sedile, specchietto, specchietti e, per finire, cintura di sicurezza. Alhassane promosso allistante, valido anche come passeggero. Si ospita volentieri, di sicuro non farà elevare una sanzione riservata a quanti viaggiano sprovvisti di cintura di sicurezza. Le multe, si sa, fioccano con una certa leggerezza (anche se al momento di pagarle pesano come macigni). E queste, le sanzioni, spesso non tengono conto di buona fede o distrazione. Essere autisti-modello è fondamentale. Non solo per se stessi, ma anche per gli altri, che siano conducenti o solo pedoni.
Poi, si diceva, una sorta di indotto. Esistono i mezzi pubblici, certo. Il più delle volte puntuali, ma avere la disponibilità di un autoveicolo di proprietà è importante. Oltre ad essere una grande comodità. I ragazzi lavorano, investono nel senso di spesa in scuola guida e auto. Ma esistono altri dettagli da considerare: il bollo, la famosa tassa di circolazione, e lassicurazione. Senza tutti questi requisiti non si va lontano. E il viaggio dei nostri ragazzi in Italia è appena cominciato.