Che farà ora Mister Trump?

Cosa resta della visita in Italia del Presidente Trump? Segnali discordanti, rispetto a un personaggio che era stato capace di conquistare la Casa bianca con uno stile aggressivo, un mix di protezionismo e intolleranza, di “ribellione patriottica”, come qualcuno l’ha definita.

Incontrando Papa Francesco pare non abbia insistito più di tanto su questioni (Islam , migranti, muro divisorio col Messico) che lo avevano posto su posizioni lontanissime dal Pontefice. Ha affermato invece “non dimenticherò le sue parole“, regalando al Pastore della Chiesa cattolica un cofanetto di libri contenenti i discorsi di Martin Luther King, immortale mito della lotta alle discriminazioni razziali e per l’affermazione dei diritti civili!

Col Capo dello Stato Mattarella e il Presidente del Consiglio Gentiloni ha avuto parole d’elogio per l’Italia, esaltandone la bellezza e la fedeltà di Paese alleato.

Quindi il vertice del G7 a Taormina. Su migranti e clima Trump non sembra abbia fatto grandi passi indietro, mantenendo anzi gran parte delle sue posizioni intransigenti. Ha concordato invece, con i rappresentanti delle altre potenze mondiali riunitesi in Sicilia, sulla necessità di avere una strategia comune per fronteggiare e sconfiggere il terrorismo. Qualche concessione il Presidente statunitense l’ha mostrata infine sul tema del commercio internazionale.

Che bilancio trarre, dunque? L’impressione che ne ricaviamo è che Donald Trump, pur volendo  preservare la sua immagine di “uomo forte” e decisionista, cerchi di tessere relazioni internazionali più “aperte”. Una disponibilità al dialogo, sia pure parziale, un’apertura diplomatica che serva a superare le perplessità sul suo conto, una ricerca di consenso che possa conferirgli maggiore autorevolezza, anziché relegarlo nel ristretto ambito dell’autoritarismo. E la differenza non è di poco conto.

Abile stratega o uomo in difficoltà ora che ha conquistato il potere?